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Fondo Antico

Piccolo ma prezioso, in parte catalogato in SBN-Indice Antico, è un insieme virtuale, in quanto quasi tutte le edizioni antiche sono tuttora collocate nella loro posizione originaria, all'interno delle raccolte monografiche, periodiche e dei fondi speciali.

Tra i documenti più interessanti e di maggior pregio ricordiamo:

  • Edizioni del XVI secolo: tra le cinquecentine sono conservati un'emissione dell'Opera omnia di Bartolo da Sassoferrato, rari esemplari dei trattati del Tagliente, diversi Trattati di commercio, i Trattati medici del Dioscoride e del Vesalio, le Historiae del Giovio, il Ramusio stampato dai Giunti.
  • Edizioni del XVII secolo: tra le secentine notevoli sono alcuni atlanti del Blaeu e del Voogt, splendidi erbari con incisioni colorate a mano, rari trattati di aritmetica, contabilità e mercatura, pamphlet politici, opere letterarie, storiche, mediche e naturalistiche (alcune provenienti dalla biblioteca del naturalista Giovanni Girolamo Zannichelli); da Coronelli a Cicerone, da Corticelli a Ciacchi e Griminelli, dal De imperio maris ai Viaggi del Della Valle, da Montaigne al Sarpi a Giovan Battista Nani e Francesco Sansovino.
Immagine tratta dal volume Horti Indici Malabarici
Horti Indici Malabarici pars secunda de fruticibus regni Malabarici, 1679, fol. 10 (FS ANTICHI 11.D.2)
  • Edizioni del XVIII secolo: tra le edizioni del Settecento sono da ricordare un esemplare della Costituzione della Repubblica Francese del 1795, l'edizione di Lucca del 1758-76 dell'Encyclopedie di Diderot e D'Alembert; rari trattati di nautica, di aritmetica, naturalistici, storici; da Scipione Maffei a Michele Mercati, Vallisnieri, Pontedera e Spallanzani; da Antonio Genovesi a Giuseppe Palmieri, dal Parini al Tentori, il Cesarotti, Apostolo Zeno; da Marco Antonio Pellegrini a Cesare Beccaria, Gian Rinaldo Carli, Magalotti, Montesquieu e Muratori.
  • Manoscritti: in particolare di grande rilievo sono due importanti carte nautiche manoscritte del 1538 e del 1612, cui si aggiungono alcuni manoscritti del Settecento e dell'Ottocento, tra i quali i Principi ovvero Massime regolatrici di commercio di Pier Giovanni Capello e le Satire del Dotti; da citare alcuni frammenti pergamenacei di antichi manoscritti liturgici restituiti dal restauro della cinquecentesca edizione dell'Opera omnia di Bartolo da Sassoferrato.

Fondi speciali

Quasi 1400 tra volumi e opuscoli in gran parte pubblicati dagli stessi "antichi" studenti.

Luigi Armanni (Assisi 1864 - Assisi, 5 ottobre 1938) fu docente di diritto, insegnò diritto costituzionale, diritto amministrativo, legislazione rurale, diritto pubblico interno, diritto internazionale e istituzioni di diritto pubblico alla regia Scuola superiore di commercio in Venezia dal 1897 al 1927; ne fu direttore dal 1919 al 1922.

Oltre alla sua biblioteca personale, in Archivio è conservato un suo memoriale dattiloscritto: Nota sugli effetti giuridici della laurea dottorale per l'insegnamento della economia e del diritto in rapporto alle scuole private, Venezia, agosto 1927, 9 p. (ASCF, Rettorato, Scatole lignee, sc. A 2).

Il Lascito Luigi Armanni, acquisito nel 1938 e costituito da quasi 900 volumi di materia giuridica e economica e comprende alcune edizioni antiche, deriva da una specifica disposizione testamentaria:

Lascio infine alla biblioteca della Scuola Superiore di Commercio di Venezia tutti i miei libri di diritto, con le quattro scansie eguali, che in parte li contengono e anche i tre volumetti dattilografati della mia storia della pittura, con le 2400 cartoline, che ne costituiscono l’illustrazione («Estratto autentico dal testamento olografo del comm. Prof. Luigi Armanni fu Armanno di Assisi - 2 luglio 1931», Archivio Storico di Ca' Foscari, Rettorato, Scatole Lignee, b. 20, fasc. Legato Luigi Armanni, 10 ottobre 1938).

Il Lascito Armanni, corredato di un "Elenco bibliografico" redatto da Torello Sensi (datato 6 novembre 1938), consisteva di 1572 pezzi, tra i quali 290 volumi, 231 opuscoli, 45 fascicoli della Biblioteca Legale e un numero imprecisato di manoscritti; la Commissione della Biblioteca discusse se alienarne i volumi duplicati (tra i quali «varii corsi di lezioni litografati») e decise di soprassedere e mantenerli in deposito presso la Biblioteca «in attesa di una più opportuna destinazione» (ASCF, Biblioteca, Deliberazioni e norme della Commissione di vigilanza per la Biblioteca (29/05/1939-17/12/1966), c. 3v, verbale del 27 settembre 1939; cc. 2v-3r, verbale del 21 settembre 1939).
Il lascito verrà catalogato due anni dopo (ivi, c. 6r, verbale del 8 maggio 1940).

Catalogo del Lascito Luigi Armanni

Fabio Besta (Teglio 1845 – Tresivio 1922) fu chiamato da Francesco Ferrara nel 1872 all'insegnamento della ragioneria nella regia Scuola superiore di commercio di Venezia, dove insegnò fino alla morte. Dal 1872 al 1919 è stato docente di computisteria, ragioneria, ragioneria applicata al commercio ed ai banchi, pratica commerciale, contabilità di Stato.

Fu prodirettore della Scuola nel 1913-14, poi direttore dal 1914-15 al 1916-17; professore emerito nel 1921-22.

Besta aveva dedicato gran parte del terzo volume della sua opera maggiore La Ragioneria (solitamente ricordata come il "Trattato" di Besta) ad argomenti di natura storica, iniziando con le origini del metodo in partita doppia per proseguire con l'analisi delle scritture delle aziende medievali italiane e la trattazione delle teoriche del conto in Italia ed all'estero.

La trattazione delle ragionerie speciali, di cui, specialmente per la contabilità di stato, aveva poste le linee essenziali in corsi litografati è rimasta incompiuta. Relazioni e introduzioni magistrali scrisse a illustrazione dei Documenti finanziarî della repubblica veneta (1903-1913).

Ha completato il passaggio della ragioneria al rango “scientifico” (scienza del controllo economico), distinguendo i “tre momenti” dell’amministrazione economica: direzione, gestione e controllo; ha ideato il sistema patrimoniale; ha affiancato il metodo sperimentale (induttivo) al metodo storico; ha ideato la teorica dei conti “a valore”.

Grande merito di Fabio Besta è stato, però, anche quello di indirizzare agli studi storici tutti gli allievi che intendevano dedicarsi alla ricerca e all'insegnamento universitario, tanto che a Vittorio Alfieri, a Vincenzo Vianello, a Pietro Rigobon, a Carlo Ghidiglia, siamo debitori, in particolare, di molte e pregevoli monografie di natura storica. Tra gli allievi del Besta si ricordano anche Pietro D'Alvise, Francesco De Gobbis, Benedetto Lorusso. 

A seguito di questo amore della scuola veneziana per gli studi storici, sia Besta sia gli allievi che, prima o dopo, salivano su cattedre universitarie erano soliti dedicare parte dei loro corsi di lezioni alla storia delle scritture contabili o della ragioneria.

A Fabio Besta si deve la definizione del sistema patrimoniale, utilizzato in Italia negli anni '20-'30 e successivamente adottato nella quasi totalità degli altri paesi del mondo, con la terminologia di "sistema patrimoniale anglosassone".  [Fonti: Archivio Storico di Ca' Foscari, Enciclopedia TreccaniWikipedia]

Catalogo del Dono Besta

Olga Blumenthal-Secrétant (Venezia, 20 aprile 1873 - Ravensbrück, 24 febbraio 1945), figlia di Carlo Blumenthal e Minna Goldschmidt, moglie di Gilberto Secrétant (docente di letteratura italiana a Ca’ Foscari dal 1908 al 1922), insegnò lingua e letteratura tedesca a Ca’ Foscari dal 1919 al 1938, prima come assistente, poi dal 1934 come lettrice di tedesco.
Nel 1919 Olga Blumenthal, che già aveva reso "alla scuola ottimi servizi nei corsi accelerati per studenti”, su proposta del professor Adriano Belli diventa assistente alla cattedra di Lingua e letteratura tedesca (Annuario 1919/1920, discorso di Luigi Armanni).

Nel 1923 Olga donò a Ca' Foscari la biblioteca del marito Gilberto Secrétant, in seguito alla sua morte prematura, "la cui fine straziante in seno alla famiglia appena creata è sempre vivo e doloroso ricordo” (Annuario 1923/1924, discorso di Roberto Montessori).

Nel 1938 venne allontanata dall'insegnamento a causa delle leggi razziali (Annuario 1937/1938, discorso di Agostino Lanzillo).
Ebrea, fu arrestata dai tedeschi a Venezia il 30 ottobre 1944, detenuta nel carcere di Venezia, poi deportata nel lager di S. Sabba a Trieste; da Trieste il 28 novembre del 1944 fu deportata con il convoglio 41T nel campo di concentramento di Ravensbrück, dove morì il 24 febbraio 1945, a 71 anni.

Il 10 novembre 1945 Olga viene ricordata da Gino Luzzatto nel suo discorso per l'inaugurazione dell'anno accademico; Luzzatto aveva appreso solo da poche ore della morte di Olga Blumenthal e non ne conosceva con esattezza i tempi e i modi:
"(...) la sig.ra Olga Secrétant Blumenthal, per molti anni lettrice di lingua tedesca, che colleghi e studenti han sempre ricordato e ricordano con profonda venerazione. Deportata nell’estate del 1944, nonostante la sua età di più di settant’anni e le tristi condizioni di salute, essa non resistette, ci viene riferito, ai disagi e ai maltrattamenti, e morì, durante il viaggio o subito dopo; nuovo e dolorosissimo documento di vergogna che ricade non su un uomo solo, ma su tutto l’esercito e su tutto il popolo germanico che seguì supinamente gli ordini di un pazzo criminale, e cooperò freddamente, senza il minimo senso di pietà umana, alla distruzione metodica e totale di sei milioni di uomini inermi e inoffensivi, colpevoli soltanto di appartenere ad una razza diversa da quella del popolo eletto" (Annuario 1943/1948, discorso di inaugurazione 1945/1946).

Fonti:

  • Archivio Storico di Ca' Foscari (ASCF), Serie Docenti; Annuario; Decreti di nomina del personale
  • Picciotto, Liliana. Il libro della memoria : gli ebrei deportati dall'Italia, 1943-1945. Milano : Mursia, 2002
  • Gli ebrei a Venezia, 1938-1945: una comunità tra persecuzione e rinascita., a cura di Renata Segre. Venezia : Il cardo, 1995
  • De Rossi, Roberta. Le donne di Ca' Foscari : percorsi di emancipazione : studentesse ed insegnanti tra 19. e 21. secolo. Venezia : Università Ca' Foscari, Comitato per le pari opportunità, 2005
  • Gli ebrei deportati dal Veneto (1943-1945): provincia di Venezia, a cura dell'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea della Provincia di Vicenza "Ettore Gallo"
  • I nomi della Shoah italiana: memoriale delle vittime della persecuzione antiebraica 1943-45, a cura della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC
  • Tre cafoscarine straordinarie a inizio ‘900, in "Infoscari", 8/03/2013
  • Scheda Blumenthal Olga tratta da Yad Vashem, Central database of Shoah victims' names

Il Dono Olga Blumenthal-Secrétant comprende quasi 1500 volumi di storia e letteratura, con alcune edizioni antiche.

Catalogo Olga Blumenthal-Secrétant

Enrico Castelnuovo (Firenze, 8 febbraio 1839 - Venezia, 22 gennaio 1915) fu letterato ed economista.
Nato da famiglia ebraica, poco dopo trasferitasi a Venezia, dove rimase poi per tutta la vita. Frequentò le Scuole reali (istituto tecnico), senza grande passione poiché si sentiva attratto soprattutto dagli studi umanistici. Nel 1854, lasciata la scuola per necessità economiche, ottenne un modesto impiego da uno zio materno, titolare della Casa commerciale Della Vida: il lavoro non corrispondeva alle sue inclinazioni letterarie, ma vi si dedicò con scrupolo, migliorando via via la sua posizione. Intanto studiava il francese, l'inglese e il tedesco, che gli permisero poi di allargare notevolmente la conoscenza di scrittori stranieri, come Dickens e Zola. Agli anni giovanili risalgono anche i primi tentativi letterari: si ricorda un poemetto in ottave, presto interrotto e rimasto inedito: Gli Orazi ed i Curiazi.

Seguì con favore le lotte che portarono all'Unità d'Italia; più tardi rimpiangerà di non aver potuto abbandonare il lavoro per parteciparvi direttamente. Sposatosi con la cugina Emma Levi, nel 1865 ne ebbe un figlio, Guido, che diventerà un noto matematico; l'altra sua figlia, Bice, coltivò invece la pittura; essendo morta la moglie appena quattro anni dopo il matrimonio, curò personalmente la loro educazione. Alcuni personaggi dei racconti e dei romanzi si ispireranno liberamente a questi ricordi familiari. Quando nel 1869 la Casa commerciale Della Vida fu liquidata (egli ne fu il procuratore), divenne collaboratore e poi direttore del quotidiano veneziano La Stampa, organo dei cosiddetti "azzurri", un gruppo politico della Destra moderata al quale si era avvicinato dopo la liberazione del Veneto. Nel clima di accese polemiche tra conservatori e democratici cui il Castelnuovo partecipò col suo giornale, fu spinto anche ad un duello, uscendone ferito abbastanza gravemente ad una mano.
Nel 1872, cessata la pubblicazione della Stampa, fu chiamato all'insegnamento di istituzioni commerciali presso la Scuola superiore di commercio di Venezia dove rimase come insegnante, e dal 1905 come direttore, fino al 1914, quando si dimise per raggiunti limiti di età. In questo lungo periodo condusse una vita tranquilla, quasi priva di avvenimenti esterni, dedito interamente all'insegnamento, che svolse sempre con scrupolo e dignità, e all'attività letteraria, anchessa coltivata con l'assiduità professionale che la produzione di consumo richiedeva.

Quasi tutte le sue opere infatti furono pubblicate in appendice a note riviste e giornali, come La Nuova Antologia (in cui nel 1870 aveva pubblicato il suo primo racconto), La Perseveranza, L'Illustrazione italiana.

Nei racconti (Racconti e bozzetti, 1872; Nuovi racconti, 1876; Alla finestra, 1885; Natalia e altri racconti, 1899; Sulla laguna, 1899; Ultime novelle, 1906, ecc.), la materia è offerta per lo più dall'osservazione della vita di provincia, soprattutto veneziana, che il Castelnuovo ritrae con curiosità ed affettuosa ironia., secondo il gusto di un certo realismo minore ottocentesco; già in essi affiora però anche un atteggiamento che poi si ritrova spesso nei romanzi la simpatia verso personaggi patetici che vivono in silenzio i loro piccoli drammi borghesi, in un'esistenza esteriormente grigia e soffocata dalle ipocrisie sociali. Anche nei numerosi romanzi (Il Prof. Romualdo, 1878; Dal primo piano alla soffitta, 1880; Nella lotta, 1880; Troppo amata, 1891; L'On. Paolo Leonforte, 1894; Il fallo di una donna onesta, 1897; I coniugi Varedo, 1899; I Moncalvo, 1909, ecc.) il Castelnuovo oscilla tra una vena bozzettistica ed il tentativo di studiare i drammi interiori di personaggi più complessi, quasi dilatando la materia dei racconti. I suoi interessi si definiscono meglio in alcuni romanzi (soprattutto Nella lotta, L'On. Paolo Leonforte, I coniugi Varedo, I Moncalvo) che portano sulla scena il mondo politico ed affaristico degli ultimi decenni del secolo; da questi romanzi risulta anche abbastanza chiara la posizione ideologica dello scrittore.

La posizione del Castelnuovo, letterato che aveva anche conosciuto dall'interno il mondo finanziario, gli permetteva di descrivere con notevole precisione di particolari e talvolta di cogliere nella sua forza viva il nuovo mondo. I suoi romanzi a sfondo politico risultano incentrati su un duplice contrasto: da una parte gli ideali risorgimentali contro l'affarismo della nuova classe dirigente; dall'altra l'ideale di una vita guidata da valori morali autentici contro la falsità dei rapporti sociali e le spregiudicate manovre che la conquista del potere impone.

Tale schema è particolarmente evidente in L'On. Paolo Leonforte, con la contrapposizione parallela dell'on. Leonforte, banchiere affarista che tutto freddamente subordina alla conquista del potere politico visto come un mezzo per consolidare il potere economico, sia all'on. Corimbo, uomo del Risorgimento, onesto e disinteressato ma incapace ormai di dominare la situazione, sia alla moglie Norina, romantica e delicata vittima delle ambizioni del marito. Ma ritorna anche ne I coniugi Varedo, dove gli affetti familiari sono sacrificati all'ambizione politica; e, in un quadro appena diverso, ne I Moncalvo, il suo capolavoro: storia della famiglia di un ricco banchiere ebreo che cerca con ogni mezzo di entrare a far parte dell'aristocrazia, clericale e reazionaria, cui si contrappone la figura del fratello Giacomo, austero scienziato positivista. Nelle pagine di alcuni suoi romanzi vanno ricercati interessanti documenti del costume e degli atteggiamenti ideologici della società italiana della fine dell'Ottocento, di cui il Castelnuovo registrava, col senso di osservazione di un giornalista, molti mutamenti significativi.

Nel 1898 fu nominato socio corrispondente dell'Istituto veneto, dove tenne soprattutto relazioni su pubblicazioni straniere di carattere letterario e politico. Fu tra i promotori del Circolo filologico veneziano, costituito a Venezia nel 1901 per la diffusione delle lingue straniere. Negli ultimi anni della vita si accostò, pur con la moderazione che sempre lo distinse, al programma irredentista.

Il Castelnuovo morì a Venezia il 22 gennaio 1915 e fu sepolto nel cimitero israelitico. Nel 1922 gli fu dedicata, presso la Scuola superiore di commercio dove aveva insegnato, un busto scolpito da Pietro Canonica.

Fu il padre del matematico Guido Castelnuovo (1865-1952).

[Fonti: ASCF - Archivio Storico di Ca' Foscari; Enciclopedia Treccani, s.v.; Wikipedia, s.v.]

A Ca' Foscari Enrico Castelnuovo ha lasciato tre collezioni:

  • Legato Enrico Castelnuovo: acquisito nel 1915, è costituito da circa 250 volumi di ambito economico e comprende la biblioteca professionale del Castelnuovo economista e docente.
    Catalogo Legato Enrico Castelnuovo
  • Dono Enrico Castelnuovo: acquisito nel 1960 in seguito ad una donazione da parte degli eredi, è costituito da oltre 300 volumi di materia umanistica e costituisce la biblioteca personale del Castelnuovo scrittore. 
    Catalogo Dono Enrico Castelnuovo
  • Archivio Enrico Castelnuovo: donato dagli eredi nel 2001, comprende manoscritti autografi e dattiloscritti letterari del Castelnuovo (1852-1968), alcuni opuscoli, fotografie inerenti la storia di Ca’ Foscari e la matrice in gesso del mezzobusto in bronzo di Castelnuovo, eseguito dallo scultore Pietro Canonica (1869-1959) e installato al primo piano di Ca’ Foscari. Per consultare questo archivio è necessario rivolgersi all'Archivio Storico scrivendo per informazioni e prenotazioni a  archivio@unive.it.

Luigi De Prosperi (studente) lasciò a Ca' Foscari oltre 300 volumi di economia, commercio e diritto commerciale.

Francesco Ferrara (Palermo, 7 dicembre 1810 - Venezia, 22 gennaio 1900), il più autorevole economista italiano del Risorgimento, politico e giornalista, fu il primo direttore della Regia Scuola Superiore di Commercio in Venezia (1868-1900).

Intraprese il corso di laurea in medicina che poi abbandonò per dedicarsi agli studi economici e sociali. Il suo primo scritto fu Dubbi sulla statistica del 1835 dedicato alle relazioni metodologiche tra la statistica e l’economia.

Nel 1833 fu assunto come commesso della Direzione centrale di statistica di Palermo e nel 1836 fondò il Giornale di Statistica su cui scrissero anche Emerico Amari, Raffaele Busacca e Vito D’Ondes Reggio. Dal 1840 collaborò per due anni con il periodico “La Ruota” e nel 1844, da segretario della Camera di Commercio di Palermo, creò una nuova serie del “Giornale di Commercio” sul quale scrisse insieme ad Amari e Busacca. Nel 1844 avanzò la sua candidatura al concorso per la cattedra di Economia dell’Università di Palermo ma alla fine si ritirò per aiutare la vittoria dell’amico Raffaele Busacca. Dal 1844 la sua attività cominciò ad incontrare l’ostilità borbonica e nel 1846 i suoi periodici cessarono le pubblicazioni. Nel novembre 1847 contribuì alle agitazioni contro i Borboni facendo circolare anonima la sua Lettera di Malta, pamphlet di protesta contro il governo napoletano. La notte del 10 gennaio 1848 fu arrestato insieme ad Emerico Amari e ad altri dieci liberali ma dopo alcuni giorni, quando la rivoluzione era ormai vittoriosa, fu liberato dal popolo palermitano. Entrato a far parte del comitato rivoluzionario, partecipò ai lavori della commissione che doveva preparare l’atto di convocazione del General Parlamento di Sicilia e fu eletto deputato alla Camera dei Comuni. Prese parte alla commissione diplomatica inviata a Torino per offrire al Duca di Genova la corona siciliana e in questa città, una volta soffocata la rivoluzione in Sicilia, si trasferì in esilio.

In Piemonte collaborò al “Risorgimento” di Cavour e ottenne la cattedra di Economia politica nell’Università della capitale dove fondò importanti giornali e periodici come “La Croce di Savoia”, “Il Parlamento” e “L’Economista”. Sempre a Torino promosse la pubblicazione della “Biblioteca dell’Economista” che uscì per i tipi della casa editrice Pomba. Della “Biblioteca dell’Economista” Ferrara curò le prime due edizioni, dal 1850 al 1867, nelle quali furono presentate in traduzione italiana opere generali e trattati speciali di economia.

Dopo aspri e continui dissapori con l’ambiente politico sabaudo e particolarmente con Cavour, nel 1858, per motivi disciplinari, fu costretto ad abbandonare la cattedra di Torino trasferendosi all’Università di Pisa. Rientrato in Sicilia dopo l’impresa dei Mille, s’impegnò strenuamente in difesa dell’autonomia siciliana e prese parte ai lavori del Consiglio Straordinario di Stato per la Sicilia. Nel 1861 tentò senza successo di essere eletto al Parlamento italiano ma, avvicinatosi a Quintino Sella, ottenne la nomina a direttore delle Imposte e a consigliere della Corte dei Conti. Nel 1868 fondò a Firenze la Società di economia politica e nel 1874 la Società Adamo Smith che gli consentirono di polemizzare con i socialisti della cattedra in difesa del liberismo.

Nel 1868 fu nominato direttore della nuova Scuola Superiore di Commercio di Venezia e fondò L’Economista, organo editoriale della Società Adamo Smith. In questi anni fu un assiduo collaboratore della “Nuova Antologia”.

Nel 1867 fu ministro delle finanze del governo Rattazzi battendosi per la vendita dei beni ecclesiastici e l’abolizione del corso forzoso. Si dimise dopo pochi mesi, partecipando intensamente, spesso seduto tra i banchi dell’opposizione, all’attività politica e parlamentare. [Biografia a cura di Pier Francesco Asso, Archivio Storico degli Economisti]
Fu socio nazionale dell'Accademia dei Lincei (1876), Senatore del Regno d'Italia (1881).
Ebbe varie onorificenze: Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia, Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia. 

La Raccolta Francesco Ferrara è la biblioteca personale di Francesco Ferrara, donata dagli eredi nel 1901 alla Regia Scuola superiore di Commercio di Venezia.

Comprende quasi 9.000 tra volumi e opuscoli di materia prevalentemente economico-giuridica e storica, con alcune edizioni antiche.

"[...] Ma l’accrescimento più prezioso fu quello dei libri che già appartennero all’illustre primo direttore della Scuola. La raccolta completa ci venne generosamente largita dalla famiglia Ferrara e riflette essenzialmente le scienze economiche, politiche ed amministrative. Vi si notano le edizioni originali di quelle opere straniere che apparvero nella Biblioteca dell’economista, tradotte e precedute dalle celebri prefazioni dell’illustre Maestro. Si custodiscono in questo fondo speciale parecchie migliaia di opuscoli, di cui alcuni divenuti assai rari, ed ancora collezioni di riviste e di atti d’accademie, e non pochi libri importanti per la storia del risorgimento italiano, nella quale il Ferrara lasciò notevole traccia" (R. Scuola Superiore di Commercio In Venezia, La R. Scuola superiore di commercio in Venezia: notizie e documenti presentati dal Consiglio Direttivo della Scuola alla Esposizione internazionale di Torino 1911, Venezia 1911, p. CX).

"[...] Biblioteca di Francesco Ferrara, che per la sua posizione politica e scientifica, per la direzione da lui tenuta della Biblioteca dell’Economista, si può dire possedesse tutto ciò che fra il 1840 ed il 1890 si pubblicò in Italia, ed in larga parte anche fuori d’Italia, in materia economica; ed ha soprattutto conservato un grande numero di opuscoli diventati rarissimi e spesso anzi introvabili" (Annuario del R. Istituto superiore di economia e commercio di Venezia, 1938/1939, p. 13).

Catalogo Francesco Ferrara

Tommaso Fornari (docente) lasciò a Ca' Foscari oltre 300 volumi di economia, diritto e statistica, con alcune edizioni antiche.

Antonio Fradeletto (Venezia, 4 marzo 1858 – Roma, 5 marzo 1930), politico, storico e docente di letteratura, fu intellettuale fortemente radicato nella realtà veneta e nazionale, fu tra i fondatori e primo segretario generale della Biennale di Venezia (1894-1920).

A Ca’ Foscari ha insegnato letteratura italiana, storia del commercio, storia politica, storia diplomatica e lingua e letteratura italiana dal 1881 al 1930 [fonte: ASCF - Archivio Storico di Ca' Foscari].

Nel 1889 venne eletto nel Consiglio comunale di Venezia e divenne uno degli animatori della vita culturale veneziana. Con Giovanni Bordiga, assessore alla pubblica istruzione, nel 1887 organizzò la prima Esposizione nazionale di pittura e scultura (la futura Biennale), approvata ufficialmente dalla giunta nel 1893 e inaugurata nel 1895 [fonte: Wikipedia].

Giornalista, collaborò con “Il Giornale di Padova” e “La Venezia”; fu socio corrispondente della Deputazione di storia patria per le Venezie (dal 1889), segretario generale della Esposizione biennale artistica nazionale, poi Biennale di Venezia (1894-1920), membro dell'Istituto veneto di scienze, lettere e arti di Venezia (dal 1906), ministro delle terre liberate dal nemico nel governo Orlando (1917-1919), Senatore del Regno d'Italia dal 1920 [fonte: scheda biografica sul Portale storico della Camera dei Deputati].

Presso l'Archivio Storico di Ca' Foscari (ASCF) è conservato un album realizzato nel 1921, Ad Antonio Fradeletto, Venezia 1921, che raccoglie fotografie con dedica e biglietti di stima pervenuti in occasione delle onoranze per il 40° anno di insegnamento di Fradeletto organizzate dall'Associazione Antichi Studenti (1 album con fotografie e biglietti incollati, con indice manoscritto dei nomi, 131 p., legato in cartone rivestito in velluto, con copertina decorata con bassorilievo artistico in metallo smaltato raffigurante una fontana).

La Raccolta Antonio Fradeletto comprende quasi 4000 volumi di letteratura, arte e teatro, con alcune edizioni antiche.

Catalogo Antonio Fradeletto

Giacomo Luzzatti ([1851?-dopo il 1925]) fu uno dei primi studenti della regia Scuola superiore di Commercio in Venezia; immatricolato nel 1869, si diplomò in Magistero di Economia nel 1874.

Dal 1907 divenne docente nella stessa Scuola di Ca' Foscari, insegnandovi statistica teoretica, statistica, statistica metodologica, demografia e statistica economica fino al 1925.

Il Dono Giacomo Luzzatti è costituito da quasi 5000 volumi di economia, storia, letteratura e scienze, con numerose notevoli edizioni antiche.

Catalogo Giacomo Luzzatti

Giuseppe Maniago (studente) lasciò a Ca' Foscari circa 50 di volumi di economia e diritto.

Il Dono Renato Manzato (docente), acquisito nel 1915, consiste in oltre 1200 volumi di diritto, con alcune edizioni antiche.

Margaret Newett (docente) lasciò a Ca' Foscari circa 300 volumi di letteratura inglese, inglese commerciale e letteratura classica, con alcune edizioni antiche.

Raffaello Putelli (Palmanova, 13 gennaio 1857 - Venezia, 10 settembre 1920), laureatosi nel 1878 in storia e geografia all'Istituto di Studi Superiori di Firenze, insegnò inizialmente nel regio Istituto tecnico di Udine; fu trasferito a Mantova nel 1879 come professore di storia civile nel regio Istituto Tecnico di Mantova dove insegnò fino al 1904. A Mantova fu anche coadiutore bibliotecario alla Biblioteca Comunale Teresiana dal dicembre 1884, dove subentrò nel 1885 a Antonio Mainardi come direttore f.f. e fu nominato bibliotecario dal 1899, incarico che ricoprì fino al 1902 [fonte: C. Guerra, La bibliotecaria Ada Sacchi Simonetta e l'Associazione nazionale dei funzionari delle biblioteche e dei musei comunali e provinciali (1911-1931), in: "Bollettino AIB", vol. 50 n. 4, dicembre 2010, p. 407-431, a p. 409 nota 7].

Dal 1904 il Putelli si trasferì a Venezia, dove fu professore di lettere italiane e di storia civile nel regio Istituto Nautico [fonte: P.L. Rambaldi, Raffaello Putelli, in "Nuovo archivio veneto", n.s., a. 23, v. XL, 1920, p. 197-199].

Tra le sue opere: Il duca Vincenzo 1. Gonzaga e l'interdetto di Paolo 5. a Venezia (1911), Considerazioni sull'Interdetto di Paolo 5.: discorso tenuto nella solenne adunanza della R. Deputazione veneta di storia patria il 15 novembre 1914 (1914), Daniele Manin nell'esilio: conferenza letta all'Ateneo Veneto il 1. aprile 1917 (1917).

Fu socio delle Accademie di Udine e di Mantova, dell'Ateneo Veneto, della Deputazione veneta di storia patria, e dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano.

La Raccolta Raffaello Putelli, acquisita nel 1923, comprende quasi 3000 volumi di storia, letteratura e scienze, con alcune edizioni antiche.

Catalogo Raffaello Putelli

Gino Ravà lasciò a Ca' Foscari circa 250 volumi di scienze politiche economiche e finanziarie, con alcune edizioni antiche.

Daniele Riccoboni (docente) lasciò a Ca' Foscari circa 300 volumi di linguistica, letteratura e storia, con alcune edizioni antiche.

Pietro Rigobon (Venezia, 28 maggio 1868 - 30 marzo 1955), allievo di Fabio Besta, si diplomò alla R. Scuola superiore di commercio di Venezia nel 1887.

Insegnò prima all'Istituto superiore di commercio di Bari, poi tornò alla R. Scuola superiore di commercio di Venezia dove insegnò dal 1906 al 1941 banco modello, tecnica commerciale, tecnica mercantile e bancaria, tecnica commerciale-industriale-bancaria e professionale.

Si dedicò anche a ricerche storiche; tra le sue opere: Cenni sulla contabilità delle antiche corporazioni religiose in Toscana (1891); La contabilità di stato nella repubblica di Firenze e nel granducato di Toscana (1892); Studi antichi e moderni intorno alla tecnica dei commerci (1902). Collaborò con il Besta nella raccolta e illustrazione dei documenti finanziari della Repubblica di Venezia.

A partire dal 1908 il Rigobon curò la Biblioteca di Ca’ Foscari (Archivio Storico di Ca' Foscari, Organi Collegiali). Il ruolo che Pietro Rigobon assume per la biblioteca, e che si protrarrà fino al 1932, diventa via via sempre più importante: interviene sulla organizzazione amministrativa della biblioteca, acquista personalmente in librerie antiquarie volumi di particolare rarità. Crea la nuova collezione di “Banco Modello” e allestisce il “Museo del Banco”:
«modulari dei documenti e formulari, adoperati nella pratica degli affari e per l’ordinamento amministrativo e di ragioneria di aziende di varia specie, corredato delle pubblicazioni fatte dalle aziende stesse e che ne illustrano l’organizzazione e la vita. […] Con compiacimento ricordiamo che parecchie delle aziende pregate dell’invio del loro modulario aderirono all’invito, lodando l’iniziativa, e che per alcune banche, casse di risparmio, società d’assicurazione, di navigazione, ecc., il dono fu facilitato dal fatto che vi si trovano quali direttori o ad ufficio importante antichi nostri studenti, che furono ben lieti di manifestare anche in questa occasione l’affetto che li lega alla Scuola» (La R. Scuola superiore di commercio in Venezia : notizie e documenti presentati dal Consiglio direttivo della scuola alla Esposizione internazionale di Torino 1911, p. CXII).

Fu direttore dell'Istituto superiore di studi commerciali Ca' Foscari (1917-1919).

Dal 1920 Rigobon coinvolse Roberto Cessi nella gestione della Biblioteca di Ca' Foscari e gliene affidò la catalogazione descrittiva e semantica; la loro fraterna amicizia traspare dalle parole che il Cessi gli dedicò alla sua morte ("Archivio veneto", 5. s., v. LVI-LVII, 1955, p. 183-184).

Fu membro del “Comitato regionale veneto per la celebrazione centenaria del 1848-49”, per il quale pubblicò Gli eletti alle assemblee veneziane del 1848-49 (1950).

Il Dono Pietro Rigobon venne acquisito nell'ottobre del 1942 in seguito a donazione disposta dal Rigobon ormai in pensione (cfr: ASCF-Archivio Storico di Ca' Foscari, Organi Collegiali, verbale del 26 ottobre 1942).

Rigobon, in una sua lettera datata 18 ottobre 1942 al direttore dell'allora Istituto universitario di Economia e commercio, prof. Alfonso De Pietri-Tonelli, scrive:
"Caro illustre Direttore, in questi ultimi anni, che spero del resto parecchi, mi dedico a letture di letterati e a indagini di storia del Risorgimento. Posso perciò disporre fin d'ora della maggior parte dei miei libri. I più di essi però esistono di già nella Biblioteca del nostro Istituto. Penso che i duplicati costituirebbero, più che altro, un ingombro. Dono a Ca' Foscari quel che ci manca, escludendo poche cose, legate al Risorgimento, a cui darò a suo tempo destinazione probabilmente diversa. Il mio non è un dono cospicuo, anche perché ho studiato sul materiale delle Biblioteche più che sui libri miei. Però alcune opere hanno qualche pregio bibliografico; altre accresceranno la collezione di vecchi lavori di discipline commerciali; parecchi altri volumi ed opuscoli mi paiono di qualche utilità. Comunque, questo mio incremento alla Biblioteca di Ca' Foscari è manifestazione del mio grande affetto pel glorioso Istituto, che ha sede nella mia Venezia, del quale fui studente e per lunghi anni insegnante..." (ASCF-Archivio Storico di Ca' Foscari, Docenti, Fascicolo Rigobon Pietro).

Catalogo Pietro Rigobon

Bruno Roselli (studente) lasciò a Ca' foscari circa 100 volumi di economia, diritto e sociologia, con alcune edizioni antiche.

Il Dono Gilberto Secrétant fu acquisito nel 1923 e consiste in oltre 1000 volumi di economia, diritto, storia e letteratura, con alcune edizioni antiche.

Vincenzo Vianello (Venezia, 28 settembre 1866 - Roma, 1935), dopo aver studiato alla regia Scuola superiore di Commercio di Venezia come discepolo di Fabio Besta, si diplomò nel 1887.

Fu docente di ragioneria dal 1907 al 1934 a Torino e a Roma, ed ebbe particolare competenza in contabilità dello Stato. Tra le sue pubblicazioni: La ragioneria e le sue attinenze (1891); Luca Paciolo nella storia della ragioneria (1896); Istituzioni di ragioneria generale (1907).

Il Legato Vincenzo Vianello, acquisito nel 1935, è costituito da oltre 1000 volumi di ragioneria, tecnica bancaria e diritto commerciale e comprende alcune notevoli edizioni antiche.

Catalogo Vincenzo Vianello

Last update: 27/02/2024