Teatro Ca' Foscari: residenze, laboratori, workshop 2017/2018

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Il Teatro Ca’ Foscari propone la partecipazione a residenze artistiche, laboratori e workshop collegati alla programmazione 2017/2018. Tutte le attività si svolgono presso il Teatro Ca’ Foscari. Ecco gli appuntamenti della prossima stagione

Esercizio di lettura rivolto agli studenti della città di Venezia
Chiara Guidi
Lettere dalla notte

liberamente tratto dai testi di Nelly Sachs
con Chiara Guidi e il coro degli studenti della città
musica eseguita dal vivo dall’autore Natàn Santiago Lazala
cura del suono Andrea Scardovi
traduzione Anna Ruchat
produzione Societas in collaborazione con Liberty
martedì 17 ottobre 2017 - dalle 14.00 alle 18.00
mercoledì 18 ottobre 2017 dalle 14.00 alle 18.00
giovedì 19 ottobre 2017 dalle 16.00 alle 20.00
spettacolo finale giovedì 19 ottobre 2017 alle ore 20.30
La deadline per le iscrizioni è fissata al 10 ottobre 2017

L’esercitazione è aperta agli studenti delle Università, Accademie e Conservatori della città di Venezia con o senza esperienza attoriale. È richiesta la frequenza ai tre incontri pomeridiani e alla presentazione serale aperta al pubblico.
E’ un invito a fare esercizio di lettura in coro sui componimenti della poetessa tedesca Nelly Sachs a partire dalla tecnica molecolare messa a punto da Chiara Guidi nel suo percorso di ricerca vocale.
Verranno svolti esercizi per dare espressione e cadenza ai singoli fonemi in una prospettiva di orchestrazione.
Al termine del terzo giorno, il coro confluirà nella lettura di Lettere dalla notte, con Chiara Guidi, in scena giovedì 19 ottobre 2017 alle ore 20.30
In Lettere dalla notte la scrittura di Nelly Sachs, premio Nobel nel 1966, verrà percorsa da Chiara Guidi anche attraverso una parte del carteggio che l’autrice ebbe tra il 1954 e il 1969 con Paul Celan (“Ma tu capisci, viviamo entrambi nella patria invisibile”), con cui condivise la condizione di esule dalla storia e dalle ferite del Novecento.
Il coro, invece, intersecherà la propria voce a quella di Chiara con le parole dei cori che Nelly Sachs scrisse:
Coro degli orfani
Coro dei nascituri
Coro dei salvati
Vi potrà partecipare chiunque voglia dimenticare la propria voce per ritrovarla tra le voci

CHIARA GUIDI
Fondatrice con Romeo e Claudia Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio, oggi Societas, sviluppa una personale ricerca sulla voce come chiave drammaturgica nel dischiudere suono e senso di un testo, ma anche come corpo, azione, disegno, rivolgendo la propria tecnica vocale sia a produzioni per un pubblico adulto, sia elaborando una specifica concezione di teatro legato all’infanzia.

Operai di civiltà
Workshop condotto da Patricia Zanco
Mercoledì 8 novembre 2017 h. 10-14

Un lavoro sulla voce e sul coro come corpo sociale
Il workshop è inserito all’interno delle attività formative del progetto regionale Dedalus - Sapere nuovo per artisti e artigiani dello spettacolo, cod. 3706-1-1401-2016.
La deadline per le iscrizioni è fissata al 10 ottobre 2017
A partire dal proprio percorso artistico, Patricia Zanco lavorerà con il gruppo di giovani artisti e studenti sul gesto simbolico e l’azione efficace (haiku) come poesia ardente di azioni in movimento, con un focus sulla voce.

Prendendo spunto dai suoi progetti e quindi dai testi che stanno alla base della sua ricerca, il lavoro di Patricia Zanco si concentrerà sulla voce del coro come corpo sociale, un coro che è cittadinanza, un noi condiviso che sa guardare il proprio tempo e parlarne a scapito dell’I like che con troppa facilità viene messo a qualsiasi comunicazione appaia interessante.

I Like, I Like, e con buona pace del potere la collettività è diventata una informe massa di tuttologi disinformati incapaci di responsabilità civile, quella che chiederebbe vera informazione e contro informazione con chiare fonti, che si ottengono solo attraverso lo studio approfondito e l’esperienza.
Se al potere, qualsiasi potere, manca la visione, lo sguardo del “campo lungo” che gli permetterebbe di costruire un futuro di contenuti, perché noi agiamo come corpo estraneo in un’impossibilità di vita in comune e preferiamo i protagonismi individuali alla costruzione della “città ideale”?
Per questo cerco la voce del Coro, quella voce primaria fatta anche di rito, di suono, di sguardo prima della forma della parola significante, lo cercheremo nel workshop, la parola nuova che risuoni nella città.
[Patricia Zanco]
Patricia Zanco è attrice e regista. Studia Danza contemporanea con Susanna Beltrami a Verona. Canto con Malcom King. Lydia Stix – Il Piccolo di Milano. Formazione Teatrale al Centro di Ricerca e Sperimentazione Teatrale di Pontedera. Ricerca vocale presso il Roy Hart Theatre a Malèrargues. Francia.
Inoltre studia con: Francois Kahn, Laura Curino, Marco Baliani, Alfonso Santagata, Serena Sinigaglia e Emma Dante. Marise Flash -Piccolo di Milano. Anatoli Vasiliev T.di Mosca. Tadashi Suzuki - SCOT of Toga and Tokio. Sofia Kalinska - Cricot di Tadeuz Kantor. Mamadou Dioume, Yoshi Oida, Bruce Myers, Sotigui Kouiatè - CICT/Theatre Bouffes du Nord di Peter Brook. Kristian Lupa - T. Cracovia. L’esperienza di Patricia sulla voce viene da un lungo studio fatto con il Roy Hart Theatre. Ha poi continuato la ricerca sia nella formazione teatrale sia nei territori che la ricerca stessa apriva.

Poiché la voce tocca corde molto profonde del nostro essere, la chiamarono muscolo dell'anima e così mi sono spinta a immaginare quello spazio interiore che ogni essere umano ha e non sa di avere, quella voce che c'è e non si riconosce. [Patricia Zanco]

La scrittura teatrale in doppia partitura
Workshop condotto da Marcello Chiarenza
Mercoledì 29 novembre 2017 h. 10-14

Nel seminario si studierà il rapporto fra la parola e l'immagine, tra la voce e l'azione. Il workshop è inserito all’interno delle attività formative del progetto regionale Dedalus - Sapere nuovo per artisti e artigiani dello spettacolo, cod. 3706-1-1401-2016.
La deadline per le iscrizioni è fissata al 10 ottobre 2017

Il tema dell'incontro riguarderà il rapporto fra la parola e l'immagine, tra la voce e l'azione.
Scrivere in doppia partitura significa tener conto di ciò che vedo e ciò che sento.
Tale rapporto favorisce una risultante che può aggiungere novità: come dire che la somma di due colori ne determina un terzo. A questo riguardo, quel che si vede, non deve banalmente ribadire quel che si sente e viceversa.
Le due scritture devono lasciare uno spazio a una terza via ancora da scrivere. Se la parola e l'immagine hanno lo stesso colore, il loro rapporto non produrrà nulla di nuovo.
La partitura per gli occhi comprende la luce, la scenografia, i costumi, gli oggetti: ed è bene che il tutto si faccia movimento, coreografia di uomini e cose.
La partitura dell'ascolto è pertinente alla voce, la parola, i suoni, i rumori e la musica; inutile dire che in questo caso tutto è già movimento che viaggia alla velocità del suono.
Nella doppia scrittura è importante che ciascuna partitura abbia una certa autonomia: come nel caso delle partiture di singoli strumenti di un'orchestra che poi suonando insieme danno vita alla sinfonia.
In questa libertà, il rapporto fra la visione e l'ascolto può creare una sorta di vuoto, un interrogativo, uno spazio nuovo che lo spettatore occupa e completa con i suoi pensieri. Così il senso si allarga, la percezione attiva dello spettatore si arricchisce: si può ascoltare più di quanto è stato detto, si può vedere più di quanto è stato visto.
Partendo dal presupposto che le grandi immagini sono invisibili vibrazioni interiori … una scrittura in partitura doppia lascia allo spettatore un ruolo importante, un terzo spazio per completare l'opera con l'occhio della sua mente.
In origine, con la parola teatro non si indicava tutto l'edificio, ma il posto a sedere degli spettatori. In ultima analisi il teatro è lo spazio dell'immaginazione.

Marcello Chiarenza, laureato in architettura presso il Politecnico di Milano, da decenni opera nel campo della figurazione simbolica e della drammaturgia della festa, nei diversi ruoli di scultore, pittore, scenografo, conduttore di laboratori, autore e regista teatrale.
Chiarenza ha lavorato in qualità di drammaturgo, regista e scenografo con i maggiori gruppi italiani di teatro di prosa, opera e teatro ragazzi quali il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Archivolto di Genova, la Biennale Teatro di Venezia, Elsinor di Milano, il Teatro Doninzetti di Bergamo, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Comunale di Modena, l’Arena del Sole di Bologna, Teatro del Buratto di Milano.
Firma testi, scene e regie per la compagnia londinese di teatro ragazzi Lyngo Theather.
Fondatore di Arcipelago Circo Teatro, prima compagnia italiana di genere, è autore, regista e scenografo di Ombra di Luna nel 2001 e Creature nel 2004, di Cineserie e Tesoro nel 2006.
Cofondatore di Karakasa Circus, nel 2011 è autore, regista, scenografo dello spettacolo di nuovo circo Casa Dolce Casa.
Sue mostre sono state allestite a Stoccarda, Francoforte, Parigi, Lille, Basilea, Marakesh, Tel Aviv, Maascricht, Milano, Cremona, Mantova, Palermo, Genova, Barcellona, Londra, Lugano e Copenaghen.

Guasto
di Marcello Chiarenza

liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Christa Wolf
con giovani attori e studenti dell’Università Ca’ Foscari
con la partecipazione del musicista Carlo Cialdo Capelli
Il Teatro Ca’ Foscari propone un progetto di residenza artistica diretto da Marcello Chiarenza. Il laboratorio consiste nella messa in scena di uno spettacolo teatrale che verrà presentato al Teatro Ca’ Foscari mercoledì 7 e giovedì 8 marzo 2018. La residenza si svolgerà presso il Teatro Ca’ Foscari da gennaio a marzo 2018, per un totale di circa 15 giornate di impegno. Il calendario dettagliato verrà comunicato successivamente.
La deadline per le iscrizioni è fissata al 10 dicembre 2017

Il risveglio all’indomani del disastro nucleare di Černobyl': uno spettacolo sull'uomo e la Natura e sulla possibilità che l’uomo stesso ha di guastare irrimediabilmente questo rapporto.
Il progetto di messa in scena prende le mosse da un'importante esperienza che Marcello Chiarenza realizzò trenta anni fa, quando fu incaricato dal leader dei Verdi al parlamento europeo di Strasburgo, di progettare uno spettacolo ispirato a un romanzo di Christa Wolf (Guasto), con un gruppo numeroso di studenti. Fu un successo. Chiarenza ha pensato di approfondire e riproporre oggi quella bella avventura, consapevole che il tema è, purtroppo, sempre attuale.

Il soggetto
L'argomento tratta della malattia di un uomo, il fratello della scrittrice e della malattia della natura, che riguarda la collettività, causata dalla fusione del reattore nucleare della centrale di Černobyl'.

Lo spettacolo
Teatro di coralità, senza ruoli da protagonista, per giovani attori( fino a un numero massimo di venti).
Una scenografia leggera e dinamica pensata per l'azione: soprattutto oggetti di natura simbolica.
Non è previsto l'uso di musiche registrate. La musicalità dello spettacolo sarà il frutto di un lavoro sulla coralità degli attori: voce, percussione di oggetti e qualche piccolo strumento musicale, come ad esempio un flauto.
Il regista si avvarrà della consulenza di un musicista (esperto compositore di musiche per il teatro) a cui sarà affidata l'orchestrazione delle voci e dei suoni.
L'esperienza che propongo è quella di un teatro povero e ricco allo stesso tempo. Un esempio di teatro corale in cui il testo non consiste solo nelle parole da recitare, in quanto la scrittura complessiva sarà il prodotto orchestrato di parole, voci, movimenti, immagini, suoni e luci. Aspirando così, sia pure in piccolo, a una forma di teatro sinfonico.
[Marcello Chiarenza]

Workshop di Gaga
condotto da Andrea Costanzo Martini
Mercoledì 28 marzo 2018, ore 16.00-19.30 Giovedì 29 marzo 2018, ore 10.00-14.00

La deadline per le iscrizioni è fissata al 10 marzo 2018
Con il termine “Gaga” viene definito un nuovo modo di acquisire una profonda conoscenza e consapevolezza di sé e del proprio corpo attraverso il movimento. Questo approccio alla danza è stato sviluppato dal danzatore e coreografo Ohad Naharin durante la sua direzione della Batsheva Dance Company ed è utilizzato quotidianamente come tecnica di base sia dai membri della Batsheva Dance Company sia del Batsheva Ensemble. Il Gaga (che è stata la prima parola pronunciata da Ohad da bambino) nasce dall’idea che un danzatore debba rafforzare la muscolatura, e aumentare la flessibilità e agilità del suo corpo senza mai perdere di vista lo sviluppo dei sensi e dell’immaginazione. Con il Gaga si migliorano i movimenti istintivi e si collegano i movimenti inconsci con quelli consci, ci si libera delle abitudini motorie che irrigidiscono il flusso del corpo e della fantasia, praticando movimenti semplici in spazi piacevoli e con abiti comodi. Le lezioni di Gaga prevedono la presenza di un insegnante che conduce i danzatori attraverso una elettrizzante pratica di ricerca improvvisata a partire dalla descrizione di una serie di immagini utili a farli superare i loro limiti fisici ed emotivi.
Andrea Costanzo Martini si è formato come danzatore dapprima in Italia e poi in Germania presso la Heinz-Bosl Stiftung Ballet Akademien. Dal 2004 ha avviato la sua carriera professionale come danzatore presso l’Aalto Staats Theater Essen e dal 2006 per due anni presso il Batsheva Ensemble per poi passare alla Batsheva Dance Company (Israele). In seguito ha danzato per il Cullberg Ballet (Stoccolma) e ha iniziato a cimentarsi anche come coreografo.
Dal 2012 è tornato in Israele dove ha danzato per la Inbal Pinto Dance Company continuando a creare anche propri pezzi. Con il pezzo What Happened in Torino ha vinto il primo premio per la danza e la coreografia all’International Stuttgart Solo Competition (2013) e il premio del pubblico al Mas Danza Festival in Gran Canaria, Spagna (2015). Da quel momento le sue produzioni sono state sostenute da Pavillon Noir Aix-en-Provence, Tanzhaus Zürich, Lublin Centrum Kultury, Suzan Dallal Center Tel Aviv, NOD Torino, Tmuna Theater Tel Aviv, Hateiva Theater e Teatro Piemonte Europa.
Parallelamente ha continuato la sua attività di insegnante di Gaga e improvvisazione sia in Israele (presso il Gaga center del Suzan Dallal Center a Tel Aviv e presso il Vertigo Studio a Gerusalemme) sia in Europa.

Rime contemporanee
Laboratorio teatrale condotto da Marta Dalla Via
Lunedì 16 aprile 2018 h. 10-16
Martedì 17 aprile 2018 h. 10-19
Mercoledì 18 aprile 2018 h. 10-19

La deadline per le iscrizioni è fissata al 10 marzo 2018
Se Majakovskij fosse nato negli anni zero sarebbe una star del rap
La poesia, tutta! È un viaggio nell’ignoto La poesia è l’estrazione del radio Per ogni grammo estratto, un anno di fatica Sprechi, per una sola parola, migliaia di tonnellate di minerale verbale
V. Majakovskij, Conversazione con l’ispettore delle imposte intorno alla poesia
Cercare di trasformare o travalicare la realtà è un atto poetico. La pratica teatrale e il suo studio sono un buon aiuto per affinare queste capacità, che ognuno di noi possiede e che, a ben guardare sono una sorta
di piacere dovere. Essere poeti delle proprie abitudini è l’invito che faccio ai partecipanti di questo laboratorio. Lo faremo studiando alcuni passaggi dell’opera di Majakovskij che non si stancava mai di ripetere “Mettete all’ordine del giorno il problema della vita quotidiana”. Il suo intento era quello di innescare la parola/poesia per provocare un processo di mutamento in grado di portarci verso un’azione/rivoluzione. Rifletteremo insieme sulla parola agìta, essenza del teatro, che trovo abbia una personificazione contemporanea in discipline rubate alla strada come il writing e il free-style che incarnano una comunicazione fuori dagli schemi. Capiremo come scrivere o riscrivere, quindi interpretare, una poesia urbana che sia ritratto, anche deformato, di noi e della città che ci circonda. Lo faremo partendo da alcuni graffianti testi poetici in grado di parlare al nostro tempo, ma anche percorrendo i paesaggi delle nostre canzoni preferite o analizzando le nostre “massime da Smemoranda” scritte su muri e diari. Sarà interessante elaborare pensieri ed emozioni in quel luogo mentale, speciale e sicuro che è il teatro. “La scrittura a voce alta” e la sua condivisione saranno occasioni uniche per confrontare i saliscendi emotivi che ogni giorno ci regala. Nel percorso potremo avvalerci anche del contributo narrativo e della presenza di giovani e talentuosi rapper. [Marta Dalla Via]
Marta Dalla Via inizia il suo percorso artistico seguendo il lavoro di Pippo Delbono, Laura Curino, Angela Malfitano, Francesca Mazza, incontrati durante i laboratori organizzati dal CIMES - Centro Interfacoltà Musica e Spettacolo - Università di Bologna. Nel 2001 si diploma presso la scuola di teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone. Si laurea nel 2003 al Dams di Bologna. Scrive e mette in scena Veneti fair (2010). Insieme al fratello Diego Dalla Via scrive Piccolo Mondo Alpino progetto vincitore del Premio Kantor. Mio figlio era come un padre per me è il progetto vincitore del premio Scenario 2013. Insieme a Diego Dalla Via a e Roberto di Fresco forma la compagnia Fratelli Dalla Via che vince il premio Hystrio Castel dei Mondi nel giugno 2014. Nel 2015 è diretta da Fabrizio Arcuri in “Faust In and Out” di Elfriede Jelinek prodotto da Accademia degli Artefatti. A febbraio 2016 debutta Drammatica Elementare nuova produzione Fratelli Dalla Via in collaborazione con Piccionaia Centro di Produzione Teatrale e Bassano Opera Estate Festival B-Motion. Personale Politico Pentothal è il suo ultimo progetto.

INFORMAZIONI GENERALI
I laboratori, le residenze e i workshop sono rivolti principalmente agli studenti dell’Università Ca’ Foscari, ma sono aperti a studenti di altre Università, Accademie e Conservatori, giovani attori e a chiunque sia interessato a partecipare, sulla base della presentazione di una lettera di motivazioni e di un curriculum aggiornato.

La candidatura dovrà essere inviata all’indirizzo  teatro.cafoscari@unive.it. La partecipazione è gratuita.
Per le attività di laboratorio è previsto il riconoscimento di crediti formativi, con il consenso dei Collegi didattici dei singoli corsi di laurea dell’Ateneo, cui va sottoposta la richiesta. Per ulteriori informazioni o chiarimenti scrivere a  teatro.cafoscari@unive.it.