Rohullah: da Kabul a Venezia con la borsa di studio di Ca' Foscari

condividi
condividi
Rohullah Safi

Tra le migliaia di persone che nell’agosto 2021 hanno cercato di fuggire dall’Afghanistan, caduto di nuovo nelle mani dei talebani, ci sono anche molti studenti universitari. Atenei di tutto il mondo si sono attivati per dare un aiuto concreto a questi ragazzi e ragazze che si sono visti privati di molti diritti, tra i quali quello allo studio e che, in tempi strettissimi, hanno dovuto prendere decisioni importanti sul loro futuro.

Ca’ Foscari ha risposto a questa crisi umanitaria erogando borse di studio a supporto di studentesse e studenti afgani che intendono studiare a Venezia per l’anno accademico 2021/2022. Ogni borsa ammonta a cinquemila euro, ai quali si aggiunge l’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie.

Il viaggio da Kabul a Mashhad (Iran) dello studente di informatica Rohullah Safi è durato un giorno e una notte, tra autobus e taxi. Dall'Iran, Rohullah è rimasto in contatto costante con Ca' Foscari, dove sogna di poter continuare a studiare Computer Science. Ora sta finalmente aspettando di raggiungere Venezia e ha condiviso con noi il racconto della prima parte di questo nuovo capitolo della sua vita.

Rohullah, com’era la tua vita prima che i talebani tornassero al potere? 

Sono di Baghlan, una provincia nel nord dell’Afghanistan che è rinomata per i suoi prodotti agricoli e per l’allevamento. Da quando andavo a scuola sono appassionato di informatica, e ho seguito parecchi corsi per ottenere delle certificazioni, come quelle di Cisco e di Microsoft. Nel 2018 ottenni la laurea in Informatica a Kabul, e da allora ho lavorato nel settore IT con organizzazioni locali e internazionali. 

Come sei fuggito da Kabul?

Quando i talebani hanno preso il controllo della città, la situazione è diventata drammatica. Mentre Kabul era sotto assedio, non ero neanche sicuro che saremmo sopravvissuti. Ma quando c’erano momenti di tregua, pensavo e ripensavo a come trovare un modo di assicurarmi una vita migliore e anche i miei obiettivi per il futuro. Quando i talebani hanno ottenuto il controllo di tutto il Paese, decisi che non potevo perdere tempo: dovevo fuggire da Kabul. 

Andai alla stazione degli autobus e comprai un biglietto per Herat. Fu il viaggio più triste e deprimente della mia vita, perché stavo lasciando la mia famiglia in una zona di guerra. Dopo 19 ore di viaggio, il bus arrivò a Herat. A questo punto dovevo sperare di poter attraversare il confine con l’Iran, quindi presi un taxi da Herat a Islam Qala, che si trova vicino al confine tra Afghanistan e Iran. Grazie al passaporto, i talebani mi lasciarono attraversare il confine. A quel punto continuai il mio viaggio verso la città di Mashhad, e dopo tre ore finalmente la raggiunsi. Il viaggio da Kabul a Mashhad è durato 26 ore. 

Perché hai scelto di studiare a Ca’ Foscari, e cosa studierai?

Avevo iniziato a cercare opportunità di studio post-lauream circa un anno fa, e la mia domanda di ammissione è stata accettata. Volevo proseguire i miei studi in informatica, e Ca’ Foscari offre un corso di laurea magistrale in Computer Science. Il secondo motivo per cui ho scelto Ca’ Foscari è Venezia, una città meravigliosa, che mi attira molto. Sono iscritto al corso di laurea magistrale in Computer Science, percorso in Software Dependability and Cyber Security. 

Ca’ Foscari ti ha aiutato durante questo periodo difficile?

L’università ha organizzato una riunione online per gli studenti afgani, in cui abbiamo parlato della nostra situazione e di varie difficoltà insieme alla Rettrice, al Direttore dell’International Office, e a vari docenti. Hanno ascoltato le nostre preoccupazioni e hanno provato ad aiutarci, tenendosi in contatto con noi via email, supportandoci da un punto di vista amministrativo e dandoci consigli. Sono molto grato al personale di Ca’ Foscari e voglio ringraziare tutti, dal profondo del cuore, per avermi aiutato ad ottenere la mia VISA in tempi più brevi.

Com’è la situazione in Afghanistan per le persone della tua generazione?

La situazione in Afghanistan peggiora di giorno in giorno. Molti professionisti hanno già lasciato il Paese a causa delle minacce, e i giovani non sanno cosa fare per assicurarsi un futuro migliore. I professionisti rimasti lì stanno cercando lavoro online, sperando di collaborare con organizzazioni internazionali, ma la situazione è critica: non ci sono strutture e servizi nella capitale e la gente sta perdendo le speranze. Nonostante questo, il popolo afghano continua a impegnarsi per il futuro del Paese. Ci sono ancora moltissimi studenti intrappolati in Afghanistan. Vorrei che fosse possibile aiutarli di più, per assicurare loro gli studi e i progetti per il futuro. 

Sei mai stato a Venezia? Come immagini la tua vita da studente in Italia?

Non sono mai stato a Venezia. Credo che come studente cercherò di concentrarmi per raggiungere i miei obiettivi — le scienze informatiche sono la mia passione e ho lottato per arrivare dove sono ora. Come studente afghano, ritengo che questa sia un’opportunità irripetibile perché potrò conoscere il sistema educativo europeo e la sua qualità. Non vedo l’ora di imparare dai docenti e di continuare a impegnarmi per raggiungere i miei obiettivi e trasformare i miei sogni in realtà. 

Joangela Ceccon / Federica Scotellaro