“Giovani chimici”, primo premio alla cafoscarina Marta Da Pian

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“Se qualcuno non avesse studiato la risonanza di un protone oggi non avremmo le macchine per la risonanza magnetica. Senza la ricerca di base non sarebbe possibile nessuna applicazione in nessun campo”.  Riassume così Marta Da Pian, dottoranda in Chimica a Ca’ Foscari, e neo vincitrice del primo premio del Reaxys SCI Young Researcher Award 2016, la sua passione per la chimica nata tutta da un perché. “Fin da piccola ho sempre chiesto tanti perché, sono curiosa, mi piace capire la ragione dei fenomeni. E poi alle medie e alle superiori ho avuto degli insegnanti bravissimi che mi hanno appassionato alla chimica”.

Il suo studio, a Ca’ Foscari, è tutto concentrato su un nuovo tipo di molecole sintetiche scoperte di recente in Giappone, nel 2008, capaci di accelerare i processi chimici e quindi più vantaggiose anche sul piano economico. Lo studio di queste molecole è ancora agli inizi e Ca’ Foscari è una delle prime università ad averlo intrapreso.

“Queste molecole si chiamano pillarareni – spiega Marta Da Pian – e hanno la caratteristica di avere una cavità interna grazie alla quale possono ospitare molecole più piccole e questa combinazione è molto utile per esempio in campo farmacologico perché rende più veloce il trasporto del farmaco all’interno dell’organismo. In campo prettamente chimico, queste nuove molecole rendono più veloci e quindi più efficaci ed economiche alcune reazioni”.

Marta Da Pian, a Ca’ Foscari come dottoranda dal 2014, sta per iniziare il terzo anno del Dottorato in Chimica sotto la guida dei professori Fabrizio Fabris e Alessandro Scarso. Recentemente ha anche trascorso un periodo di studio presso la Freie Universität, in Germania, a Berlino.

Marta Da Pian ha vinto il primo premio 'Giovani Chimici' promosso da Elsevier per l’innovazione, la chiarezza dell’esposizione e il grado di novità della sua ricerca.

L’ultima parte del suo studio a Ca’ Foscari riguarderà il campo della catalisi: “La ricerca di base è fondamentale, apre il campo a nuove scoperte, e non finisce mai. Tutto questo è affascinante ma anche molto faticoso – conclude Marta – studi per dodici mesi una molecola e per nove mesi non succede nulla, poi d’improvviso in un momento può cambiare tutto. E vivi per quell’istante in cui hai contribuito a scoprire qualcosa in più”.