“L’Islam non è terrorismo”. La battaglia degli intellettuali contro l’Islamofobia

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L’Islam è da anni al centro di numerosi dibattiti politici e sociali: troppo spesso però questi sfociano in una polemica che ha poco a che vedere col tema stesso, ma si lega invece ad interessi politici e mediatici; la complessità del soggetto viene quindi irrimediabilmente trascurata, appiattendo un argomento che è invece ricco di sfaccettature, diversità ed interpretazioni. Il mondo accademico in questo frangente ha una grande responsabilità: quella di fornire una nuova e più veritiera versione, insieme agli strumenti culturali necessari a comprenderla.

Il libro “L’Islam non è terrorismo” rappresenta proprio questo sforzo, ed è stato presentato nell’Auditorium Santa Margherita di Ca’ Foscari, il 12 Marzo. Alla conferenza erano presenti gli autori, Francesca Maria Corrao, docente di Lingua e Cultura Araba alla LUISS di Roma, e Luciano Violante, ex magistrato, docente, e socio promotore dell’associazione ItaliaDecide; con loro anche Enzo Pace e Gianpaolo Sacrante, professori all’Università di Padova, e Ida Zilio Grandi, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha aperto la conferenza. Nel suo intervento ha dichiarato come il pregio del libro sia quello di raccogliere varie voci italiane e mediterranee, per mettere un freno all’islamofobia crescente senza però negare gli aspetti critici dell’Islam. È naturale che un credo così antico e complesso presenti, nella storia e nel presente, dei segni di intolleranza; questi però non dovrebbero mai oscurare la cultura enorme che è derivata da questa religione, cultura a cui siamo tutti debitori e che ha rappresentato per secoli ideali di tolleranza e apertura.

Il libro quindi nasce come un tentativo di superare questo oceano di disinformazione: come ha spiegato la professoressa Corrao, la scelta di strutturare il libro in capitoli separati ed accessibili per tutti è derivata proprio dalla volontà di divulgare e dare voce alle differenti culture e ai movimenti interni all’Islam. È importante, inoltre, riuscire a spostare l’attenzione sui valori fondanti che accomunano tutte le religioni e le rendono, fondamentalmente, un aiuto all’essere umano, piuttosto che sulle diversità che ci dividono e creano diffidenza.

Nel volume vengono affrontati vari temi, come la condizione della donna, la mistica islamica e il dialogo interreligioso; ogni capitolo è stato scritto da un autore diverso, tra cui Igiaba Scego, scrittrice e giornalista che ha partecipato a molte iniziative di Ca’ Foscari.

Luciano Violante ha sottolineato come gli intellettuali abbiano una vera e propria responsabilità civile in un contesto di paura e discriminazione che deriva, purtroppo, da anni di inattività da parte del mondo culturale ed accademico. È mancata una risposta alla strumentalizzazione politica e ai pregiudizi crescenti, quando invece la conoscenza e l’approfondimento sono le uniche armi con cui si possono vincere la paura e il terrorismo. L’Islam non è mai uguale a sé stesso, ed è necessario capirlo e farlo capire tramite il dialogo e il confronto, al più grande numero di persone possibile.

Uno dei rischi maggiori, ha confermato il professor Enzo Pace, è che il terrorismo di Daesh diventi l’unico elemento con cui identificare l’Islam, quando in realtà l’Isis è assolutamente privo di qualsiasi sostegno popolare o politico nei Paesi Islamici. Sono altri i movimenti e gli attori importanti che stanno rimodellando le società arabe e mediterranee, e il libro dà voce esattamente a questi soggetti dinamici, moderni ed attuali. Un’altra falsa convinzione, spesso latente ma molto diffusa, è che l’Islam abbia in fondo una sola natura, rimasta invariata nei secoli; invece essa è variegata, meticcia, frutto di contaminazioni con diverse culture, storie e lingue. L’Islam esiste in Pakistan, in Bangladesh, in Africa Sub-Sahariana, dove non arrivò tramite campagne militari, ma attraverso il commercio e gli insegnamenti dei grandi maestri; possiamo quindi affermare che l’Islam sia una religione molteplice, che si è rapportata con moltissime culture, al contrario di come viene spesso presentata dai mass media.

Giampaolo Scarante, che ha concluso l’incontro, prima di essere professore all’Università di Padova è stato ambasciatore d’Italia ad Ankara, dove ha visto crescere una visione dell’Islam come rappresentazione di moralità e giustizia. Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan, in particolare, ha legato indissolubilmente la religione alla politica, promettendo un futuro luminoso ed una società opposta a quella Europea, nella sua visione ormai priva di valori fondanti. Per quanto questa rappresentazione possa essere distorta, esiste realmente una necessità di riportare l’Europa “sulla retta via”, e frenare le derive pericolose che portano a terribili abusi nei campi profughi e nelle città.
Non solo dobbiamo abbracciare la complessità e la ricchezza dell’Islam, ma anche instaurare nuovi rapporti di fiducia e fratellanza con le Nazioni islamiche.


A cura di Teresa Trallori