Coltivare i sogni: un “soggiorno di gruppo” con i bambini di Fukushima

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Per il sesto anno consecutivo l’Associazione Orto dei Sogni ospiterà per un mese venti bambini Giapponesi residenti nelle zone limitrofe a Fukushima, ancora fortemente contaminate dalle radiazioni.

Il progetto nasce nel 2012 per dare un aiuto concreto alle popolazioni colpite dallo Tsunami e dall’incidente nucleare, avvenuti nel marzo 2011; in queste situazioni i bambini sono i soggetti più colpiti, perché costretti a crescere con la costante paura delle radiazioni. L’associazione Orto dei Sogni vuole invece dar loro la possibilità di vivere un’estate serena e spensierata, a contatto con la natura; anche quest’anno il soggiorno verrà trascorso in Pietraligure, in un ambiente salubre che permetterà al loro organismo di combattere l’effetto delle radiazioni e  rafforzare il sistema immunitario.
Grazie alla convenzione con l’Università alcuni studenti cafoscarini del Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea parteciperannno al progetto, vivendo fianco a fianco con i giovanissimi ospiti;

Matteo Bettin, studente del DSAAM e veterano del progetto, ci ha spiegato come avviene l’organizzazione, e quali sono i principali obbiettivi dell’associazione:
“Il progetto si sviluppa in un anno: inizialmente ci occupiamo di cercare volontari, che devono innanzitutto essere persone solari e amanti dei bambini, ma devono anche avere requisiti specifici: un buon livello di Giapponese, conoscenze di primo soccorso, magari esperienze precedenti come scout o animatori. Una volta selezionati i volontari procediamo con la raccolta fondi: l’associazione è no profit, quindi tutte le nostre spese, dai biglietti aerei all’affitto della struttura, sono finanziate da donazioni. Il passo successivo è preparare il soggiorno e ultimare i preparativi per le visite mediche che i bambini sosterranno all’inizio e alla fine della vacanza, anche queste offerte dalle università di medicina della zona. Cerchiamo di preparare tutto per poter accogliere i bambini in un ambiente più sereno, allegro e stimolante possibile. Molti bambini di Fukushima non hanno mai visto il mare, o comunque non ci sono più tornati dopo il disastro, e quindi per loro è sempre una grande emozione; inoltre durante il soggiorno nella casa sono presenti anche bambini italiani, per favorire uno scambio culturale completo: la nostra “Casa – Orto” deve essere più che un semplice campo estivo, vogliamo che sia una vera e propria famiglia, in cui ci si possa imparare la varietà e la ricchezza della cultura di un altro Paese. E fino ad ora abbiamo avuto successo: è capitato che alla fine del soggiorno i bambini si capissero tra loro senza bisogno di interpreti, siamo ancora in contatto con molti ragazzi che hanno partecipato alle edizioni precedenti, e il sogno di molti sarebbe organizzare una grande rimpatriata con tutti i partecipanti delle varie edizioni”.

Gabriele invece è stato selezionato quest’anno come volontario, e quest’estate parteciperà per la prima volta al progetto:
“Ho deciso di partecipare principalmente per l’esperienza umana, ma anche l’opportunità di migliorare la lingua, stando per un mese a stretto con tatto con dei bambini madrelingua, non è da sottovalutare. Tutti i professori sono stati molto incoraggianti, e già il lavoro di organizzazione e raccolta fondi di questi mesi mi ha responsabilizzato e fatto crescere. Personalmente ho già avuto esperienze di volontariato, sia in Giappone che in Italia, e sono state occasioni bellissime che mi hanno arricchito molto. Non ho mai avuto esperienza con i bambini però, ad eccezione di qualche anno di scout, e quindi immagino sarà un mese molto faticoso e impegnativo, ma certamente quello che riceveremo indietro sarà impagabile”.

A cura di Teresa Trallori