Insieme al regista Lin Zhaohua, il drammaturgo Gao Xingjian, nato nel 1940, rappresenta la fase "pionieristica" del processo di sviluppo del teatro "esplorativo" (tansuo) o sperimentale (shiyan) in Cina, che getterà le basi per l'affermazione di un vero e proprio movimento d'avanguardia negli anni Novanta.

GAO XINGJIAN

 

 


Insieme al regista Lin Zhaohua, il drammaturgo Gao Xingjian, nato nel 1940, rappresenta la fase "pionieristica" del processo di sviluppo del teatro "esplorativo" (tansuo) o sperimentale (shiyan) in Cina, che getterà le basi per l'affermazione di un vero e proprio movimento d'avanguardia negli anni Novanta.

La rappresentazione di Segnale Assoluto (Juedui xinhao) nell'agosto del 1982, infatti, demarca la linea di partenza simbolico dell'intero movimento sperimentale che dominerà la scena teatrale cinese fino alla fine della decade, poi disperso dalla tragedia di Tian'anmen (1989) e successivamente ripreso, con nuove modalità, da giovani artisti come Mou Sen e Meng Jinghui.

È soprattutto la rappresentazione di Fermata d'Autobus (Chezhan, 1983), tuttavia, a suscitare enorme scalpore per le forme (recitazione, scenografie, regia) non-realistiche ed anti-illusioniste fino ad allora sconosciute (se si eccettuano le escursioni brechtiane di Huang Zuolin), e per i contenuti di critica sociale e di espressione del vuoto esistenziale, dello smarrimento e della passività di un'intero popolo. Fermata d'Autobus è ritenuta il primo esempio cinese di teatro dell'assurdo (huangdan xi), ed è stata, infatti, spesso paragonata, per l'affinità formale e contenutistica, ad Aspettando Godot di Samuel Beckett (paragone che Gao, forse per motivi politici, ha sempre fermamente rifiutato). Il motivo centrale è, anche qui, l'inutilità e infinità dell'attesa, in questo caso di un autobus che non arriva mai, simbolo di un'utopia sociale sempre promessa e mai realizzata.

Al contrario dei personaggi beckettiani, e dei propri compagni alla fermata, tuttavia, l'Uomo Silenzioso (forse un'ombra del Passante di Lu Xun?), icona di un'intera generazione in rivolta e, allo stesso tempo manifesto fisico, statuto corporeo della condizione dell'artista d'avanguardia nella società contemporanea, interrompe l'infinita agonia dell'attesa e si allontana, lentamente, lasciandosi alle spalle una folla informe, anonima, passiva, conformista.

La produzione, giudicata dal veterano He Jingzhi (co-autore dell'opera rivoluzionaria La ragazza dai capelli bianchi) come "l'opera piú malvagia dalla fondazione della Repubblica Popolare", suscita roventi polemiche e diviene presto il pretesto per una nuova campagna contro "l'inquinamento spirituale".

Un lungo viaggio a Sud ispira la genesi della terza collaborazione tra Gao e Lin, L'uomo selvaggio (Yeren, 1985), opera "epico-sinfonica" che recupera le radici dimenticate della tradizione rituale e performativa nazionale inserendole in una struttura modernista costellata di tecniche drammatiche occidentali (Brecht, Artaud, Brook, Grotowski) ed autoctone (il teatro xieyi di Huang Zuolin, l'opera classica, gli spettacoli popolari, la tradizione sciamanica).

Dopo le difficoltà incontrate con L'altra riva (Bi'an, 1986), nel 1987 Gao abbandona il Teatro d'Arte del Popolo di Pechino (Beijing renmin yishu juyuan), presso cui è impiegato. Nel 1989, dopo essere stato ufficialmente dichiarato persona non grata dal Partito Comunista Cinese a causa dell'opera Fuga (Taowang, 1989), una drammatizzazione-denuncia del massacro di Tian'anmen, il drammaturgo si trasferisce definitivamente a Parigi.

Negli anni succcessivi Gao scrive testi dai contenuti sempre piú simbolico-rituali, dalle connotazioni sempre piú universali ed astratte ("l'uomo", "la donna", "lui", "lei", "tu") e dalle forme ispirate a canoni estetici di tipo Zen e xieyi, come Il racconto del Classico dei monti e dei mari (Shanhaijing zhuan, 1989), Tra vita e morte (Shengsi jie, 1991), Dialogo e confutazione (Duihua yu fanjie, 1992), Il sonnambulo o Vagabondo notturno (Yeyoushen, 1993) e l'Opera di Pechino Neve d'agosto (Bayue xue, 1997), sulla vita del patriarca Buddhista Huineng. Si afferma, inoltre, come pittore, regista (delle proprie opere) e autore di racconti e romanzi, tra cui La Montagna dell'anima (Lingshan, 1990) e La Bibbia di un uomo solo (Yi ge ren de shengjing, 1999). Nel 1998 ottiene la cittadinanza francese e nel 2000, tra le proteste del governo cinese, gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura.

Gao Xingjian rappresenta una figura fondamentale nello sviluppo del teatro sperimentale anche per i suoi contributi teorici, e la formulazione di nuovi principi di rappresentazione, composizione e regia tra cui i concetti di teatralità (juchangxing) e ipoteticità (jiadingxing), e la teoria della tripartizione o triplicazione dell'attore (yanyuan sanchongxing).

Bibliografia
Gao, Xingjian, Dui yizhong xiandai xiju de zhuiqiu (La ricerca di un tipo di teatro moderno), Beijing: Zhongguo xiju chubanshe, 1988.
Zhao, Henry Yiheng, Towards a Modern Zen Theatre. Gao Xingjian and Chinese Theatre Experimentalism, London, SOAS, 2000.
Tam, Kwok-kan (ed.), Soul of Chaos: Critical Perspectives on Gao Xingjian Hong Kong: The Chinese University Press, 2001.

Rossella Ferrari