Indagine sulle ville venete e la "fame" di nuovi profili professionali

I tempi in cui le Ville Venete erano percepite come polverose vestigia del passato sono lontani. Oggi, quando un turista varca i cancelli di una Villa, cerca un’esperienza autentica ed emozionante, guidata da personale qualificato ed esperti di settore. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Ciset (Centro Internazionale Studi Economia del Turismo) in collaborazione con l’Associazione Ville Venete per indagare l’«universo Villa Veneta» attraverso le opinioni di potenziali turisti e tour operator nazionali e regionali. Lo studio del Ciset, curato da Damiano De Marchi e Sabrina Meneghello, è stato svolto nell’ambito del corso di formazione «Tourism Network Specialist-Ville Venete e filiera turistica», finanziato dalla Regione Veneto e coordinato dalla ricercatrice Sabrina Meneghello, che ha formato 12 “esperti di Ville Venete e della filiera di contesto”.

In Veneto sono presenti 4300 Ville, di cui 24 palladiane (Patrimonio Unesco dell’Umanità), oltre 100 aperte per visite guidate e oltre 300 adibite a uso ricettivo nelle forme di hotel, b&b, agriturismo. Sono oltre 200 le eccellenze dell’enogastronomia, dal radicchio di Treviso alle confetture biologiche prodotte nei contesti di Villa. Le Ville Venete rappresentano un prodotto turistico composito, unico nel suo genere, che include opere d’arte e parchi storici, eventi culturali e attività agricole, ristorazione e ospitalità.

Negli ultimi due anni il sistema delle Ville Venete ha assorbito 600 nuovi occupati e la spesa diretta dei visitatori è aumentata (sono oltre 350 mila i visitatori registrati nel corso di un anno); infine, per quanto riguarda l’indotto a livello di area di riferimento, si stima che ogni euro speso per “fruire” dell’attrattore “villa” generi una spesa nella filiera produttiva locale tra i 4 e 5 euro. La gestione e la valorizzazione di questo patrimonio richiede un management altamente specializzato che conosca a fondo le Ville, con le loro  peculiarità  logistiche e storico-artistiche.

«Fra Ville Venete e turismo è in atto una metamorfosi potenzialmente dirompente – spiega Meneghello – è necessario capire come, da una parte, le Ville Venete si stiano approcciando al mercato turistico e, dall’altra, come la Villa viene percepita da potenziali visitatori e dai tour operator».

 

I TOUR OPERATOR

Oltre il 72% dei tour operator italiani che hanno partecipato all’indagine conoscono e propongono le Ville Venete, che vengono considerate interessanti non solo per la visita giornaliera ma anche per un eventuale pernottamento. Una scelta che si trasforma in una vera e propria esperienza sul territorio. Oltre alla visita e al pernottamento in Villa, infatti, si aggiunge un percorso enogastronomico, cicloturistico o di navigazione fluviale. Fra le indicazioni giunte dai tour operator per potenziare il «prodotto Villa» c’è quella di un brand unitario per una maggiore penetrazione dei mercati internazionali.

 

I POTENZIALI TURISTI

Particolarmente interessanti sono i risultati emersi dall’indagine sul fronte degli utenti privati. Il 51,1% associa l’idea di Villa alla parola «arte», il 22,3% al termine «storia», cui seguono «tradizioni» e, solo al quarto posto, «Venezia». Una dimostrazione che le recenti strategie in Veneto sulla promozione delle Ville come attrattori autonomi, anziché come «appendici» del gioiello lagunare, stanno funzionando. A quali attività si associano le Ville nell’immaginario dei turisti? Stravincono gli «eventi culturali» e «giardini e parchi». Incuriosisce la scelta fra visita in giornata e pernottamento che, nel caso degli utenti privati, ribalta la tendenza dei tour operator: oltre il 60% preferisce la visita in giornata senza pernottamento. Resta un potenziale non trascurabile del 30% che, invece, sperimenterebbe volentieri un soggiorno in Villa. Le attività più richieste sono un’esperienza enogastronomica e un tour del parco/giardino. I turisti, infine, danno i loro suggerimenti per migliorare il turismo in Villa. Ecco la «classifica»:

 

·       Migliore strutturazione della comunicazione e visibilità

·       Possibilità di vivere le Ville in modo esperienziale

·       Qualificazione del personale e relazioni con gli istituti di formazione

·       Network con altre realtà del territorio (ad es. cicloturismo)

·       Prezzi accessibili e adeguati

·       Promozione congiunta di tutto il patrimonio

·       Apertura flessibile

·       Card cumulativa per più ingressi

 

Non mancano le preferenze «stagionali», con i turisti compattamente schierati nel preferire le visite in Villa soprattutto in primavera. Fra i dati decisamente positivi è l’altissimo tasso di soddisfazione registrato dopo una visita (si supera il 90%).

 

A completamento dell’indagine si sono raccolte e messe a confronto le interviste a tre soggetti: Alberto Passi, presidente Associazione Ville Venete

Gaddo della Gherardesca, presidente Associazione Dimore Storiche Italiane

Orazio Zanardi Landi, dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.

 

LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

Dalle interviste a chi si occupa, attraverso la propria associazione, di network di residenze storiche emergono punti di debolezza comuni (tassazione molto alta in nome della classificazione «dimore di lusso», pochi sgravi per interventi di manutenzione e restauro ecc). Emergono, però, anche molti punti di forza.

 

Ville Venete: Presenza, nella maggior parte delle dimore, dei proprietari che accolgono personalmente i visitatori offrendo un’esperienza personale e unica; straordinario paesaggio fatto di parchi e terreni agricoli perfettamente preservati; una piattaforma operativa legata all’Associazione Ville Venete in grado di sviluppare servizi turistici di elevata qualità; grande coinvolgimento degli altri “attori”, pubblici e privati, sul territorio (es: istituzioni, albergatori, ristorazione ecc.).

 

Dimore storiche italiane: alto numero di associati con gli stessi obiettivi: tutela e valorizzazione dei beni e principali interlocutori con le istituzioni per favorire politiche pro-conservazione dei beni.

 

Castelli del Ducato di Parma e Piacenza: orari di apertura comuni, servizi base garantiti, controllo standard di qualità, dettagliate indagini disponibili che descrivono il settore e le sue performances (ad es. rilevante il fenomeno dell’escursionismo domenicale), 500.000 visitatori annui, 37 milioni di indotto su territorio annui, ottimo rapporto percepito dalla domanda tra qualità e prezzo.