Cotone dello Xinjiang: le sanzioni occidentali e la reazione della Cina

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Una crescente ‘turbolenza’ politica tra Occidente e Cina ha caratterizzato l’inizio del nuovo anno. USA ed Europa, seguiti da Regno Unito e Canada, hanno denunciato il governo cinese per violazioni dei diritti umani verso il popolo Uiguro, impiegato nella raccolta di cotone nella regione dello Xinjiang.

L’Unione Europea ha così applicato per la prima volta la recente normativa in materia di sanzioni per i diritti umani, approvata sulla scia del 'Magnitsky Act' americano.

La risposta di Pechino, che ha a sua volta contro-sanzionato parlamentari, accademici ed enti europei, non si è fatta attendere. Da parte cinese è anche scattato un boicottaggio verso alcuni brand multinazionali, da H&M a Nike, che avevano preso posizione rifiutando l’uso del cotone dello Xinjiang.

Tutto questo accade a tre mesi dalla firma del Comprehensive Agreement on Investment (CAI), un accordo bilaterale che regola gli investimenti tra Cina ed Europa tenendo in considerazione la reciprocità di accesso al mercato, la parità di condizioni per tutti gli operatori e le regole condivise su clima, salute e lavoro.

In questa situazione, quindi, l’Europa ridefinisce in modo sempre più deciso il proprio ruolo nei rapporti globali tra Cina e Stati Uniti. Per avere un quadro più completo di una situazione ancora mutevole, ne abbiamo parlato ai microfoni di Radiocafoscari con Renzo Cavalieri, docente di Diritto dell’Asia Orientale del Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea.

Federica Scotellaro e Nicolò Groja