La scomparsa di Attilio Bettinzoli

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E' venuto a mancare dopo una lunga malattia affrontata con coraggio e dignità, Attilio Bettinzoli, professore associato di letteratura italiana presso il Dipartimento di Studi Umanistici.

Era a Ca' Foscari dal 1993 come ricercatore e dal 2005 come associato presso l'allora Facoltà di Lettere e Filosofia.

Sarà ricordato come un fine studioso i cui lavori scientifici hanno abbracciato diversi secoli e autori: dagli studi sull'umanesimo latino e volgare, con particolare attenzione alla figura di Angelo Poliziano, al Decameron e alla figura di Boccaccio, fino ai poeti del Novecento da Pascoli e Rebora a Vigolo e Cristina Campo. Era membro della redazione delle riviste "Lettere Italiane" e "Studi sul Boccaccio".

Delicato poeta egli stesso lascerà un ricordo vivo tra i suoi studenti: i suoi corsi ed esami "impegnativi" sono stati molto amati e hanno lasciato una profonda traccia formativa in moltissimi giovani studiosi.

I colleghi lo ricordano come una presenza gentile e piena di dignità, l'immagine di un sapiente gentiluomo.

Di seguito un ricordo che hanno voluto dedicargli i suoi studenti scritto da Eddy Benato.

"Il 21 maggio scorso è scomparso Attilio Bettinzoli, Professore associato di Letteratura italiana nel nostro Ateneo. Ca’ Foscari perde un suo illustre docente, la critica italiana un fine studioso e gli studenti, più che un professore, un maestro di grande sensibilità.

L’anno scorso ha mostrato la predilezione per Poliziano un’ultima volta in un corso monografico. Era difficile far appassionare gli studenti a un poeta così erudito e intellettuale ma c’era riuscito, nonostante il caos della pandemia: nelle dispense, con qualche ironica allusione, augurava di ritrovarsi presto tutti insieme. Bettinzoli amava i poeti raffinati, anche quando diventano oscuri e difficili, come nel saggio Dedaleum iter: una letteratura oltre gli stereotipi, da accostare piano piano, come un labirinto faticoso che premia chi ha la costanza e il piacere di perdersi al suo interno. 

Questa, però, è solo parte della testimonianza lasciata ai suoi studenti: oltre la filologia c’erano l’umanità e la cordialità. Resta impressa la sobria eleganza dei gesti, del passo dinoccolato, dell’eloquenza e dell’abito: il suo completo scuro, la cravatta ben annodata. Ma i suoi discepoli ricorderanno soprattutto il sorriso e la cortesia per chi bussava alla porta per il ricevimento.

In un’elegia di Poliziano la giovane Albiera, malata e morente, diceva di aver avuto tutto dalla vita. Non aveva paura di morire. Attilio Bettinzoli ha dato tutto alla letteratura e ai suoi studenti. Vive nei nostri ricordi e affetti".

Federica Ferrarin