Didattica in situazioni di emergenza, Ca’ Foscari forma docenti del Veneto

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Photo by Taylor Wilcox on Unsplash

L’Università Ca’ Foscari Venezia, in particolare il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati, fa rete con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto. In programma ci sono due webinar sulla “Didattica in situazioni di emergenza”, in diretta streaming sul canale YouTube dell’Ufficio Scolastico Regionale, per supportare i docenti delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado nel gestire l’accoglienza e l’integrazione scolastica di studenti e studentesse ucraine e provenienti da altri Paesi europei ed extra-europei.

Coordinatore del progetto è Fabio Caon, professore associato di Didattica delle lingue e di Comunicazione interculturale e direttore del Laboratorio di Comunicazione Interculturale e didattica (LABCOM), con alle spalle anni di insegnamento dell’italiano L2 nelle scuole.

I due momenti formativi si focalizzeranno sulle situazioni reali, con ampio spazio per l’interazione e le domande dei partecipanti. Il primo appuntamento, Insegnare l’Italiano L2 in situazioni di emergenza: tra lingua e intercultura, si terrà giovedì 28 aprile 2022 ore 15.00 – 17.00. Insieme a Caon ci sarà la dottoranda cafoscarina Annalisa Brichese. Il secondo, Gestire l’emergenza dal punto di vista psicologico e relazionale, lunedì 2 maggio ore 15.00 – 17.00, vedrà anche la partecipazione di due psicologi del centro Paradoxa di Treviso, Andrea Sales e Angelica Fedalto.

 “Alla luce degli studi scientifici che portiamo avanti da anni su questi temi, affronteremo il caso concreto della gestione della didattica in situazioni di emergenza – spiega Caon. -Daremo spunti sulle attività da privilegiare in aula per favorire la partecipazione attiva e positiva, sia dal punto di vista delle discipline che della gestione delle relazioni all’interno e fuori della classe.”

In questo momento, con oltre undicimila nuovi arrivi in Veneto dall’Ucraina (dati Regione del Veneto), l’emergenza riguarda in particolare bambini e bambine, ragazzi e ragazze, che arrivano da quel territorio. Ma i contenuti della formazione potranno essere adattati a qualsiasi caso che comprenda nuovi inserimenti scolastici.

“Ci aspettiamo che le situazioni più difficili si verifichino nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, dove maggiore è la dimensione teorica dell’insegnamento e la lezione più spesso si modella sull’esposizione frontale e verbale dei contenuti. Grazie alla ricerca che portiamo avanti in dipartimento, condivideremo le migliori pratiche per la gestione didattica e relazionale del gruppo classe. Sarà opportuno, per esempio, puntare sulla comunicazione piuttosto che sulla grammatica, considerando le esigenze pratiche della vita quotidiana. I laboratori linguistici dovrebbero comprendere studenti di provenienze diverse, piuttosto che di un solo Paese. Si dovrebbero privilegiare le classi “aperte” per favorire la partecipazione delle studentesse e degli studenti neoarrivati, in cui le competenze linguistiche non siano essenziali per la comprensione e la partecipazione (come la matematica, le scienze, l’educazione fisica o artistica). Bisognerà anche tenere conto che la motivazione dei nuovi arrivati può essere bassa, per vari motivi. Primo fra tutti il desiderio di tornare al più presto nella propria casa.”

Non si affronterà, quindi, la sola didattica ma anche l’aspetto relazionale e psicologico perché è possibile che gli studenti abbiano vissuti traumatici legati alla guerra. Per questo un team di psicologi del Centro Paradoxa affiancherà i docenti di Ca’ Foscari nel secondo appuntamento online.

Federica Scotellaro