Alter Eco Plus: gestione dei flussi turistici in sei aree del Mediterraneo

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Photo by Nick Fewings on Unsplash

Si è appena concluso Alter Eco Plus, evoluzione del progetto di ricerca Alter Eco e finanziato dal programma MED con l’obiettivo di individuare strategie a supporto del turismo sostenibile nell’area del mediterraneo, con particolare riguardo al fenomeno del turismo di massa.

Insieme all’Università Ca’ Foscari - che con il Dipartimento di Economia e il team del prof. Nicola Camatti è stata lead partner del progetto - hanno partecipato il Ministero dello sviluppo economico del Montenegro; tre Regioni di Spagna, Grecia e Croazia:  Generalitat of Catalonia – Directorate General for Tourism (Spagna); Development Agency of South Aegean Region – Energeiaki S.A.(Grecia); Dubrovnik-Neretva County - Department of Economy and Maritime Affairs e Institute for tourism (Croatia); e la fondazione spagnola Valencia Institute of Building, già lead partner del progetto Alter Eco.

Ognuno dei sei partner ha presentato casi studio locali che hanno messo in rilievo come perseguire una gestione ottimizzata dei flussi turistici combinando strumenti di pianificazione regionale con altri che agiscono a livello locale e di città. La versione Plus del progetto si focalizza infatti sulla comparazione di strumenti e strategie implementabili a livello di destinazione e sul ruolo che le regioni possono svolgere nella gestione dell’overtourism, contribuendo a una ottimizzazione dei flusso turistico totale spesso non raggiungibile a livello isolato di città.

Come evitare l’effetto ‘turismo di massa’? Per esempio attraverso una differenziazione dei prezzi, che stimoli la domanda al di fuori dell'alta stagione. Oppure promuovendo prodotti turistici basati sulle diverse caratteristiche dei mesi dell’anno. In questa ottica, può essere un'alternativa introdurre nuove attività, come eventi speciali, festival, prodotti enogastronomici stagionali, tour educativi, soggiorni all'insegna dello sport.

Canterbury, patrimonio UNESCO nel sudest dell’Inghilterra, ha implementato negli ultimi 15 anni una strategia di gestione dei visitatori sulla base di un piano di turismo sostenibile. Ha introdotto un biglietto d’ingresso al centro storico e politiche di controllo del traffico, volte per esempio a scoraggiare il parcheggio in centro. Ha investito su attrazioni turistiche in zone decentrate con benefici per le attività commerciali e di ristorazione situate al di fuori del nucleo turistico. 

La Regione delle Isole Baleari, in Spagna, ha introdotto una ecotassa destinata al Fondo per il ripristino delle aree turistiche, con lo scopo di proteggere, conservare e recuperare l'ambiente naturale, rurale e marino. Un’azione di questo tipo, che presuppone grande trasparenza nella gestione della tassa (che può essere indirizzata ad attività di pulizia delle spiagge piuttosto che alla raccolta dei rifiuti urbani), punta a far sentire residenti e visitatori parte di uno stesso progetto. Un simile provvedimento è stato adottato anche dalla città di Venezia, che prevede il pagamento di una tassa per chi pernotta in città, con tariffe a seconda del periodo dell'anno.

La diversificazione del carico turistico passa anche attraverso un modo diverso di comunicare l’offerta. A questo proposito l’Ente nazionale per il Turismo della Nuova Zelanda ha scelto di lanciare una campagna promozionale per scoraggiare la ressa per i ‘selfie’ davanti alle maggiori attrazioni turistiche. L’obiettivo era di invitare i turisti a non seguire i suggerimenti degli ‘influencer’ e visitare solo i luoghi più famosi, ma di esplorare mete meno battute.

Queste strategie di redistribuzione non solo riducono la pressione in determinate aree, ma creano anche una più ampia diffusione di benefici socio-economici, in termini di occupazione e di investimenti sul territorio.

Combattere il cambiamento climatico è una delle questioni più urgenti dei nostri tempi, e un punto di attenzione non solo per governi e aziende ma anche per il settore turistico, che deve occuparsi di monitoraggio e rendicontazione delle emissioni di CO2, inquinamento e tutela della biodiversità.

Il Net Zero Pathway della Scozia è un programma di ripresa del turismo in chiave sostenibile. Il governo finanzia le imprese turistiche che riducono i costi e che attirano nuovi clienti soddisfacendo la crescente domanda dei viaggiatori per esperienze responsabili e orientate alla sostenibilità.

Un altro esempio, che riguarda invece il settore privato, è quello di un Hotel di alta gamma a Friburgo, in Germania. L’ edificio, del 1875, è stato adeguato con l’obiettivo “emissioni zero”: isolamento termico, sostituzione dell'impianto di riscaldamento (da olio a pallet di legno), un sistema di raffreddamento geotermico per il condizionamento dell'aria e l’installazione di fonti di energia rinnovabile. Tutta l'elettricità che l'hotel non può produrre proviene da un fornitore di energia locale con un portafoglio rinnovabile al 100%.

Guarda il video che contiene le raccomandazioni generali per un turismo sostenibile, realizzato nell'ambito del progetto di ricerca Alter Eco Plus:

Convegno: turismo sostenibile in Veneto

Turismo, sostenibilità e innovazione sono state le parole chiave dell’evento-workshop che si è svolto a Ca’ Foscari, nella sede di San Giobbe, lo scorso 14 giugno, sempre nell’ambito del progetto Alter Eco Plus.

Come sta ripartendo il turismo post-pandemia, soprattutto per le maggiori destinazioni turistiche del nostro territorio? Lo stiamo facendo in modo sostenibile? Il tema è stato affrontato a partire da diverse prospettive, dai trasporti all’artigianato, dal settore ricettivo a quello della pubblica amministrazione, per discutere sulle sfide e sulle strategie efficaci per un turismo sostenibile nel territorio veneto. 

L’intento di questa occasione di dialogo, come spiegato da dal prof. Nicola Camatti, che ha moderato l’incontro, è estendere il focus europeo del progetto al territorio veneto e veneziano, coinvolgendo diversi ambiti dell’industria turistica, al fine di proporre prospettive e strategie differenziate nel modo di affrontare la crisi post-pandemica. 

“Siamo orgogliosi di aver fatto parte di questa partnership internazionale dedicata al rilancio del turismo sostenibile dopo il Covid nell’area del mediterraneo”. Ha detto il prof. Michele Bernasconi, direttore del Dipartimento di Economia. “L’economia sta ripartendo e in particolare quella del turismo: questo ci impone una riflessione sul tema del turismo sostenibile. La collaborazione con Alter Eco Plus ha irrobustito l’attività scientifica del nostro dipartimento sul tema della sostenibilità e del turismo, con l’ambizione di non limitarsi alla ricerca ma di incidere sulle politiche di gestione del turismo. La sostenibilità è un tema centrale nei nostri dipartimenti di Economia e Management, che dedicano due corsi triennali e uno magistrale al management e all’economia del turismo. Per questa ragione il convegno è dedicato anche agli studenti, i manager del futuro, affinchè sia per loro un’occasione di crescita”.

Molti gli interventi proposti da diverse prospettive, con un focus comune: l’integrazione tra innovazione, digitalizzazione e sostenibilità nelle strategie per superare la crisi dell’ambito turistico.

Tra gli ospiti: Stefan Marchioro, Regione del Veneto, Direzione Turismo; Matteo Senno, Consiglio comunale Città di Venezia delega al turismo e Città Metropolitana di Venezia; Camillo Bozzolo, Direttore Commerciale e Marketing Aviation, Gruppo SAVE; Daniele Minotto, Federalberghi Veneto e vicedirettore Associazione Veneziana Albergatori; Elisa Appodia, sales manager di Lana Italia Appodia Cav. Nello S.R.L.

Le diverse prospettive hanno inquadrato le maggiori sfide del turismo in area veneta: dalla necessità di dati integrati, affidabili e accessibili sulla ripresa dell’industria turistica, all’overtourism della città di Venezia; dal delicato equilibrio tra la qualità della vita di lavoratori e residenti, alla buona riuscita dell’esperienza turistica per i visitatori; dalla necessità di estendere l’attrattività del territorio veneziano anche alle località limitrofe, alla crisi di prodotti e risorse locali e artigianali, colpiti altrettanto gravemente dalla crisi.

Voci diverse si sono alternate per fornire esempi di pratiche virtuose, risultati raggiunti e strategie per il futuro in ottica di sostenibilità e innovazione.

Le proposte emerse hanno messo in evidenza la volontà di perseguire politiche sull’overtourism di più ampia scala, combinando, come promosso dal progetto Alter Eco PLUS, l’impiego di strumenti di pianificazione regionale con altri che agiscono a livello locale e di città.

Anche le regioni possono infatti svolgere un ruolo nella gestione del turismo contribuendo, spiega Camatti, ad una ottimizzazione dei flusso turistico totale spesso non raggiungibile a livello isolato di città o destinazione.

Si deve insistere inoltre nell’impiego  di osservatori  turistici e dashbord online per la collezione e visualizzazione intelligente dei dati turistici, punti di riferimento essenziali nelle pratiche più evolute del destination management, come emerge anche in altri progetti europei “fratelli” promossi dal Dipartimento di Economia come il progetto BluTourSystem che ha lanciato l’Osservatorio Turistico nell’area Italia-Croazia, il progetto Shapetourism che invece promuove  tali strumenti nell’area programma MED o quelli del più evoluto progetto H2020 SmarCultour, guidato  dalla KU Leuven, che agisce a livello dell’intero spazio europeo. Specifici monitoraggi devo inoltre essere rivolti al mercato del lavoro in ambito turistico rilevandone pregi e criticità in un momento particolare come quello di oggi. 

Federica Scotellaro/Federica Biscardi