Un ‘Filo d’Arianna’ collega storiche tecnofibre, biblioteca, ricerca e studenti

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Quando nel 2008 lo stabilimento Montefibre di Porto Marghera cessò la propria attività, terminò anche la produzione del Leacril, una fibra acrilonitrilica estremamente versatile e diffusamente impiegata nel campo della moda contemporanea e del design. L’azienda, che è stata tra i più importanti produttori mondiali di fibra acrilica, ha donato alla Biblioteca di Area Scientifica di Ca’ Foscari l’archivio librario tecnico-scientifico e l’archivio dei filati (rocchetti, campionario espositivo di vario genere) che per la prima volta sono diventati oggetto studio scientifico. 

Da questa storia è nato infatti ‘Il Filo d’Arianna’, progetto che coinvolge gli studenti, il gruppo di ricerca in Scienze per la Conservazione del Dipartimento di Scienze ambientali, Informatica e Statistica e la biblioteca. Ideato come percorso di conoscenze scientifiche, tecnologiche e artistiche per la valorizzazione dei filati in Leacril, oggi  ‘Il Filo d’Arianna’  è diventato filo conduttore di tutte le iniziative di divulgazione scientifica della biblioteca.

Tra scienza e patrimonio culturale
Tutto questo materiale esposto alla BAS nell’edificio Alfa del Campus Scientifico rappresenta di fatto parte della storia industriale della città lagunare. Ci parla sia dell’evoluzione delle tecnologie nella produzione delle fibre sintetiche, che di moda contemporanea e di design.

Il gruppo di ricercatrici formato dalla professoressa Elisabetta Zendri, Francesca C. Izzo, Eleonora Balliana e Laura Falchi ha analizzato gli aspetti morfologici e composizione delle fibre attraverso tecniche di indagine non invasiva (microscopia ottica in luce trasmessa e polarizzata, spettroscopia Raman e XRF, spettroscopia FTIR in ATR, analisi spettrocolorimetrica) e microinvasiva (analisi termocalorimetrica e valutazione del comportamento meccanico). Tra gli obiettivi, lo studio dello stato di conservazione e le possibili modalità grazie alle quali valorizzare questo patrimonio culturale.  I risultati preliminari sono stati presentati in una conferenza internazionale a Palazzo Mocenigo

Un’opportunità per gli studenti
Studenti e ricercatori hanno avuto l’opportunità di conoscere la realtà produttiva e le tecnologie di Montefibre grazie a un incontro con Massimo Marinetti, ex responsabile qualità e laboratorio ricerca dalla società e oggi capo laboratorio all’Astris Srl di Milano.

La prima fase del progetto, che ha coinvolto le studentesse del corso “Materiali dell’arte contemporanea” (laurea magistrale in Scienze chimiche per la conservazione e il restauro), si è concentrata sulla produzione di un catalogo ragionato del materiale e sulla caratterizzazione chimica e morfologica dei filati, oltre che sullo studio del loro stato di conservazione. Le diverse fasi della ricerca e la presentazione dei risultati finali da parte delle studentesse sono state documentate dalla BAS in un video:

La ricerca continua
Lo studio della collezione dei filati continua con un progetto di tesi, in collaborazione con una consulente creativa che collaborò con Montefibre e che ha messo a disposizione  la sua collezione privata di filati, spolette e alcuni campionari risalenti agli anni settanta e ottanta. 

In collaborazione con la biblioteca saranno sviluppati progetti di musealizzazione e valorizzazione della collezione, attraverso un percorso che si snoderà attraverso la descrizione del ciclo produttivo della fibra, le tecniche di analisi e controllo dei prodotti, gli impatti dei tessuti contemporanei sulla moda attraverso interviste a progettisti designer, filmati pubblicitari e così via.

Un ‘filo’ tra Campus e territorio
Grazie al “Filo d’Arianna”, sottolinea la direttrice Alessandra Zorzi, la Biblioteca di Area Scientifica diventa sempre più un luogo di confronto e di interazione tra i diversi saperi e promotrice di condivisione delle conoscenze e di progetti tra l’università e il territorio, fucina di idee e di incontri. In generale, il progetto ha l’ambizione di raggiungere il territorio, aprendo un canale di comunicazione ulteriore e contribuendo allo sviluppo della “terza missione” dell’università, in particolare promuovendo il dialogo con la società per i temi di contenuto culturale, sociale, educativo e di sviluppo di consapevolezza civile, anche attraverso la produzione e condivisione di beni pubblici che aumentino il livello di benessere sociale.