L'Italia riconosce la LIS. In 20 anni da Ca' Foscari 1000 esperti

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Laboratorio di LIS tattile

Svolta nazionale sul tema dei diritti delle persone con disabilità. Il 19 maggio 2021 il Parlamento ha approvato l’articolo 34-ter del Decreto Sostegni con il quale «la Repubblica riconosce, promuove e tutela la Lingua dei Segni Italiana (LIS) e la Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST)». Vengono riconosciute anche la figura dell'interprete LIS e dell'interprete LISt quali professionisti specializzati nella traduzione e interpretazione.

“È una vittoria non solo della comunità sorda ma di tutto il Paese” commenta la professoressa di Linguistica Anna Cardinaletti, dell’Università Ca’ Foscari Venezia. “È un momento atteso da molto tempo, sollecitato sin dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 13 dicembre 2006. Questo traguardo, raggiunto dagli altri Stati europei già da tempo e ora finalmente anche dall’Italia, segnerà il futuro dell’intera comunità Sorda italiana e delle persone udenti al loro fianco”. 

Per quanto, a livello statale, l’Italia sia stata l’ultima in Europa a riconoscere la LIS, la comunità accademica nazionale aveva anticipato i tempi, non solo per garantire pari diritti agli studenti sordi, ma anche per la promozione scientifica e didattica della LIS. 

In particolare, l’Università Ca’ Foscari Venezia è stata la prima ad occuparsi di LIS e lavora in vario modo su questi temi da venti anni. Nell’A.A. 2001/2002 l’Ateneo veneziano ha inserito la LIS come lingua di specializzazione nei suoi percorsi accademici, formando da allora oltre 800 studenti alla triennale e quasi 300 alla magistrale, inclusi studenti sordi e studenti figli di sordi; si avvale di due Collaboratori ed Esperti Linguistici (CEL) sordi, che insegnano la loro lingua madre; insegna la LIS tattile da un decennio, con il cofinanziamento della Lega del Filo d’Oro, e ha offerto per quindici anni corsi per interpreti LIS, formazione che ora si è strutturata in un corso di Laurea magistrale in interpretazione seguendo le direttive della Comunità Europea. Nel 2012, è anche nato uno spin-off che offre un servizio di video-interpretazione da remoto (VEASYT live). Ca’ Foscari si occupa inoltre di ricerca linguistica sulla LIS e sulla sordità, ha pubblicato la più ampia grammatica di riferimento della LIS, curata dalle due linguiste di Ca’ Foscari Chiara Branchini e Lara Mantovan, e partecipa da anni a progetti di ricerca nazionali e internazionali. 

L’Università Ca’ Foscari Venezia ha costituito, con le Università di Catania, Milano-Bicocca, Palermo e Trento, un Centro interuniversitario con sede a Catania, che intende promuovere formazione e ricerca sulla LIS e sulla sordità mettendo in comune competenze scientifiche interdisciplinari. Il Centro è pronto ad affrontare le nuove sfide che il riconoscimento della LIS pone in tutti gli ambiti della vita sociale. 

È ora necessario attuare completamente il cambiamento a lungo atteso. Ai professionisti sordi e udenti che lavorano con la LIS e con le persone sorde (interpreti, mediatori linguistici e culturali, assistenti alla comunicazione, docenti, docenti di sostegno) è necessario garantire una formazione accademica, come previsto per i professionisti di tutte le lingue vocali. La piena dignità di questa lingua e della comunità che la utilizza passa anche per la completa equiparazione, formale e sostanziale, dei professionisti di LIS ai professionisti delle altre lingue. 

In Italia la comunità Sorda che utilizza la LIS comprende all'incirca 40.000 persone e, includendo anche le persone udenti, si calcola che la LIS sia conosciuta e utilizzata da circa 100.000 segnanti.

La LIS viene usata anche da bambini e persone udenti con disturbi della comunicazione (autismo, sindrome di Down, disprassie, demenze, ecc.) per le quali l’uso della lingua vocale è (temporaneamente o definitivamente) impossibilitato. 

L’Università Ca’ Foscari e la Regione Veneto, esempio virtuoso in Italia nell’impegno verso la LIS, si sono fatte promotrici di queste enormi potenzialità della LIS, e la Regione lo ha sancito nella Legge regionale veneta n. 11 del 23 febbraio 2018.

A cura di Federica Scotellaro