Le tante storie e i volti dei caduti cafoscarini ora in un database

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Un archivio digitale realizzato nell'ambito dei progetti per i 150 anni dell'ateneo raccoglie le storie e i volti dei cafoscarini caduti e ricordati nel sacrario della Niobe di Ca’ Giustinian dei Vescovi. Uno degli antichi cortili della sede centrale dell'università ospita il suggestivo monumento. Al centro, la statua-fontana di Napoleone Martinuzzi con la mitologica Niobe che piange i suoi figli uccisi simboleggia il cordoglio dell'ateneo. Incisi su lastre di marmo, 246 nomi ricordano gli studenti, gli ex-studenti e i professori caduti durante i conflitti del Novecento.

Un luogo nascosto e poco noto ai più, nel cuore di Ca’ Foscari, che nel celebrare i suoi 150 anni ha voluto celebrare anche loro, ricordando ad uno a uno i suoi "figli" che hanno perso la vita in guerra. Lo ha fatto attraverso un ampio progetto di ricerca, coordinato da Francesca Bisutti, dal titolo "Tutto il tempo in un cortile: il Sacrario dei caduti cafoscarini , ovvero il cortile minore di Ca' Giustinian dei Vescovi in Ca' Foscari" che comprende, oltre al restauro del monumento e alle ricerche storico-artistiche presentate al convegno tenutosi il 13 e 14 giugno, anche la realizzazione di un database che raccoglie documenti d’archivio, frammenti della vita universitaria e militare di tanti “studenti ignoti” e ricostruisce le loro vite. Sono riemersi da archivi privati e pubblici alcuni originali dei diplomi di laurea ad honorem, un tesserino universitario dell’anno accademico 1913/1914 con ancora due stelle alpine conservate, un intero corpus di lettere dal fronte, fotografie di allievi ed ex-allievi in abiti civili e militari.

In questo lavoro di ricostruzione, preziose sono state le testimonianze dei discendenti, che hanno interpellato i parenti più anziani e interrogato le carte di famiglia. È stato così possibile recuperare la storia delle persone che nelle più diverse, terribili circostanze, hanno perso la loro vita in guerra o in tempo di guerra, avendola prima legata, grazie ai loro studi, al nome di Ca’ Foscari.

Tra loro ci sono medaglie d’oro al valor militare come Edmondo Matter, Rinaldo Arnaldi o Massenzio Masia, e medaglie d’argento come Bruno di Prampero, Enrico Magatti o Luciano Omet, per ricordare solo alcuni nomi. A Francesco Tonon è stata conferita la medaglia d'argento al valor partigiano. Molti sono i laureati ad honorem morti in combattimento, ma ci sono anche la studentessa  Angelina Milazzo, insignita della medaglia d’oro al valor militare per aver protetto con il suo corpo una giovane donna incinta caduta mentre fuggiva da un bombardamento o la professoressa Olga Blumenthal, lettrice di tedesco, deportata e perita in un lager nazista.

Tanti volti di soldati in divisa e non, una tempo studenti, tante storie che sono ora raccolte nell’ARCHIVO DIGITALE che è possibile consultare a questo link

Eccone alcune, per rendere omaggio al loro valore, per non dimenticare e per ricordare che Ca’ Foscari è…storia:

EDMONDO MATTER, medaglia d'oro alla memoria; a lui si deve la conquista di Cortina d’Ampezzo nel maggio 1915. Si distinse per valore e spirito, prese parte alla sanguinosa battaglia di Monte Piana, nelle Dolomiti di Sesto e, ferito a un piede, continuò a combattere e a comandare i suoi uomini. Lanciatosi all’assalto durante la settima battaglia dell’Isonzo, cadde il 16 settembre 1916 nei pressi di Oppacchiasella.
Nell’Albo d’onore dei Cafoscarini caduti in guerra si riportano le parole che Edmondo Matter avrebbe detto al Cappellano militare una volta ferito mortalmente:
"Portatemi il tricolore, lasciate che io lo baci, lo stringa, che me ne inebri. Io la ho voluta la guerra. Muoio perché ho amato tremendamente la Patria fin da fanciullo e un tale amore consacro col sacrificio della mia vita. Riconducetemi sulla linea di combattimento ove possa continuare a incuorare i miei bravi soldati ed ivi morire in vista di Trieste. Riconducetemi, riconducetemi."
A lui sono intitolate la Caserma Matter di Mestre, la Piazzetta Matter vicino a Piazza Ferretto.

PIETRO NARDINI medaglia d’argento al valor militare, fu un eroico bersagliere che l’ateneo laureò ad honorem in quanto non riuscì a finire il suo corso di studi perché colpito mortalmente sul Carso. Questa la motivazione del conferimento della medaglia: “Compiendo il suo dovere serenamente non si ritirò mai dal suo posto e cadde sulla sua mitragliatrice colpito da una palla al cuore, dopo aver resistito fino all’ultimo.”
L’Università di Venezia il 6 luglio 1919, con una solenne cerimonia in memoria degli studenti caduti nella Grande Guerra, gli conferì la laurea “honoris causa”.
Il suo nome, insieme a quello degli altri 74 universitari periti in combattimento, venne inciso su una lapide posta nel grande salone al primo piano di Ca' Foscari, opera in bronzo e marmo dello scultore Carlo Lorenzetti.

 

GUIDO VIALI  da Venezia (2 marzo 1895), studente del II Commercio, tenente nel 4 regg. genio pontieri; morto a Ca' Biadene (Montello) il 28 ottobre 1918 colpito da granata nemica. Venne proposto per la decorazione con medaglia d'argento colla seguente motivazione: «Incaricato durante l'azione di forzamento del Piave del traghetto dei reparti Arditi i quali dovevano impadronirsi di piccoli posti nemici stabiliti sulla riva sinistra affinché potesse procedere per quanto possibile indisturbata la manovra del gettamento del ponte, dimostrò, sotto il vivo bombardamento nemico, coraggio e calma esemplari, nonché grande perizia tecnica nel regolare il traghetto reso stranamente difficile dalla corrente impetuosa. Rotto il ponte, concorse validamente alla sua ricostruzione». Laureato «ad honorem». Ad onorare in modo particolare la sua memoria gli zii materni conti Foscari hanno erogato alla Fondazione Perpetua L. 1000 perché gli interessi accumulati vengano versati a favore dello studente che la sorte designerà a godere della borsa intestata al nome eroico del nipote

Diploma di laurea ad honorem di Guido Viali

 

ANGELINA MILAZZO  si trasferì dall'università Luigi Bocconi di Milano a Venezia dove frequentò il 4 anno della stessa facoltà. Assegnata al comando del Servizio Ausiliario Femminile della provincia di Vicenza, il 21 gennaio 1945 il convoglio sul quale si trovava poco fuori Milano, nei pressi di Garbagnate, fu mitragliato durante un attacco aereo e Angelina morì proteggendo una giovane donna incinta caduta mentre fuggiva dal bombardamento. I cacciabombardieri alleati avevano avvistato il convoglio e si erano lanciati all’attacco. Il treno fu immediatamente fermato, e i passeggeri abbandonarono le vetture per cercare riparo. Visto che una viaggiatrice, in stato di gravidanza, era caduta a terra, Angelina si lanciò in suo soccorso facendole scudo con la propria persona. Colpita a morte da una raffica di mitragliatrice, col suo intervento salvò  la vita alla viaggiatrice a al bambino che portava in grembo. Fu decorata con la medaglia d'oro al valor militare e il suo gesto fu ricordato nella copertina della Domenica del Corriere dell'11 febbraio 1945.

Il DATABASE ONLINE “Il cortile della Niobe, Sacrario dei caduti di Ca’ Foscari” che raccoglie notizie, documenti e immagini relativi ai 246 caduti ricordati nelle lapidi è stato ideato da Alessandro Casellato, curato da Antonella Sattin, implementato dai borsisti Anna Bozzo, Elisabetta De Anna, Giulia Del Frate, Marco Romio, Luca Pizzolon, Elena Valeri, sviluppato da Stefano Bonetta, Alberto Piotto, Mariangela Vedovo, Lorenzo Sartori e Stefania Vianello di ASIT e coordinato da Francesca Bisutti. Mette a disposizione notizie, immagini e documenti reperiti nel corso di una ricerca dedicata e sarà aperto agli aggiornamenti che eredi, conoscenti o studiosi desiderino apportare.

A coronamento del progetto sui caduti, anche uno spettacolo teatrale che ricorderà gli allievi cafoscarini nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni il 18 e 19 dicembre prossimi


Lo SPETTACOLO TEATRALE: "E serbi un sasso il nome: memorie dei cafoscarini caduti", nato dalla collaborazione tra Teatro Ca’ Foscari e Accademia Teatrale Veneta, sarà rappresentato nei giorni 18 e 19 dicembre al Teatro di Santa Marta con la drammaturgia di Paola Bigatto e la regia di Stefano Pagin. Gli interpreti saranno quindici allievi dell’Accademia. Il cortile-sacrario rievocato in scena diventerà il palinsesto su cui leggere in trasparenza la vita in tempo di guerra del mondo universitario di allora, misurandola con quella del presente. Il coordinamento organizzativo sarà curato da Donatella Ventimiglia con la supervisione da Maria Ida Biggi.

Federica Ferrarin e Letizia Nuscis