Da Law Lab le soluzioni per la rinascita di Venezia

condividi
condividi

Continua la serie di proposte per la rinascita di Venezia dopo la pandemia che mettono in campo le competenze e le capacità scientifiche che l’Università Ca’ Foscari è in grado di sprigionare a favore della città. Questa volta si tratta dell’ambito normativo e di alcune proposte concrete elaborate dal Law Lab (Dipartimento di Economia e Centro di Studi Giuridici, Adalberto Perulli) dal titolo “Per un rinnovamento della città di Venezia post pandemia”.

Il documento, redatto dal comitato scientifico di LawLab che si è avvalso in particolare delle competenze di Antonio Viotto e della presidente della Corte d’Appello Ines Marini, contiene alcune proposte per rinnovare Venezia nel contesto post-pandemico, promuovendone ad esempio la residenzialità (parte 1) e lo sviluppo dell’attuale Venice Free Zone, l'inserimento della stessa tra le ZLS (Zone Logistica Semplificata) e l'istituzione di adeguate zone franche (di bonifica, verdi, culturali ed urbane) (parte 2).

Law Lab è un laboratorio di innovazione regolativa, di iniziativa dell'Università Ca' Foscari di Venezia, nato da una riflessione interdisciplinare sulla cultura giuridica dell'innovazione, che parte dal mondo accademico e dalla ricerca, ma si apre immediatamente al mondo vitale, sociale ed economico per realizzare una virtuosa collaborazione.

Law Lab ha l'obiettivo di creare un vero e proprio laboratorio di idee innovative e di soluzioni originali in ambito giuridico, alla ricerca di risposte inedite ed efficaci, socialmente ed economicamente sostenibili, sui grandi temi della regolazione: lavoro, persona, impresa, mercato e finanza.

 “Molte sono ormai le proposte per una rinascita di Venezia, anche in tema di residenzialità e sviluppo economico – spiega Adalberto Perulli Ordinario di diritto del lavoro e Direttore del LawLab - Il nostro Laboratorio di innovazione regolativa si caratterizza per l’attenzione dedicata agli aspetti normativi, che spesso sono trascurati o dati per scontati. Ma senza una accurata analisi di fattibilità giuridica, i progetti rischiano di rimanere sulla carta. In questo documento abbiamo indicato le vie da seguire per rendere effettivi alcuni programmi di riattivazione urbana ed economica della città, puntando sull’istituzione di zone franche (anche verdi e culturali) e su una serie di incentivazioni a favore della residenzialità. Siamo un gruppo di ricerca che si mette a disposizione del decisore pubblico per contribuire alla rinascita del nostro territorio, su basi nuove e sostenibili”.

“Per un rinnovamento della città di Venezia post pandemia”.

 

Residenzialità

La necessità di ricostruire un ancoraggio abitativo di cittadini “storici” e, con loro, dei tanti che lavorano a Venezia, ma non ci abitano; di attrarre alla vita della città quelle figure professionali e culturali/artistiche ad alta qualificazione ha guidato alcuni possibili interventi normativi in questo ambito: 

1) Modifica della vigente normativa statale e locale per incentivare, sotto il profilo fiscale, la locazione a residenti di immobili ad uso abitativo:

- l’estensione dei benefici della fiscalità statale previsti per i redditi da locazione degli immobili di interesse storico od artistico potrebbero essere estesi anche agli altri immobili ad uso abitativo di Venezia centro e isole così come è stato fatto dalla provincia autonoma di Bolzano che ha raddoppiato in 50 anni il numero delle famiglie residenti.

- la riduzione al 10% della aliquota della cedolare secca 

- l’incremento al 35% della percentuale di riduzione forfettaria dei redditi da locazione

- l’esenzione, o riduzione, della addizionale IRPEF regionale e comunale per i redditi degli immobili ad uso abitativo ubicati in Venezia centro e nelle isole

- la riduzione dell’imponibile IMU (imposta sulla quale il Comune ha possibilità di manovra) oppure delle relative aliquote, per gli immobili ad uso abitativo siti in Venezia centro e nelle isole

2) Modifica del regolamento edilizio della città di Venezia e degli strumenti urbanistici finalizzata ad 

- introdurre limitazioni stringenti alla possibilità di modificare la destinazione d’uso degli immobili da abitativa ad alberghiera/turistica/ricettiva, così da mantenere invariato il “saldo” complessivo della cubatura edilizia residenziale esistente.

- ad introdurre agevolazioni per le trasformazioni da uso commerciale- turistico- alberghiero a destinazione abitativa per residenti: la attuale crisi delle attività commerciali dovuta alla pandemia può rappresentare una opportunità in tal senso;

- a subordinare la approvazione di progetti di recupero/ristrutturazione (anche ad opera di privati) di immobili a destinazione residenziale, ove composti da un numero di unità superiore ad una certa soglia oppure con cubatura superiore a certi limiti, alla condizione che una quota di unità abitative venga destinata alla vendita o alla locazione a canone calmierato a residenti, con vincolo per questi ultimi a non alienarli o a non locarli se non a favore di residenti, alle medesime condizioni.

3) Previsione di contributi regionali o comunali per:

- la ristrutturazione di immobili destinati a residenti di età inferiore a 40 anni e con reddito al di sotto di una certa soglia, con vincolo per almeno 20 anni a non alienarli o a non locarli se non a residenti ed a canone calmierato.

- la costituzione di un Fondo per garantire (anche tramite Polizze assicurative) contro il pericolo

di insolvenza i proprietari di immobili ad uso abitativo ove locati a residenti

4) Rilancio dell’edilizia residenziale pubblica quale disciplina di settore contraddistinta da una pianificazione per realizzare piani di residenzialità pubblica a favore di chi lavora nella città storica, a partire dai dipendenti pubblici (sanità, istruzione, comune, ecc.) e delle aziende municipalizzate.

5) Agevolazioni della mobilità con la terraferma di coloro che risiedono all’interno del perimetro lagunare (ad esempio realizzando: nuove aree di parcheggio per autoveicoli a prezzi accessibili destinate ai residenti; linee di vaporetti, con cadenza quantomeno oraria, riservate ai soli residenti.

Venice Free Zone

La Venice Free Zone rappresenta attualmente una realtà consolidata e assolutamente peculiare, essendo una delle due zone franche doganali situate in Italia e riconosciute dalle istituzioni europee. Come zona franca doganale “classica” essa consente agli operatori di poter beneficiare di regimi di sospensione dell’obbligazione daziaria per le merci stoccate all’interno del suo perimetro. Si potrebbe esplorare però la possibilità di inserire Venezia fra le ZLS (Zone Logistica Semplificata) o di creare più zone franche urbane da collocare in quartieri meritevoli di sostegno. 

In particolare, gli interventi che possono essere suggeriti/richiesti al Legislatore nazionale possono essere così sintetizzati:

1. Ampliamento territoriale dell’attuale Zona franca doganale (Venice free zone), con inserimento della stessa tra le ZLS

2. Istituzione, sempre nell’area di Porto Marghera, di una Zona franca di bonifica, al fine di agevolare, con sovvenzioni dirette o con crediti d’imposta, l’effettuazione di investimenti volti al risanamento ambientale

3. Istituzione di una o più ZFU, al fine di favorire lo sviluppo di iniziative imprenditoriali nell’ambito di aree più disagiate dal punto di vista economico e sociale

4. Istituzione di una o più Zone franche verdi, al fine di favorire lo sviluppo di iniziative – meglio se ad alto contenuto tecnologico – nelle aree che più soffrono del fenomeno dello spopolamento, prevedendosi incentivi per innalzare il livello di tutela dell’ambiente risultante dalle attività del beneficiario

5. Istituzione di una Zona franca culturale, comprendente l’intera città insulare, al fine di sostenere iniziative e investimenti nel settore culturale.

Il lavoro del Law Lab in questi mesi si è rivolto anche al tema della crisi di impresa e producendo un documento contenente proposte concrete da sottoporre alle istituzioni politiche, sociali ed economiche del Paese, al fine di sollecitare indicazioni utili per affrontare i diversi problemi che la crisi d'impresa pone, specie in un contesto di emergenza pandemica.

Federica Ferrarin