Tra documenta e Biennale, a scuola di sguardi ‘globali’ sulle arti

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Partecipanti alla Summer School in visita ai Giardini della Biennale 2022

L’arte contemporanea vista globalmente, da prospettive diverse, per superare una visione eurocentrica. E’ questa la sfida della Summer School “Contemporary Art and Curatorship. From documenta to the Biennale” organizzata dalla Ca' Foscari School for International Education e ideata nel 2019 da Silvia Burini, professoressa di Storia dell’arte contemporanea, e tornata nei giorni scorsi dopo lo stop dovuto all’emergenza pandemica.

La ripartenza è stata promossa in modo determinante dall’Università di Kassel, partner del progetto e proprio in questi giorni sede della quindicesima edizione di documenta, mostra sull’arte contemporanea che si svolge ogni 5 anni.

L’edizione della Summer School del 2022 si è trovata quindi in una concomitanza tra Biennale Arti Visive e documenta.

Inoltre, ha avuto alla base due realtà su cui costruire l’efficacia del percorso didattico, come spiega Matteo Bertelé, professore di Storia dell’arte contemporanea e direttore esecutivo di questa edizione della Summer School: “Da un lato c’è uno dei punti di forza di Ca’ Foscari, ovvero le numerosissime lingue, culture e arti che qui si studiano. Dall’altro, la progressiva mappatura mondiale delle arti effettuata dalla Biennale, a partire dal comunicato stampa di lancio di ogni edizione, nel quale vengono riportati i nomi delle partecipazioni nazionali al debutto veneziano”.

La scuola è stata quindi articolata in cinque macroaree mondiali. Ogni macroarea è stata affrontata da una docente di riferimento con esperienza internazionale in ambito sia accademico che espositivo-curatoriale. Studentesse e studenti hanno poi lavorato in altrettanti gruppi. Il risultato è stato un “superamento della visione eurocentrica delle arti”, con approfondimenti su pratiche artistiche e curatoriali specifiche, ma intrinsecamente connesse.

“La Summer School è stata un’opportunità per entrare in contatto con realtà molto distanti da noi, sia geograficamente che accademicamente. - testimoniano i componenti di uno dei gruppi Giulia Spriano, Sara Chiesa, Giovanni Podestà, Emma Mietti. - Raramente si riesce a parlare di arte oltre quella europea, mentre questa Summer School ci ha allargato gli orizzonti. Un valore aggiunto è stata l’incredibile competenza e la passione di tutti i professori, professoresse e dottorande".

“La Summer School è stata estremamente coinvolgente e ha trattato argomenti non presenti nei normali corsi universitari - aggiungono Marta Mucelli, Gaia Fappani e Alice Zitelli - i docenti hanno saputo segnalare spunti, non solo accademici, e intavolare dialoghi produttivi nell’ambito curatoriale, invitando a lezione anche ospiti internazionali. Lo stesso lavoro di gruppo finale ci ha permesso di ampliare il modo stesso di fare ricerca, su temi e artisti per lo più a noi sconosciuti”.

Dopo un’introduzione alla storia della Biennale di Venezia nell’ambito degli Exhibition Studies, gli studenti hanno avuto numerose occasioni di conoscere da vicino mostre, luoghi e persone della Biennale, concludendo con l’incontro con Andrea Mastrovito, artista italiano residente a New York, nell’ambito delle serie di incontri realizzati in collaborazione con il padiglione Italia alla 59. Biennale, che riprenderanno in autunno.

Enrico Costa