Guerra civile in Siria: l’inizio della fine?

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A cinque anni dall’inizio della guerra civile nata nel contesto della Primavera Araba, la Siria è ancora stravolta da un sanguinoso conflitto armato tra oppositori e sostenitori del regime di Assad, con entrambi i fronti ulteriormente frammentati al loro interno su una serie di posizioni inconciliabili. Una situazione apparentemente senza via d’uscita, che però nell’ultimo anno ha fatto registrare alcuni segnali di svolta, secondo il professor Fred H. Lawson, Lynn T. White, Jr. Professor al Mills College di Oakland, nonché ex presidente della Syrian Studies Association.

Il docente, uno dei maggiori esperti mondiali delle relazioni internazionali siriane, sarà a Ca’ Foscari martedì 4 ottobre per la Opening Lecture del PISE, la Laurea triennale interamente in inglese in Filosofia, Studi internazionali e Economici, che quest’anno ha ricevuto un numero record di domande di ammissione. Nel suo intervento, intitolato “Syrian Conflict: the Beginning of the End?”, il prof. Lawson parlerà dei nuovi fattori che stanno influenzando gli equilibri delle forze in gioco, come ci anticipa in questa intervista via e-mail:

Professor Lawson, quali elementi la portano a credere che stiamo assistendo all’inizio della fine del conflitto in Siria?

I combattimenti in Siria sono cambiati notevolmente nel corso dell’ultimo anno. L’elemento più ovvio è l’impatto dell’intervento militare russo, che ha ridato speranza e potenza di fuoco alle forze pro-regime nelle province del nord. Ugualmente evidente è il successo sul campo di battaglia delle forze curde, che hanno allontanato i militanti Islamisti da numerose città-chiave lungo il confine con la Turchia. Due fattori che spesso vengono tralasciati sono che il popolo siriano è sempre più stanco della guerra – un fattore che sta spingendo i combattenti di opposizione a negoziare accordi locali per il cessate il fuoco in alcuni distretti, ad esempio intorno a Damasco – e l’importanza sempre maggiore delle milizie a favore del regime, alcune composte da foreign fighters, ma molte altre nate in territori riconquistati dalle forze armate siriane. Queste tendenze potrebbero rendere impossibile il successo delle forze anti-regime, e potrebbero costringere i leader di opposizione a venire a patti con le autorità.

Il conflitto siriano è nato da un insieme di fattori regionali, globali e locali. Qual è il migliore approccio (inter)disciplinare per capirlo?

Nonostante ci siano parecchi aspetti che la fanno sembrare insolita e difficile da capire, la guerra civile siriana in realtà mette in mostra molte dinamiche cruciali che troviamo in altre situazioni di guerra interna su vasta scala. Quasi tutto quello che sappiamo sull’evoluzione e la fine delle guerre civili è basato su ricerche ad ampio raggio che usano tecniche quantitative, quindi è importante esplorare i modi in cui le scoperte di influenti studi statistici possono aiutarci a far luce su casi individuali come l’attuale conflitto in Siria. Sorprendentemente, si possono rintracciare degli schemi comuni in questo caso specifico. Anche se la guerra civile siriana si è dimostrata orribile fino a questo punto, c’è poco che sia unico o inspiegabile riguardo al suo sviluppo. Al contrario, un’attenta analisi di questa guerra civile può migliorare notevolmente la nostra conoscenza della guerriglia interna in generale.

L’appuntamento è per martedì 4 ottobre alle 16 in Aula Baratto. A introdurre il prof. Lawson e a moderare l’incontro ci sarà Matteo Legrenzi, professore di Relazioni Internazionali a Ca’ Foscari.