Innalzamento dei mari, scienziati cercano risposte in Antartide

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Come cambierà il clima futuro? Quanto s’innalzerà il livello del mare? Se le risposte dei climatologi sono scenari ricchi di incertezza la ragione è da cercare ai poli, aree in cui gli effetti dei cambiamenti sono amplificati e generano effetti determinanti sul clima di tutto il pianeta. Tra i primi puzzle da risolvere, quindi, c’è quello dell’Antartide, come svela uno studio appena pubblicato su Nature Climate Change da parte di un team di scienziati di 19 istituzioni di ricerca da tutto il mondo, tra i quali la cafoscarina Barbara Stenni, professoressa di Geochimica al Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica.

Gli scienziati hanno messo a confronto i dati a disposizione sugli ultimi 200 anni di clima antartico con le simulazioni formulate dai modelli climatici, scoprendo che ci sono lacune importanti da colmare prima di riuscire a interpretare e simulare accuratamente l’estrema variabilità climatica dell’area.

«La regione antartica presenta una variabilità naturale molto forte, tanto che i dati disponibili non bastano a riprodurla nei modelli - spiega Barbara Stenni –. Le osservazioni fatte con i satelliti a partire dal 1979 non ci assicurano dati sufficienti per distinguere chiaramente il segnale climatico naturale da quello indotto dalle attività umane. Abbiamo quindi bisogno di estrarre e studiare carote di ghiaccio da più siti e con più frequenza. Grazie alle informazioni contenute nei campioni di ghiaccio, infatti, possiamo ricostruire il clima andando molto più indietro nel passato. Intensificare i campionamenti aiuterà quindi a rispondere agli interrogativi aperti e ridurre l’incertezza sugli scenari futuri».

Capire cosa succede in Antartide è fondamentale per simulare i possibili cambiamenti futuri del livello del mare. La calotta antartica contiene una grande quantità d’acqua. La fusione di quel ghiaccio continentale, quindi, ha una diretta influenza sull'innalzamento del livello dei mari.

La ricerca appena pubblicata, coordinata dall’Università di Sheffield, ha inoltre riscontrato che l’attività umana è responsabile di un cambiamento climatico con significativi effetti sull’Australia: lo spostamento dei venti occidentali dal sud dell’Oceania all’Antartide ha privato di precipitazioni il sud dell’Australia e, in combinazione con l’innalzamento delle temperature, provocato forti impatti su comunità ed ecosistemi.