STOP alla violenza sulle donne. Convegno a Ca’ Foscari il 25 novembre

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In memoria del brutale assassinio delle sorelle Mirabal, uccise il 25 novembre 1960, nel 1999 l’ONU ha proclamato il 25 Novembre “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. La violenza, secondo dati OMS, coinvolge ancora 1 donna su 3 nel mondo ed è uno dei più forti segnali di discriminazione di genere, riconosciuta e condannata dai principali organismi internazionali.

Ca’ Foscari si mobilita anche quest’anno per tenere alta l’attenzione sul tema e organizza, il 25 novembre dalle ore 14 in Auditorium Santa Margherita, la 'Giornata internazionale per l’eliminazionedella violenza contro le donne' con Orit Kamir di Israeli Center for Human Dignity e molti altri ospiti,  patrocinato da UN Women-Comitato Nazionale Italia. Saranno presentati due libri: “Donne, violenza e diritto internazionale” di Sara De Vido, docente di diritto internazionale a Ca' Foscari e co-fondatrice del Women in international law network al Manchester international law centre (UK) e “Home-Made Violence” a cura di Sara De Vido e Laura Candiotto, già cafoscarina ora Marie Curie Fellow all'università di Edimburgo, entrambi ed. Mimesis 2016.

Al convegno parteciperanno:
Luisella Pavan-Woolfe, Consiglio d’Europa, sede di Venezia. Elisabetta Bergamini, Università di Udine. Laura Candiotto, University of Edinburgh. Sara De Vido, Università Ca’ Foscari Venezia. Marcella Ferri, Università di Bergamo. Ivana Padoan, Università Ca’ Foscari Venezia. Luigi Vero Tarca, Università Ca’ Foscari Venezia. Ines Testoni, Università di Padova.
Si parlerà di violenza domestica, matrimoni forzati, violenza e cultura, alla luce della Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa adottata nel 2011 e entrata in vigore il 1 agosto 2014. Il dibattito sarà trasmesso anche in streaming dal live streaming dell’Università

LA VIOLENZA ‘HOME MADE’

La condizione della donna sposata è la peggiore in ogni senso. Quando una donna decide di sposarsi, abbandona il lavoro e si occupa della casa e dei bambini, si avvia all’occupazione più pericolosa al mondo.
Eleanor Rathbone, Da un discorso parlamentare dell’11 maggio 1932

Con questa eloquente citazione inizia il libro “Home-Made Violence”, un titolo che richiama provocatoriamente la creazione domestica della violenza. Qualcosa che è “home-made” di solito è genuino, sano, semplice e acquista una connotazione positiva proprio perché “fatto in casa”. In questo caso, invece, ciò che è fatto in casa è tutt’altro che positivo, è la violenza domestica, un fenomeno complesso, che appartiene al mondo del privato e che si origina nelle relazioni – o ex relazioni – di coppia. Un fenomeno che era destinato a rimanere oscuro, se non fosse che lo sviluppo del diritto internazionale ha consentito di superare il “public/private” divide che impediva di identificare dei precisi obblighi in capo agli Stati con riguardo alla prevenzione e alla lotta alla violenza domestica.

In che cosa consistono questi obblighi? "La Convenzione di Istanbul richiede agli Stati, per esempio, di garantire case rifugio e servizi adeguati alle donne vittime di violenza e alle vittime di violenza assistita - spiega Sara De Vido - destinando anche le opportune risorse finanziarie a tale scopo. Il mancato sostegno ai centri anti violenza può costituire dunque una violazione degli obblighi che gli stati si sono assunti assunti con la ratifica della Convenzione".

I NUMERI

Rimangono preoccupanti i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: una donna su tre al mondo ha subìto una qualche forma di violenza fisica o sessuale. In moltissimi casi si tratta di violenza “degli affetti” (intimate partner violence), ovvero di una violenza che proviene dal marito, dal compagno, dal fidanzato, a prescindere dalla natura della relazione – ancora in corso o interrotta (OMS 2016).

A livello europeo un rapporto dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, calcola che il 33 per cento delle donne ha vissuto un’esperienza di violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni e che l’8 per cento ha subìto violenza nei dodici mesi precedenti l’inchiesta (Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali 2014).

Pessimi record anche in Italia, dove i più recenti dati Istat confermano il trend: 6 milioni 788mila donne, il 31,5 per cento delle donne tra i 16 e i 70 anni, sono state vittime nel corso della propria vita di una qualche forma di violenza fisica o sessuale (ISTAT 2015).