Come valutare i musei del mondo? Da Ca' Foscari modello testato a Venezia

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Photo By Benh LIEU SONG (Own work) [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], via Wikimedia Commons

Ricercatori di Ca' Foscari hanno sviluppato un modello per la valutazione del funzionamento dei musei che va oltre alle mere voci del bilancio. Il metodo è stato testato sui musei civici di Venezia, ma potrà essere adottato per misurare le performance, individuando punti di forza e debolezza, di qualsiasi realtà museale o culturale.

Lo studio è appena stato pubblicato su Omega, prestigiosa rivista internazionale delle scienze manageriali. Gli autori sono i professori Antonella Basso, del Dipartimento di Economia, Francesco Casarin e Stefania Funari del Dipartimento di Management di Ca’ Foscari.

A cosa serve un modello per valutare i musei? In un contesto, come quello dell’offerta culturale, colpito dagli effetti della crisi e sempre più competitivo, gli enti finanziatori, gli sponsor, i filantropi e i visitatori stessi chiedono conto dell’investimento fatto a favore del museo. I manager dei musei, tuttavia, non dispongono di un metodo trasparente, semplice e standard per dimostrare l’efficacia e l’efficienza della gestione.

La lacuna viene colmata dallo studio cafoscarino che propone l’integrazione di due approcci di valutazione conosciuti ma mai finora abbinati nell’ambito dei musei, in grado di misurare la performance da quattro punti di vista: i visitatori, la gestione interna, l’innovatività e la formazione, la gestione finanziaria.

Il modello si sviluppa anche sui dati forniti dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e relativi all’annualità 2013.

La professoressa Antonella Basso evidenzia che “uno degli aspetti più rilevanti dell’articolo è che propone per la prima volta una metodologia in grado di mettere a confronto in modo scientifico diversi musei, tenendo conto di tutti i fattori centrali che concorrono al successo economico-aziendale di luoghi complessi di conservazione, produzione e valorizzazione della cultura”. 

 

Enrico Costa