Da Raquel Lourenço all’esilio femminile. A Ca’ Foscari si parla di donne

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Le giornate del 27, 29 e 30 novembre saranno dense di eventi tutte al femminile. Lunedì 27 novembre, alle ore 16.00 presso la sede di Ca’ Bernardo ci sarà un incontro intitolato Voicesof Women con la partecipazione di Raquel Lourenço e introdotto da Susanna Regazzoni Ricciarda Ricorda.  Mercoledì 29  (Ca’ Dolfin) e giovedì 30 novembre (CFZ – Zattere), alle ore 9.00, si terrà il convegno internazionale Donne in fuga / Mujeres en fuga / Femmes en fuite. Ne abbiamo parlato con la prof.ssa Susanna Regazzoni.

Cosa significa, oggi, parlare di donne e di genere? Perché è importante, anche nel contesto universitario?

Vorremmo parlare di persone ma è importante parlare di donne perché la loro è una condizione minoritaria. A partire dal nostro vissuto quotidiano ci sono situazioni in cui gli uomini alzano di più la voce e hanno atteggiamenti che non dovrebbero avere. Purtroppo la mentalità è questa ma dalla nostra parte abbiamo la cultura, non vale la punizione e il castigo ma l’abitudine a una cultura diversa, che possa cambiare questa mentalità.

É necessario essere solidali con tutte le donne del mondo, soprattutto con le donne a noi vicine e sono dell’opinione che gli “schiavi” si debbano liberare da soli. Tutto l’aiuto possibile non serve a niente senza un impegno personale.

Il 27 novembre ascolteremo la fotografa e attivista Raquel Lourenço, ci può parlare di lei e anticipare qualcosa sull’incontro e sul lavoro di questa donna?

Raquel gira il mondo con la sua macchina fotografica non per scopi turistici ma esclusivamente per immortalare, nei suoi scatti, donne che nel loro paese trovano mille difficoltà per motivi religiosi, politici e sociali. Raquel è in cerca di risposte nelle testimonianze che ha incontrato lungo il suo viaggio, che ha raccolto in Voices of Women – il suo omaggio fotografico alle donne. Attraverso la sua arte, la fotografia, condividerà con noi il suo viaggio solitario in Asia, raccontandoci in che modo tale esperienza l’ha aiutata a scoprire se stessa come donna e coinvolta nella lotta per l’uguaglianza di genere. Raquel ci presenterà il suo progetto – appunto Voices of Women. È giusto ricordare che in un mondo di benessere e capitalismo ci sono condizioni di difficoltà per varie donne.

Il 29 e 30 novembre saranno i due giorni dedicati a ‘Donne in fuga’. Da un primo sguardo al programma, si indagheranno storie di donne da tutto il mondo. Ci può contestualizzare questa ‘fuga’? fa ancora parte della nostra realtà?

Ci tengo molto a questo progetto e sono molto orgogliosa della partecipazione delle mie colleghe di Ca’ Foscari. Si è venuta a creare un rete di simpatia e comunanza che funziona. C’è  l’idea dell’esilio femminile in tutti i sensi, l’emigrazione, lo status di rifugiato, la donna che si trova nella condizione di Madame Bovary o Shahrazād. Non deve essere per forza un malessere fisico preciso ma ci possono essere altri modi. 
In Reflections on Exile di Edward Saïd vengono delineate tutte le tipologie di esilio. Come spiega la prof.ssa Zilio Grandi, la caratteristica delle donne è quella di sentirsi “sempre fuori luogo”.

La fuga e l’esilio non necessariamente stanno sullo stesso piano, la fuga può essere quella da un paese, la fuga nella letteratura. L’esilio può essere quello metaforico o quello concreto, “l’essere fuori”. 
Ricordiamoci che le donne di fine ’800 non avevano un cognome in seguito all'emigrazione, la donna emigrante non esiste, è l’uomo che emigra.

Infine, solo una curiosità: se potesse scegliere una donna, storica o contemporanea, con cui andare a cena, chi sarebbe? Di cosa parlereste?

Sor Juana Inés de la Cruz. Èstata una religiosa e poetessa messicana, appartenuta all'ordine di San Gerolamo, famosa per le sue poesie. È nota la sua Respuesta, 1691.
Si era introdotta in una polemica con la Chiesa cattolica e i gesuiti – un discorso prettamente maschile – e le era stato imposto il silenzio. Ecco, le chiederei se effettivamente ha mantenuto il silenzio o meno.

A cura di Francesca Isotta