Il rapporto tra imprenditoria e letteratura

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Nonostante alcuni precedenti virtuosi, come il caso di Adriano Olivetti che ha ibridato la cultura imprenditoriale con quella umanistica, il rapporto tra imprenditoria e letteratura è stato per alcuni decenni di diffidenza reciproca, basata perlopiù su opposizioni schematiche, ma difese orgogliosamente: ragione vs. sentimento, profitto economico vs. responsabilità sociale, negozio vs. ozio.

Da alcuni anni, anche per effetto della crisi economica, assistiamo a una rinascita dell’interesse reciproco fra i due mondi accomunati dal significato di “impresa”. Per “imprendere” un’opera rilevante, sia aziendale che letteraria, sono richieste le stesse qualità: coraggio, costanza, creatività e una certa dose di imprevedibilità. Così, sempre più imprenditori innovano le loro organizzazioni attingendo alla cultura umanistica, e sempre più scrittori rappresentano il nostro tempo guardando alla cultura imprenditoriale. La sfida è comprendere cosa può dare la letteratura alle imprese e viceversa: uscire dalla fabbrica e dalle biblioteche per incontrarsi nel mondo di tutti i giorni, un territorio comune da abitare, vivere, innovare.

Il convegno "Imprese letterarie " di lunedì 11 giugno, all’Auditorium Santa Margherita, mette a confronto imprenditori e scrittori, studiosi di management e di letteratura, per sondare le possibilità di dar vita a “imprese letterarie”. È la prima volta in Italia che si cerca una sinergia così stretta, un rapporto così diretto tra due mondi apparentemente distanti ma reciprocamente dipendenti più di quanto si pensi. È il sintomo di un cambiamento di sensibilità che superi un’annosa e antica diffidenza.

Gli ideatori sono Alessandro Cinquegrani, ricercatore di Letteratura Comparata all’Università Ca’ Foscari, e Carlo Bagnoli, ordinario di strategia aziendale nella medesima università, che hanno già collaborato a progetti di storytelling aziendale che hanno portato studenti di lettere e management a raccontare le imprese.

Partecipano tra i relatori, grandi nomi della cultura umanistica: Walter Siti, uno dei massimi scrittori italiani, autore del recente libro Pagare o non pagare (nottetempo), Maurizio Ferraris, filosofo tra i più attivi e popolari della scena contemporanea, nonché autore di Il denaro e i suoi inganni (con John R. Searle, Einaudi), oltre ad alcuni degli imprenditori più innovativi della scena contemporanea come Piero Loccioni (Gruppo Loccioni), Carlo Urbinati (Foscarini), Alberto Baban (VeNetWork) o Jacopo Poli (Distillerie Poli).

LOCANDINA