Artico, non solo ghiacci e orsi polari. Un laboratorio di ricerca a cielo aperto

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Polo Nord? probabilmente le prime cose a cui pensiamo sono: freddo, neve e orsi polari. Questo è l’Artico nell’immaginario collettivo. In realtà, si tratta di un ecosistema complesso sul quale la ricerca scientifica cerca di estendere la nostra conoscenza.

Su questi temi getta una luce la mostra “Artico – viaggio interattivo al Polo Nord”, al Campus Scientifico di via Torino fino al 26 ottobre: con un’impronta spiccatamente interattiva, l’esposizione mira a coinvolgere il visitatore in prima persona e illustrare diversi aspetti del luogo, dalla geografia agli organismi sovranazionali che regolano la cooperazione tra gli Stati.

L’Artico infatti non è solo un ecosistema a rischio a causa del riscaldamento globale (la temperatura media è aumentata fino a 3 gradi centrigradi), ma è diventato un vero e proprio  laboratorio di ricerca a cielo aperto per lo studio dei cambiamenti climatici e delle conseguenze ambientali, sociali ed economiche: la sua complessa rete di effetti a catena che coinvolge ghiacci, atmosfera e organismi viventi rende la regione una “sentinella” per monitorare i mutamenti nel sistema climatico di tutto il pianeta.

Perché è fondamentale lo studio di quest’area geografica? Quali analisi vengono compiute e che dati si possono raccogliere? Qual è il ruolo dei modelli climatici in questo contesto?

Queste sono alcune domande a cui la mostra fornisce risposte e spunti di riflessione, attraverso installazioni multimediali, documenti ed esperienze interattive in cui il pubblico è coinvolto in prima persona: oltre alla divulgazione dei contenuti, il visitatore può accarezzare un orso polare, ascoltare i suoni sottomarini o pilotare il modellino in scala del robot SHARK utilizzato per le analisi delle acque.

Una sezione è dedicata al contributo italiano nella cooperazione internazionale e nella ricerca scientifica in Artico, dalla prima spedizione di Umberto Nobile del 1926 fino all’attività della stazione “Dirigibile Italia”, a cui Ca’ Foscari è strettamente legata. In questa base operativa nelle isole Svalbard (Norvegia) si svolgerà la prima campagna di monitoraggio invernale. Tra novembre e aprile, i ricercatori si focalizzeranno sullo studio delle nevi e delle sostanze chimiche in atmosfera.

“Il viaggio attraverso la geografia dell’Artico - spiega François Burgay, dottorando in Scienza e gestione dei cambiamenti climatici, che ha partecipato al coordinamento scientifico e organizzativo della mostra - è un espediente per rendere consapevoli i visitatori sull’importanza dello studio di questo ecosistema, ma anche un modo per coinvolgere Il Campus Scientifico nelle attività culturali di Ateneo. Promuovendo eventi in questa sede speriamo di renderla più entusiasmante da vivere per gli studenti al di fuori degli orari delle lezioni”.

La mostra inaugurata il 28 settembre 2018 al Campus Scientifico è stata curata dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che l’ha presentata in varie città italiane. A Ca’ Foscari è stata presentata con un’inaugurazione a cui hanno partecipato il Rettore Michele Bugliesi, Antonio Marcomini, direttore del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, Carlo Barbante, docente di Chimica analitica e direttore dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Cnr, Fabio Trincardi, direttore del Dipartimento Scienze del sistema terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr, e Carmine Robustelli,  Ministro plenipotenziario e Inviato speciale per l’Artico al Ministero degli Affari Esteri.

Un’importante occasione per scoprire la mostra, i suoi contenuti e le ricerche in atto sarà organizzata per il 22 ottobre alle 16.00, quando è in programma  “Uno Spritz in Artico”, con interventi del professor Barbante e del ricercatore Federico Dallo, che racconterà la sua esperienza alle isole Svalbard.

Per partecipare è necessario scrivere una e-mail a   artico@unive.it.

Visite:
28 settembre - 26 ottobre, dal lunedì al venerdì 9-18    
sabato, domenica e festivi chiuso
Campus Scientifico - Edificio Alfa, via Torino 155, Venezia - Mestre


A cura di Cristina Flora