Pasolini, Bertolucci &co: la forza del legame tra narrazione e immagini

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Foto da www.gazzettadiparma.it

Se ne è andato lunedì 26 novembre, all’età di 77 anni, il grande regista Bernardo Bertolucci. Ha firmato alcuni capolavori cinematografici dal successo internazionale, come Ultimo Tango a Parigi (1972) e Novecento (1976) . L'ultimo imperatore (1987) ha vinto nove Oscar, tra i quali miglior regia e sceneggiatura. Infine, Leone d'oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2007. Ne abbiamo parlato con la prof.ssa Novielli, docente cafoscarina di storia del cinema, Direttore del Master of Fine Arts in Filmmaking e del Ca' Foscari Short Film Festival

Bernardo Bertolucci è stato salutato dalla stampa come 'l'ultimo maestro del cinema italiano'. E' così?

Secondo me no, perché i maestri nascono sempre. Di sicuro Bertolucci è stato il maestro di una generazione, ed è stato uno dei nomi importanti che hanno reso internazionale il cinema italiano. Pensiamo al Tibet e alla Cina de L'ultimo imperatore, film che gli valse nove Oscar, fra cui quelle per la migliore sceneggiatura non originale e quella per il miglior regista, e alla sua grande abilità nell’esplorare culture differenti, a partire dalla Pianura Padana di Novecento.

Da 'Ultimo Tango a Parigi' a 'Io e te'. Qual è la caratteristica più forte delle sue opere?

Ha saputo prendere contemporaneamente ispirazione dalla letteratura e dal cinema visuale. Le sue pellicole sono caratterizzate da una struttura narrativa fortissima, un equilibrio perfetto e una grande forza delle immagini. Ultimo Tango a Parigi, per esempio, uno dei suoi capolavori, è un film di sguardi, di non detti.

Cosa è cambiato nel cinema italiano degli ultimi 40 anni?

Non c’è più Pasolini. Pasolini ha influenzato in modo decisivo gli autori del cinema italiano, a partire dallo stesso Bertolucci, e ora la sua influenza sta scemando.  A lui si deve il legame tra narrazione e visuale. Se escludiamo i film minimalisti degli anni ’90, che raccontavano i piccoli problemi dell’esistenza – ed escludendo i cinepanettoni e le commedie, riservate al pubblico locale  – oggi il cinema italiano si esprime con un linguaggio internazionale. Sorrentino, Muccino, Sollima, per esempio, hanno raggiunto un livello di spettacolarizzazione molto alto, necessario per posizionarsi nel mercato americano (e riceverne i finanziamenti). L’intimismo è scomparso. Bertolucci sapeva fare entrambe le cose. Anche nelle grandissime produzioni sapeva mantenere le storie intime. Di questo l’esempio più vivo è proprio Novecento.

Ogni anno si selezionano per il Ca’ Foscari Short film festival migliaia di pellicole, dalle scuole di cinema di tutto il mondo.  Ci offre un’anteprima delle nuove tendenze?

Abbiamo già ricevuto 2mila candidature per l'edizione del 2019 (20-23 marzo), e ne arriveranno ancora fino al 31 dicembre. Posso già dire che stanno emergendo tante cinematografie nuove, da paesi come Indonesia e Filippine, che utilizzano parametri internazionali. Abbiamo ricevuto moltissimi musical, e questo è ‘l’effetto’ La la Land.

Federica SCOTELLARO