Differenziata: lo spin-off dei cafoscarini in India

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India - Waste Force

L’India, il secondo paese più popolato del mondo con un miliardo e oltre trecento milioni di persone, è diventata in poco tempo una potenza economica di grandezza mondiale. La gestione dell’enorme quantità di rifiuti prodotti dal gigante asiatico è, tuttora, una delle sfide cocenti per la politica nazionale e locale. Se calcoliamo che vive nel Paese oltre un quinto della popolazione mondiale, le proporzioni diventano planetarie.
Waste Force è un piccolo progetto di smaltimento dei rifiuti ideato da due studenti cafoscarini, che – pur senza l’ambizione di risolvere un problema dalla portata colossale -  ha permesso a una comunità montana dello stato dell’Himachal Pradesh, nel Nord Ovest del Paese, di iniziare un percorso di sensibilizzazione su riduzione, riciclo e riuso dei rifiuti.

Diletta Cola e Filippo Spaliviero, rispettivamente iscritti a Lingue, culture e società dell’Asia e dell’Africa Mediterranea ed Economics and Management, hanno trascorso alcuni mesi in India nel 2017 grazie al progetto Ca’ Foscari per il mondo, accolti dalla Ruchi NGO.

Entrambi con un forte spirito d’iniziativa e una spiccata attenzione per ambiente e sostenibilità, hanno capito presto che l’offerta della ONG di destinazione non avrebbe in quel momento esaurito tutte le energie che intendevano spendere nell’ esperienza. In seguito all’incontro con volontari del gruppo Waste Warriors – con l’appoggio di Ruchi e l’autorizzazione del prof. Beggiora di Ca’ Foscari - è nata l'idea di uno spin-off che ha cambiato le sorti della loro avventura indiana ed ha gettato le basi per una raccolta differenziata sistematica dei rifiuti sul territorio.

Con Ruchi hanno affittato un camioncino e hanno dato il via a Waste Force, mettendo a frutto l’abilità imprenditoriale e di Project Management di Filippo e l’abilità di dialogare con le popolazioni locali in lingua Hindi di Diletta. Hanno visitato scuole e negozi, per sensibilizzare piccoli e grandi alla sostenibilità ambientale, all’importanza della differenziata, alla necessità di preservare l’ambiente per le generazioni presenti e future.

La loro idea si è così trasformata in un’impresa che ha permesso a entrambi di crescere professionalmente e umanamente, diventando poi oggetto delle loro tesi di laurea triennale. Oggi Waste Force è diventato un progetto strutturale, che viene portato avanti dai volontari che si susseguono nella ONG.
“Dopo il primo mese si sono raccolti 28 sacchi di plastica e carta, nel secondo 105 e nel terzo mezza tonnellata” ci spiega Filippo. “Un pick-up passava per i villaggi, con volontari internazionali e indiani, tornava in sede per lo smistamento, per poi scaricare tutto il raccolto presso un grande centro nel polo industriale di Baddhi, ad un'ora di strada”.

“Il problema ambientale è complesso ed esteso, tuttavia credo che, grazie alle relazioni di stima e collaborazione instaurate con la popolazione locale, il nostro desiderio di lasciare il mondo un po' migliore di come l'abbiamo trovato si sia in qualche modo propagato. Abbiamo incontrato molti bambini e ragazzi, il futuro dell'India – aggiunge Diletta. - Se anche solo uno tra loro ricordasse in futuro ciò che abbiamo cercato di costruire assieme grazie a Waste Force, e si adoperasse per il bene del suo Paese, il nostro impegno risulterebbe pienamente ripagato. Ho compreso che solo instaurando relazioni positive è possibile realizzare un progetto, e di sicuro sono state queste il vero punto di forza di Waste Force.”



Per tutti coloro che stanno pensando all’India, come meta di studio, lavoro o anche vacanza, ecco qualche consiglio pratico offerto da Diletta:

1. Molto dipende da dove ti recherai, il contesto di una grande città è completamente diverso rispetto ad un villaggio rurale. Informati bene sulla tua destinazione e, se possibile, contatta qualcuno che ci è già stato per qualche utile consiglio.

2. La mentalità indiana è molto diversa da quella italiana e ci vuole del tempo per comprenderla. Non avere fretta, osserva tutto e chiedi quando ciò che vedi non ti è chiaro.

3. Esercita la pazienza: in India il tempo scorre ad un’altra velocità. Il motto è “dhire dhire” cioè adagio adagio e molte cose rientrano in quest’ottica, dai trasporti all’acquisto di un biglietto ferroviario. Perciò non sentirti frustrato se i ritmi sono diversi da come li immaginavi tu. Cerca di trovare l’equilibrio tra i tuoi progetti e il passo delle persone attorno a te.

4. Impara alcune parole in hindi, anche solo qualche saluto o forma di cortesia. L’approccio con gli abitanti locali sarà davvero diverso se coglieranno il tuo desiderio di avvicinarti al loro mondo con la voglia di diventarne parte.

5. Se ne avrai l’occasione, stringi qualche amicizia con ragazzi/e indiani e fidati quando ti inviteranno a trascorrere del tempo con le loro famiglie. Sono le occasioni più preziose per assaporare la cultura indiana più autentica e vivere in prima persona la gioia di sentirti accolto, pur in un ambiente tanto diverso.

Federica SCOTELLARO