Cafoscarina fa uno stage in Archivio e scopre citazione di Marco Polo

condividi
condividi
Giulia Migo

Uno stage, se fatto bene, può riservare sorprendenti soddisfazioni. Così è stato per Giulia Migo, studentessa al primo anno del corso magistrale di Ca’ Foscari, interateneo con Padova, in Storia e gestione del patrimonio archivistico e bibliografico, che durante la sua esperienza presso l’Archivio di Stato di Treviso ha scoperto un documento inedito del 1300 con la citazione di Marco Polo.

La stagista Giulia Migo è stata coinvolta anche in attività che comprendevano esercitazioni guidate di lettura paleografica, ricerche cartografiche e catastali su documentazione compresa tra XVI e XIX secolo, lo spoglio e la trascrizione dell’inventario ottocentesco redatto dall’abate Luigi Bailo, importante uomo di cultura trevigiano.
“L'emozione che si prova nel trovare un documento così prezioso è indescrivibile. Come è indescrivibile l'importanza degli archivi italiani – ci racconta Giulia. -  Il lavoro di trascrizione è lungo e meticoloso, ma ripaga sempre con piccoli grandi tesori; in questo caso quando, arrivata alla pergamena 6648, ho letto quel nome così storicamente importante, sono stata ripagata di ogni singolo secondo speso. Ma questo inventario, come tanti altri, nasconde molti documenti importanti per la storia locale e non, che aspettano solo di essere studiati. Servono, però, tempo e persone formate”.

Abbiamo interpellato sulla scoperta il direttore dell’Archivio di Treviso, dott. Antonio Bruno: “Durante la trascrizione dell’inventario la studentessa si è imbattuta nella calligrafica annotazione del Bailo, relativa ad un atto di sicurtà di Marco Polo di Nicolò e, pensando che potesse riferirsi al famoso viaggiatore veneziano, mi ha prontamente avvertito. L’inventario ha, dunque, consentito di reperire con agio l’atto in questione, che ho potuto esaminare e studiare al fine di verificare che si trattasse di un documento originale e si riferisse effettivamente al famoso Marco Polo, figlio del fu Nicolò del confinio di San Giovanni Crisostomo. Si tratta di una quietanza rogata il 16 novembre 1320 dal prete-notaio Filippo Spinelli di Venezia, con la quale l’autore del Milione fa ‘plenam et irrevocabilem securitatem’ a Pietro da Canal, residente a Creta, di tutto ciò che è contenuto e si legge in una ‘carta manifestacionis’ redatta (‘completa et roborata’) circa tre mesi prima (il 13 agosto 1320) dal notaio Benedetto da Milano di Candia. Il documento sembra essere importante, dunque, non solo per la sua rarità (o forse unicità), ma anche perché potrebbe attestare l’esistenza di interessi del sessantaseienne Marco Polo a Creta.  A saldare il debito di Pietro da Canal a Venezia, davanti a Marco Polo, si presentano i fratelli Filippo e Giovanni Iuliano. Attualmente l’Istituto sta procedendo con la verifica della trascrizione dell’inventario Bailo, effettuata con grande passione e determinazione da Giulia Migo. Sarà così possibile renderlo disponibile agli studiosi in Sala di Studio e, successivamente - integrato da ulteriori descrizioni - nelle piattaforme informatiche del Sistema Archivistico Nazionale. Tale strumento di ricerca, consentirà certamente, agli studiosi, di realizzare altre piacevoli ed importanti scoperte”.

Alla soddisfazione per la scoperta partecipa anche Flavia De Rubeis, ordinaria cafoscarina di Paleografia. “Siamo molto orgogliosi per quella che è effettivamente risultata essere una scoperta eccezionale - sottolinea la professoressa - La studentessa ha dimostrato ottime capacità di ricerca e competenze paleografiche, necessarie per affrontare un archivio e la lettura di un testo trecentesco.”

E proprio queste competenze, insieme ad una solida conoscenza storica, vengono stimolate e sviluppate nel corso universitario in questione, che coniuga teoria ed esperienza pratica. “Oltre allo studio dei contenuti puntiamo sulle abilità di conservazione, informatizzazione, restauro, prevenzione del degrado e divulgazione. I nostri studenti affiancano alla teoria preziose attività pratiche, come il restauro e attività formative presso biblioteche e altre istituzioni. Incentiviamo fortemente i tirocini presso enti quali archivi e biblioteche, sia pubbliche che private. Lo studio delle scienze del libro e del documento che sviluppiamo a Ca’ Foscari va dall’archeologia del libro e del documento dall'antichità al giorno d'oggi, sotto tutti i suoi aspetti, fino ai nuovi percorsi delle scienze archivistiche e bibliografiche, con le digital humanities.”

Ed è proprio la rete oggi a nascondere - con plagi, informazioni distorte, ricerche sbagliate - pericolose insidie per gli studiosi. “I nostri laureati sono formati per evitare queste trappole, attraverso un lavoro sul web e un’analisi critica delle teorie, nonché dei dati che si trovano on line”.

Federica SCOTELLARO