Belt & Road e impatto socioambientale. 'Ritiro' scientifico in Cansiglio

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Cansiglio Retreat Group Photo_From left to right Marc Foggin Yun Gao Daniele Brombal Stefan Gruber Shekhar Kolipaka Nicholas Temple
Cansiglio Retreat Group Photo_From left to right Marc Foggin Yun Gao Daniele Brombal Stefan Gruber Shekhar Kolipaka Nicholas Temple

Poco prima che il mondo intero scendesse in piazza per una settimana di mobilitazione sul clima, un gruppo di studiosi internazionali di discipline diverse si è riunito in ritiro di studio nel bosco del Cansiglio, dove ha analizzato le implicazioni socio-ambientali della Nuova Via della Seta.

Un ritiro scientifico innovativo, basato sulla tecnica Theory-U, finalizzato ad analizzare il tema ambientale da molteplici prospettive e produrre una carta dei valori capace di orientare la ricerca sulle relazioni socio-ecologiche lungo le vie della seta.

Promotore dell’iniziativa il Centro Internazionale di Ricerca Marco Polo (MaP) del dipartimento di studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea di Ca’ Foscari, in coordinamento con una rete di ricercatori attiviata dall’Institute for Asian Studies (IIAS) in Leiden. Daniele Brombal, sinologo cafoscarino, era uno dei ricercatori del team e ha guidato i lavori.

“L’idea di questo ritiro è nata dalla preoccupazione per i potenziali impatti della Belt and Road Initiative (BRI) sulle comunità socio-ecologiche–ci ha spiegato il dott. Brombal. - A questo sentimento si è aggiunta la consapevolezza su come la BRI apra finestre di opportunità per riflettere sul tipo di progresso che vogliamo per l’umanità: è sufficiente reiterare il modello di sviluppo corrente? O dovremmo invece intraprendere una trasformazione radicale, sistemica? Per riflettere su questi temi è stato necessario mettere assieme un gruppo di persone con retaggi culturali e disciplinari diversi. Questo è quello che abbiamo provato a fare, arruolando un biologo della conservazione (Marc Foggin), un ricercatore di conservazione biosociale (Shekhar Kolipaka), un esperto legale in questioni di patrimonio naturale e culturale (Stefan Gruber), due architetti (Yun Gao e Nicholas Temple, il secondo specializzato in storia e teoria urbana) e un sinologo impegnato nei temi della trasformazione sostenibile. Durante il ritiro, abbiamo impiegato tecniche co-creative che ci permettesero di guardare alla BRI mettendoci nei panni di diverse entità umane e più-che- umane: animali, piante, individui e comunità  vulnerabili, manufatti. Questo processo, unito ad esercizi di meditazione, ci ha permesso di raggiungere una comprensione olistica degli impatti della BRI e-cosa forse più importante-immaginare il tipo di futuro che ci auspichiamo quali componenti di una comunità ecologica eterogenea e complessa. Un futuro per il quale vorremmo impegnarci, attraverso il nostro lavoro accademico sulla BRI.

Questa visione per il futuro è stata condensata in una carta dei valori, che raffineremo nel corso dei prossimi mesi e verrà utilizzata sia come base per il nostro lavoro scientifico sulla socio-ecologia della BRI, sia per attrarre altri/e collaboratori/trici, o almeno così speriamo! La carta prende le mosse dal nostro senso di appartenenza alla comunità socio-ecologica che si dipana lungo la BRI. Evidenzia la necessità di intraprendere azioni fondate sui concetti di cura e compassione, che portino ad un futuro non meramente orientato alla crescita materiale, ma piuttosto fondato sulla consapevolezza ecologica e sul riconoscimento del valore intrinseco-non monetizzabile quindi-della natura.”

Così ha commentato l’iniziativa Marc Foggin, biologo della conservazione della University of British Columbia, da molti anni attivo fra le comunità montane di Asia Centrale e Cina occidentale: "il ritiro sul Cansiglio, che ha riunito persone con background socioculturali e professionali diversi tra loro, ma con un comune interesse ed un impegno genuino verso la comprensione e la ricerca sulla Belt & Road initiative, è stato per me un'esperienza fantastica e davvero edificante! Non vedo l'ora di osservare come si svilupperà il nostro lavoro congiunto e di partecipare attivamente in questo processo"

Shekhar Kolipaka, della Leiden University, racconta: “Il ritiro sul Cansiglio è stato un’opportunità per riflettere in maniera diversa sulle ripercussioni socio-ecologiche dei progetti BRI. Personalmente, mi ha aperto un’opportunità per lavorare e pensare assieme ad altri che condividono le mie stesse preoccupazioni sui risultati delle iniziative BRI.
Come ricercatore in conservazione biosociale, ho avuto l’occasione di ascoltare e osservare i punti di vista di un giurista, un professionista che lavora nella comunità, due architetti ed un sinologo, derivati dalle loro esperienze e dalla loro conoscenza del mondo. Verso la fine del ritiro, sono stato piacevolmente stupito nell’osservare similarità e convergenze nei nostri punti di vista, nonostante le nostre aree accademiche e lavorative siano molto diverse.
Una forte enfasi è stata posta sulla necessità di salvaguardare la dimensione socio-ecologica nei paesi coinvolti dalla BRI, un argomento molto sentito da ciascuno di noi ma soprattutto da coloro i quali vivono nelle zone interessate dalla BRI. Abbiamo compreso come che le basi del nostro ragionamento sulla necessità di strumenti per la salvaguardia socio-ecologica siano radicate nel nostro sistema di valori e nella nostra percezione delle entità umane e non, indipendentemente dalle nostre vaste e variegate esperienze di vita e formazioni culturali. Gli affari [economici, ndt] devono essere condotti assieme alla salvaguardia socio-ecologica. Solo questi tipi di approccio olistici assicureranno il benessere a lungo termine dei paesi che si trovano lungo le rotte della BRI”.

Federica SCOTELLARO