Chemioterapia, possibile misurare ‘in diretta’ l’efficacia di due farmaci

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Il professor Salvatore Daniele, sulla sinistra, con Federico Polo e Gregorio Bonazza. Foto di Andrea Avezzù

Ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’IRCCS Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pordenone) hanno inventato un metodo innovativo per monitorare in tempo reale l’efficacia di due farmaci chemioterapici. L’invenzione, brevettata congiuntamente dall’ateneo e dall’istituto friulano, permetterà di ottimizzare le dosi somministrate in base alla risposta del paziente, limitando gli effetti collaterali e migliorando la terapia.

Due i farmaci coinvolti: imatinib, usato per alcune forme di leucemia, e irinotecan, farmaco ad ampio spettro impiegato soprattutto contro i tumori del colon-retto. È sufficiente una minima quantità di plasma, 125 milionesimi di litro (l’equivalente di mezza goccia), per misurare la concentrazione di questi farmaci nel sangue, individuando sia un eventuale sovradosaggio, potenzialmente tossico, sia un dosaggio inefficace.

Il team dei due istituti ha elaborato un metodo elettrochimico che riesce a individuare le tracce del farmaco nel plasma evitando le possibili interferenze di altre molecole, prodotte dal metabolismo del farmaco stesso o dall’assunzione di altri farmaci. Grazie al metodo brevettato sarà ora possibile sviluppare dispositivi portatili e di facile utilizzo per il monitoraggio dei farmaci.

L’operatore sanitario potrà così misurare nel giro di pochi minuti il livello dei farmaci circolante nel sangue in modo semplice direttamente nella stanza del paziente. Oggi, viceversa, queste analisi devono essere svolte in laboratorio da personale specializzato, richiedono strumentazione complessa, costosa e tempi relativamente lunghi per ottenere la risposta sull’efficacia del farmaco.

“La risposta individuale ad un farmaco dipende da tante variabili - spiega Salvatore Daniele, professore di Chimica analitica al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi di Ca’ Foscari - per questo abbiamo studiato un metodo per verificare in tempo reale che la disponibilità rientri realmente nei livelli previsti dalla terapia e, nel caso si discosti, modificare il dosaggio. Così il trattamento può essere definito paziente per paziente in base alla reazione dell’organismo”.

Il professor Daniele ha guidato un team cafoscarino composto da Gregorio Bonazza, neodottore di ricerca in Chimica che ha svolto la sua tesi di dottorato sulle tematiche dei brevetti, e Federico Polo, oggi ricercatore a Ca’ Foscari dopo un’esperienza triennale al CRO, in collaborazione con il gruppo di ricerca del CRO di Aviano composto da Stefano Tartaggia e guidato da Giuseppe Toffoli.

Per trasformare l’invenzione in uno strumento a disposizione delle strutture sanitarie è ora necessario l’intervento di un partner industriale in grado di promuovere lo sviluppo tecnico del dispositivo.

Enrico Costa