Conclusa la 7a edizione del Contamination Lab, “Venezia Città Plurale”

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Venerdì 4 dicembre si è conclusa la 7a edizione del Contamination Lab, “Venezia Città Plurale”, nata dalla sinergia tra discipline umanistiche ed economiche per ripensare il futuro di Venezia senza tralasciarne l’eredità storica e culturale. Si è trattata, poi, della prima volta in cui la sfida progettuale non è stata lanciata da un’azienda: i progetti sono nati pensando proprio alle esigenze della città. Una prova “difficile”, nelle parole del prof. Vladi Finotto, Responsabile scientifico del CLab. Alla cerimonia finale hanno preso parte non solo il prof. Finotto e i referenti di questa edizione, la prof.ssa Alessandra Bucossi del Dipartimento di Studi Umanistici e il prof. Francesco Rullani, del Dipartimento di Management, ma anche i facilitatori, i tutor, i mentor e i partner coinvolti - la Fondazione Querini Stampalia, Pieces of Venice, Rete Biblioteche Venezia e Ateneo Veneto - e Paola Mar, assessore del Comune di Venezia, delegata anche all’Università e alla Promozione del Territorio.

A cercare di riprogettare il futuro della città sono stati 55 giovani partecipanti (età media: 24 anni), divisi in nove gruppi e provenienti da aree disciplinari molto diverse, così come estremamente variegati sono stati i progetti presentati il 4 dicembre. A seguirli nel loro percorso, numerosi guest speaker e stakeholder, che sono intervenuti nella progettazione e nella realizzazione delle attività. Da docenti cafoscarini - le professoresse Sona Haroutyunian, Caterina Carpinato, Francesca Checchinato e i professori Giancarlo Corò e Simon Levis Sullam - a esperti del CISM di Spinea, di Zelda Teatro, dell’IRES Veneto, della Regione, di Unioncamere, di 'Un’altra città possibile' e dello stesso Comune di Venezia.

Nello strutturare il proprio progetto, in molti hanno fatto esplicito riferimento a Calvino, punto di partenza della sfida progettuale. Ottavia, Smeraldina, Ersilia - le Città Invisibili sono servite per focalizzare particolari dell’identità della città e rielaborarli in chiave nuova, proiettata verso il futuro. Le “Canottiere” hanno proposto un gioco da tavolo per imparare a conoscere la città, i “Gondolab” un salotto urbano galleggiante e itinerante; i “Dynamica” hanno rielaborato la classica edicola in una fonte di servizi e di aggregazione sociale, mentre i “venexiaMENTE” hanno creato un’app per ripensare la vita quotidiana di abitanti e turisti intrecciando arte e condivisione; “Le Lontre” hanno cercato di incentivare l’incontro e lo scambio generazionale a partire dai ponti e dalla spesa; i “Cavana” hanno progettato uno spazio virtuale per lo scambio di progetti e competenze e i “Foresti” una piattaforma galleggiante per il co-working e il co-studying; i “Provinciali” sono partiti dai sentieri di montagna per offrire un’esperienza di visita della città che si concentrasse sulla sua autenticità.

Ad aggiudicarsi il premio finale, però, sono stati gli “ScONosciuti” con il progetto Slow Books - libri per piccoli turisti, che punta a rieducare i turisti di domani integrando libri, esperienza diretta della città e tecnologia. Gli “ScONosciuti” avranno quindi la possibilità di concretizzare il proprio progetto, ma forse non saranno gli unici: le proposte erano tanto convincenti che non solo la commissione ha impiegato più del previsto per decretare il vincitore, ma è stato anche annunciato che alcuni gruppi verranno ugualmente contattati per potenziali sviluppi più concreti del loro lavoro. Una conclusione di cui andare fieri, se pensiamo che la città si spopola sempre più rapidamente e che questi progetti, invece, ne immaginano un futuro più consapevole.

Rachele Svetlana Bassan