Fondare un'azienda dopo la laurea? L'hanno fatto migliaia di cafoscarini

condividi
condividi
Chiara Isadora Artico all'inaugurazione dell'installazione d'arte FERMENTO, presso l'azienda vinicola 47Anno domini

Si prende cura del ‘patrimonio’ delle imprese applicando arte e cultura. Per farlo, nel 2017 Chiara Isadora Artico ha fondato un’azienda, Current Corporate, unica nel panorama europeo a vantare una forte competenza nell’economia dell’arte e prima industria culturale e creativa ad entrare nella Top-100 di Forbes per i servizi di consulenza.

La sua storia è parte delle 4mila storie di laureate e laureati cafoscarini che tra il 2004 e il 2018 hanno fondato o sono entrati in compagini sociali di imprese. Il dato emerge dalla prima indagine di Almalaurea sull’impreditorialità di chi ha una laurea in tasca.

“Ca’ Foscari ha avuto grande peso nella mia avventura imprenditoriale - racconta Chiara Isadora Artico, laureata nel 2013 in Economia e gestione delle arti e delle attività culturali - Offriamo servizi di natura culturale e artistica, rivolti espressamente alle imprese, per lo sviluppo e valorizzazione del loro heritage. Un'azienda di questo tipo richiede una conoscenza altamente specifica dell'economia dell'arte, e solo a Ca' Foscari ho potuto beneficiarne”.

A far scattare la scintilla, la scelta di fondare un’azienda, l’impressione che “il mondo dell'arte non funziona molto...”. “È un settore decadente e mi rattristava l'idea di stare a certe regole. - spiega - Essere imprenditrice significa provare a cercare soluzioni e cambiare le regole del gioco”.

Con lo stesso spirito imprenditoriale, 4.087 laureati cafoscarini hanno fondato o sono entrati nella compagine sociale di imprese, soprattutto in Veneto. I ‘fondatori’ sono 2.870, il 7% dei laureati cafoscarini nel periodo considerato. Il 15% di loro è ‘seriale’: ha fondato più di un’azienda.

Più della metà ha l’imprenditorialità nel dna, essendo cresciuti in famiglie di imprenditori o liberi professionisti. La maggior parte ha studiato economia e management, mentre il 20% viene da studi linguistici (contro il 4% nazionale), il 18% dall’ambito umanistico (7% nazionale). Quote minori per le provenienze dagli ambiti scientifico, politico-sociale, chimico e bio-geologico.

A tracciare per la prima volta un identikit dei laureati imprenditori è il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, che ha pubblicato il Rapporto 2020 “Laurea e Imprenditorialità”, nato dalla collaborazione con il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna e Unioncamere. Si utilizzano banche dati longitudinali consolidate, sia per gli individui sia per le imprese da essi fondate o partecipate tra il 2004 e il 2018.

“Il ruolo dell’università è fondamentale - spiega Vladi Finotto, professore di Economia e Gestione delle imprese e delegato della rettrice per il Trasferimento tecnologico all’Università Ca’ Foscari Venezia - rappresenta un formidabile acceleratore di idee e un luogo “sicuro” in cui provare a testare, a costi bassissimi, la “tenuta” di idee di business e di possibili startup. Gli studenti imparano nelle nostre aule e nei laboratori un metodo che li renderà imprenditori, sia che si tratti di creatori di nuove imprese, o attori del cambiamento in quelle esistenti. Iniettare competenze imprenditoriali nell’economia italiana credo sia essenziale ed urgente. Le università, con l’educazione all’imprenditorialità, possono contribuire in misura decisa”. Leggi l’intervista integrale a Vladi Finotto

Per Ca’ Foscari sono stati analizzati i dati di 42.087 laureati e delle 3.352 imprese fondate da cafoscarini. L’83,3% di queste imprese ha sede in Veneto, il 95% al Nord (rispetto al 38,4% delle imprese fondate dal complesso dei laureati), il 2,1% ha sede al Centro (22,1%) e il 2,7% al Sud (39,5%). Il 55,3% è una ditta individuale, il 24,9% una società di capitale e il 19,8% una società di persone.

Le imprese tendono a sopravvivere più della media nazionale: risultano attive il 60% delle imprese dei laureati di Ca’ Foscari rispetto al 56% osservato tra le imprese fondate dal complesso dei laureati italiani.

In termini di fatturato, il 92,8% è una micro impresa, il 5,6% una piccola impresa, lo 1,7% è una media impresa. Considerando le società di capitale fondate dal 2013 al 2019, il 7,7% è una start-up innovativa (è il 5,6% tra le società di capitale fondate dal complesso dei laureati nel medesimo periodo), mentre le imprese femminili sono il 40,8% rispetto al 38,0% osservato tra le imprese fondate dal complesso dei laureati.

Enrico Costa