Il Porto sepolto: Patrimonio archeologico e valorizzazione del territorio

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San Basilio, la preparazione dei campioni

Sempre di più i progetti europei spingono alla collaborazione il mondo scientifico e accademico con le realtà territoriali. Un esempio di questo è il progetto value VALUE - EnVironmental And cuLtUral hEritage development", finanziato dal programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia a sua volta co-finanziato dall'Unione Europea tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Una delle azioni pilota del progetto Value, iniziato nel 2019 e conclusosi nel mese di novembre 2021, riguarda gli scavi archeologici di San Basilio di Ariano Polesine (Rovigo) per la ricerca del sito del porto veneto-greco ed etrusco. Il progetto Value ha come partner l’Ente parco Regionale del Delta del Po, ed interagisce per questi obiettivi con il Comune di Ariano Polesine, attraverso il sostegno della Fondazione CaRiPaRo, in una efficace sinergia.

L’obiettivo generale è quello di valorizzare le risorse, promuovere in maniera innovativa il vasto patrimonio archeologico, culturale e turistico, diversificare l'offerta turistica del territorio transfrontalieri e favorire la destagionalizzazione di flussi turistici nell’area del Delta del Po.

“Value è un progetto per aiutare un territorio in parte decentrato come quello del Delta del Po) – commenta Giovanna Gambacurta, docente di Etruscologia e Archeologia Italica - ad entrare in un circuito turistico più ampio e a sfruttare le proprie potenzialità a partire, come in questo caso, dalle recenti campagne di scavo archeologico dell’Area di San Basilio, località del Comune di Ariano Polesine”.

Attraverso l’iniziativa “Scavi aperti” sono stati organizzati infatti diversi incontri aperti al pubblico che ha risposto in maniera positiva, per un totale di circa 120 presenze, oltre alla partecipazione delle scuole. La cittadinanza ha avuto la possibilità di vedere direttamente il lavoro degli archeologi e avvicinarsi alla storia passata del proprio territorio.

Il fine del progetto 'Il Porto Sepolto' è proprio quello di integrare le due filiere, culturale e turistica, facendo in modo che l’una rafforzi l’altra e insieme siano leva per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio per un nuovo modello di diffusione culturale che coinvolga anche nuovi target cui far conoscere il patrimonio archeologico e storico esistenti nei territori, molto spesso noto solo agli addetti ai lavori ed esperti. 

Nell’area di San Basilio i primi scavi risalgono agli anni ’80 quando venne ritrovato un sito etrusco tra il VI e il IV sec. a.C. Qui l’Università Ca’ Foscari insieme all’Ateneo di Padova, aveva già scavato nel 2019 e si è proseguito quest’anno per 4 settimane, con la partecipazione di 14/15 studenti provenienti sia dai corsi di laurea triennali che dalle magistrali che dalle scuole di specializzazione.

Si tratta di un insediamento di tipo costiero, un porto sull’Adriatico, ubicato in corrispondenza di uno dei rami dell’antico delta del Po. C’è evidenza di un ampio canale confermato dalle foto aeree su cui si affacciava l'abitato con le sue case e le infrastrutture produttive, dagli orti alle piccole officine, orientate secondo un piano regolare. Sono emerse nello scavo 2021 strutture con rami intrecciati, tipiche degli abitati in zona umida, consentendo la raccolta di numerosi reperti paleobotanici; paletti, ramoscelli intrecciati, legni lavorati e non, resti di frutti, dai quali si potrà approfondire la ricerca sulle essenze per studiare l’ambiente dell’epoca, per una "environmental archaeology”.

Insomma la ricerca si colloca in un ambiente di grande suggestione, ieri come oggi, e, grazie allo sforzo sinergico del progetto VALUE e del Comune di Ariano Polesine, consente di coniugare la valorizzazione dell’aspetto ambientale con grande varietà di flora e fauna abilmente valorizzati dall’Ente Parco, con l’aspetto archeologico di notevole valenza scientifica e culturale per la ricostruzione degli insediamenti e delle interazioni culturali in Alto Adriatico.

San Basilio, Archeologia partecipata

Federica Ferrarin