“Come vivere felici?” Ca’ Foscari e Cornell lanciano le interviste tra generazioni

condividi
condividi

 

Quali sono i segreti per vivere meglio? Tutti vorrebbero una risposta a questa domanda, ma a chi rivolgerla? Ricercatori di Ca’ Foscari e della statunitense Cornell University hanno pensato di chiederlo agli anziani, coinvolgendo i giovani.

Nasce così un programma di ricerca intergenerazionale che mette faccia a faccia ragazzi delle scuole superiori e ‘longevi’ che hanno superato le 65 ‘primavere’ maturando esperienze e saggezza. L’obiettivo è almeno duplice: raccogliere suggerimenti preziosi, ma anche recuperare un rapporto più stretto tra generazioni, contrastando i pregiudizi.

“Uno dei nostri maggiori obiettivi è quello di combattere i forti e pervasivi pregiudizi legati all’età, che esistono in Europa così come negli Stati Uniti  - spiega Karl Pillemer, professore alla Cornell University e ideatore di ‘The Legacy Project’ - Negli ultimi anni abbiamo chiesto a oltre duemila anziani statunitensi di dare ai giovani suggerimenti pratici per vivere meglio. Rivolgersi agli anziani è qualcosa di naturale. Come esseri umani abbiamo avuto il consiglio dei più esperti per migliaia di anni, è solo negli anni recenti che abbiamo iniziato a servirci di altre fonti. I due libri che abbiamo scritto nel corso del nostro progetto stanno già influenzando il pensiero di molte persone riguardo al ruolo e al contributo degli anziani nella società”.

Ora il progetto di Pillemer ha una versione europea che si chiama “Building a Legacy Community Together”. Si svolge in Veneto e nasce dalla collaborazione con i docenti cafoscarini Barbara Baschiera e Fiorino Tessaro.

Un gruppo di liceali sta intervistando ‘longevi’ dell’associazione patavina Agorà, ha coinvolto i vari centri della onlus OIC in modo da inserire anziani anche disabili. Il confronto tra i risultati italiani e quelli statunitensi darà agli studiosi l’opportunità di confrontare le due realtà. Quello che già sappiamo è che in Italia le relazioni tra generazioni sono più forti che negli Stati Uniti. Tuttavia, fa notare Barbara Baschiera, “c’è differenza tra il rapporto con i nonni e quello con gli altri anziani, e il divario si allarga man mano che i ragazzi crescono”.

Ben prima dei risultati accademici, però, il progetto assicura benefici immediati per i partecipanti. Gli anziani, assicura Pillemer, ci guadagnano in autostima: “Gli anziani sono grati che qualcuno si dimostri interessato ad ascoltarli attentamente, migliorano i pensieri su loro stessi”. Inoltre, aggiunge Barbara Baschiera, “sviluppano competenze relazionali fondamentali per comunicare con i giovani”. Dall’altro lato, i ragazzi imparano ad ascoltare e ad applicare metodi della ricerca sociale.

I risultati delle interviste saranno presentati il 18 maggio alla Civitas Vitae della Fondazione OIC (Padova) e il 19 maggio a Ca’ Foscari.

 

Enrico Costa

interviste di Giorgio Bonomi

montaggio video di Luca Bottone