Aspettative: così il futuro cambia il nostro presente

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Studiare le aspettative, il team cafoscarino del progetto ExSIDE
Il team: nella foto di Andrea Avezzù alcuni tra i dottorandi, docenti e personale amministrativo del progetto ExSIDE: da sinistra Chenghong Luo, Frieder Neunhoeffer, Eva Levelt, Paolo Pellizzari, Barbara Iacampo, Pietro Dindo, Lisa Negrello

C’è il precario che tira la cinghia. Chi sceglie il mutuo ‘fiutando’ l’andamento dei tassi. E chi investe con euforia intravedendo un futuro roseo. Le scelte di oggi, ci dicono gli economisti, dipendono soprattutto dalle aspettative sul domani.

Queste cruciali ‘aspettative’, però, sono difficilissime da misurare: emergono continuamente nella mente di ognuno di noi, sfuggono, sono invisibili all’osservatore che le voglia esaminare e calcolare.

Per captarne i segnali una trentina di studiosi di prestigiosi atenei europei, compresa Ca’ Foscari, hanno lanciato un progetto che guarda lontano. Puntano ad estendere la conoscenza sul fenomeno formando giovani ricercatori in grado di decifrare il ruolo delle aspettative in economia.

Questo è l'obiettivo del progetto Expectations and Social Influence Dynamics in Economics (ExSIDE), finanziato dal programma Marie Curie Innovative Training Network con quasi 4 milioni di euro.

Grazie ad ExSIDE 15 studenti di dottorato stanno svolgendo progetti di ricerca sulle aspettative in economia dividendo il proprio percorso tra una realtà non accademica e due degli atenei del consorzio, che sono Ca’ Foscari, Bielefeld University, Università Cattolica del Sacro Cuore, Université catholique de Louvain, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, University of Amsterdam, University College London, University of Surrey. Guarda il video.

Quanto contano le aspettative?

“Pare contino più dei fatti - risponde Paolo Pellizzari, matematico, professore al Dipartimento di Economia e coordinatore cafoscarino nel progetto -. Per capirlo basta confrontare quelle sul debito pubblico di due paesi come Stati Uniti e Italia. Il debito americano è più grande, ma nessuno si aspetta che gli americani non lo onoreranno. Sull’Italia invece qualche dubbio c’è e questa differenza di aspettativa pesa sulla nostra economia”.

Come si misurano?

“E’ una sfida difficile, ma ci proviamo con una squadra che unisce economisti computazionali e psicologi cognitivi. Usiamo esperimenti, modelli computazionali e studio delle reti sociali”.

Cosa succede nel vostro laboratorio?

“Al Centro per la ricerca sperimentale in Management ed Economia poniamo le persone, dei volontari (partecipa agli esperimenti), di fronte a delle scelte da prendere e cerchiamo di trarne delle indicazioni dal punto di vista scientifico. Con uno dei progetti Ex-SIDE, condotto da Frieder Neunhoeffer con il professor Michele Bernasconi, stiamo cercando di capire come si formano le aspettative ponendo i partecipanti davanti a situazioni concrete, con dati reali presi dai giornali, sulla base dei quali devono scegliere come comportarsi. Questo aggancio con la realtà aiuta a rendere l’esperimento meno asettico e far emergere il vero ragionamento del partecipante”.

Uno studio riguarda l’evasione fiscale. Come incidono le aspettative sul gettito fiscale?

“Con il dottorando Fernando Garcia Alvarado stiamo testando modelli di evasione fiscale che tengano conto dell’evoluzione recente della teoria sul comportamento dell’evasore. Finora si riteneva che una persona decidesse se evadere o no solo in base alla probabilità di essere multato. Questa teoria è debole per due motivi. Primo, sappiamo che non ti prendono quasi mai. Secondo, visto che la si fa quasi sempre franca, l’evasione dovrebbe essere addirittura maggiore di quella misurata. Emerge invece che a determinare l’evasione è anche la fiducia nell’istituzione. Credere che l’amministrazione sia in grado di usare le tasse per fornire servizi di qualità spinge il contribuente alla fedeltà”.

Quindi politiche da ‘guardie e ladri’ non funzionano?

“Diciamo che considerando il ruolo della fiducia riusciamo a spiegare meglio le dinamiche dell’evasione. Nei nostri modelli proviamo a cambiare il dosaggio delle politiche repressive e di quelle che favoriscono la fiducia, e vediamo nel tempo che effetto si potrebbe ottenere. Ad esempio, una riduzione delle aliquote fiscali verrebbe percepita come equa, rafforzerebbe la fiducia e potrebbe ridurre l’evasione. In generale, l’approccio dialogante e la comunicazione su come vengono spesi i soldi aiutano a contrastare il fenomeno”.

Queste aspettative, dunque, dipendono sia da aspetti razionali che dall’emotività…

“Gli aspetti non razionali hanno addirittura il sopravvento. Per approfondire questi aspetti, da pochi giorni ExSIDE ospita per un anno di ricerche a Venezia anche due borsiste straniere. Si tratta di Chenghong Luo (Université Catholique de Louvain) che studia come le reti sociali (ad esempio di amici o di colleghi) cambino la nostra visione del mondo ed Eva Levelt (Universitet van Amsterdam) che utilizzerà degli esperimenti per studiare se certi modelli “mentali” di aggiornamento delle aspettative producano risultati stabili od oscillanti (pensate a quando cambiamo opinione spesso su certi temi)".

 

Enrico Costa