Musei sommersi: i tesori del mare a disposizione di tutti

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Capo Stoba - Croazia

La valorizzazione del patrimonio marittimo è al centro di due progetti finanziati ai quali Ca’ Foscari partecipa come partner con il coinvolgimento di professori del Research Team “Creative arts, cultural heritage and digital humanities”. Si tratta di Progetti di cooperazione Interreg  Italia-Croazia che fanno capo al Dipartimento di Studi Umanistici e di cui è responsabile scientifico Carlo Beltrame, con il coinvolgimento di Francesco Casarin e Francesco Vallerani nella proposta Arca Adriatica.

Il primo è UNDERWATER MUSE(Immersive Underwater Museum Experience for a wider inclusion), un progetto Interreg Italia-Croazia, coordinato dall’ERPAC della Regione Friuli Venezia Giulia, in cui Ca’ Foscari è partner assieme alla Regione Puglia, alla Marco Polo System, al Rera (agenzia per lo sviluppo della regione di Spalato e della Dalmazia) e alla municipalità di Kastela. Prevede un budget di oltre 1,5 milioni di euro e si inserisce nell’asse prioritario Ambiente e eredità culturale.
Obbiettivo del progetto è lo sviluppo di una metodologia efficace finalizzata ad una più estesa condivisione del patrimonio archeologico marittimo in grado di superare gli ostacoli posti dall’ambiente sommerso.
“Anche le recenti linee guida dell’Unesco – spiega Carlo Beltrame – indicano come sia preferibile il mantenimento in situ dei giacimenti e debba essere ricercata la possibilità di renderli fruibili al più vasto pubblico possibile. Per questo da un lato si tende a musealizzare l’ambiente subacqueo, ma questo pone seri problemi di manutenzione e controllo, dall’altra la strada senza dubbio più percorribile è quella dello sviluppo di tecnologie di ricostruzione virtuale degli scavi subacquei per una maggiore fruibilità a vantaggio di tutti. Pochi infatti hanno la fortuna di potersi immergere e vedere con i loro occhi le meraviglie che i nostri mari custodiscono, cioè il museo subacqueo ha dei limiti, ed è in questo caso che ci vengono in aiuto la realtà virtuale e la realtà aumentata”.

Il progetto si svilupperà concretamente, attraverso azioni pilota su siti archeologici italiani e croati, quali l’importante relitto del 3° secolo a.C. di Grado, indagato fino ad oggi in maniera solo preliminare, o il ricchissimo sito archeologico della baia di Santa Sabina in Puglia, ben studiato dall’Università del Salento. Si lavorerà sia per musealizzare in situ parte del patrimonio sommerso rendendolo visitabile ai subacquei, sia per fornire strumenti digitali in grado di permettere una conoscenza della storia sommersa veramente senza barriere. Verrà infatti elaborata una piattaforma web GIS e delle ambientazioni digitali che permetteranno di conoscere e navigare virtualmente sui alcuni siti. Le installazioni, in Italia, saranno ospitate nei musei di Brindisi, di Grado e del Mare di Caorle. In quest’ultimo, lo scorso luglio, è stata inaugurata la mostra permanente sul relitto del Mercurio, giacimento scavato da Ca’ Foscari al largo di Lignano, in cui è possibile immaginare di immergersi grazie alla realtà virtuale e ad altre innovative soluzioni digitali. Ecco in questo video un esempio di "immersione virtuale"

Nel progetto Underwater Muse, il team di Ca’ Foscari, che sarà coordinato da Carlo Beltrame, docente di Archeologia marittima, sarà impegnato nella formulazione della migliore metodologia di lavoro, nelle indagini subacquee ma anche nella creazione di parte degli strumenti digitali, ambito in cui, negli ultimi anni, ha fatto importanti esperienza di ricerca operando nel campo della fotogrammetria subacquea, del GIS e della Virtual Reality.

“Il valore aggiunto del lavoro di ricostruzione digitale – aggiunge ancora Beltrame – soprattutto dal punto di vista dello spessore scientifico, è che può elaborare anche risultati di vecchie campagne di scavi, mescolando dati non omogenei ottenuti con tecniche diverse e restituendo così in un’unica soluzione il sommarsi delle informazioni raccolte nel corso degli anni per una conoscenza complessiva del sito archeologico”.

Il progetto ARCA ADRIATICA, invece, ha un budget complessivo di 3,1 milioni di euro,  è coordinato dalla contea di Primorje-Gorski Kotar e ha come partner, oltre al Dipartimento di Studi Umanistici di Ca’ Foscari, il Comune di Cervia, il museo della Marineria di Cesenatico, l’istituto agronomico mediterraneo di Bari, il comune di San Benedetto del Tronto, l’eco-museo della Batana di Rovigno, il comune di Malinska-Dubasnica, l’agenzia turistica della contea di Kvarner e l’agenzia di sviluppo della contea di Zara.

Scopo del progetto è la valorizzazione, anche a fini turistici-culturali, del patrimonio marittimo dell’Adriatico italiano e croato attraverso la creazione di centri di eccellenza. Attraverso i centri, questo patrimonio, consistente principalmente nella cantieristica navale tradizionale, verrà censito, documentato e quindi reso pubblico attraverso forme innovative di comunicazione digitale e l’organizzazione di appuntamenti di sensibilizzazione pubblica.

L’unità di ricerca di Ca’ Foscari, coordinata da Carlo Beltrame e composta anche da Francesco Casarin e Francesco Vallerani, si occuperà di proporre una metodologia per la documentazione e lo studio del patrimonio marittimo, di elaborare un master plan per lo sviluppo di questa forma di turismo culturale e parteciperà ad attività di educazione dei bambini e dei giovani alla conoscenza di una cultura che accomuna le due sponde dell’Adriatico ma che, in molte zone, sta purtroppo celermente scomparendo.

FEDERICA FERRARIN