Il sogno cinese: metafore creative nei discorsi del leader Xi Jinping

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Che cos’è il sogno cinese e che parole usa il leader cinese per descrivere la sua visione politica di una Cina rinnovata che si affaccia sul panorama mondiale come paese propulsore e fonte di prosperità?

L’analisi dettagliata dei discorsi politici di Xi Jinping e l’uso di metafore creative che riguardano il cosiddetto “sogno cinese” della Cina contemporanea è l’oggetto dell’articolo di Beatrice Gallelli “Doing things with metaphors in Contemporary China”, uscito nel dicembre 2018 per Edizioni Ca’ Foscari all’interno del supplemento alla rivista Annali – Serie Orientale, che raccoglie i testi del convegno Texts in Between Action and Non-Action. Genesis, Strategies, and Outcomes of Textual Agency.

Il “Chinese dream” o “China dream”, sintetizza gli obbiettivi della Cina del 21esimo secolo ed è un concetto spesso utilizzato nei discorsi del leader e Segretario generale del partito Xi Jinping, fin dal suo insediamento nel 2012: "Tutti hanno ideali e desideri, tutti hanno dei sogni. Oggi tutti parlano del sogno cinese. Credo che realizzare il grande ringiovanimento della nazione cinese sia il più grande sogno del popolo cinese dall’inizio dei tempi moderni”.

“Il sogno cinese è il concetto cardine della visione politica del leader – ci spiega Beatrice Gallelli, dottoranda del Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa mediterranea - il sogno di una grande rinascita della nazione cinese che richiama la retorica del “sogno americano” ma nello stesso tempo se ne distanzia. Porta in sé il concetto di rinascita, di ritorno alla gloria passata, sotto tutti i punti di vista, compreso quello culturale”. Questo riferimento è diventato una costante nei discorsi di Xi Jinping che attraverso l’uso di metafore contribuisce a delineare una nazione che sta camminando verso una nuova era: “new thoughts, new ideas and new arguments”

L’articolo evidenzia come in realtà, quelle che sembrano metafore originali di Xi Jinping attorno alle quali è stata fatta un’enorme campagna propagandistica, in realtà non siano affatto nuove, ma basate su vecchi concetti reinterpretati come nuovi. C’è una sostanziale continuità con i leader precedenti, in particolare con Mao, manifestata attraverso l’uso di metafore comuni; Xi Jinping usa le stesse parole di Mao, ma nei contenuti si pone politicamente nel solco di Deng Xiaoping, continuando il percorso delle riforme economiche.

Nei suoi discorsi contro la corruzione i problemi interni al partito sono per esempio descritti come un “cancro”, una malattia da combattere. Altro artificio retorico è l’uso di metafore animali per indicare i punti da colpire per la lotta alla corruzione, per es. mosche e tigri, cioè “colpiremo sia le mosche sia le tigri”, non solo i funzionari di basso rango, ma anche i funzionari di alto livello. E questo tipo di retorica politica ricorda i discorsi di Mao nella forma, anche se poi nei contenuti il leader attuale sta continuando nelle politiche di riforma di Deng Xiaoping.

Tutti gli studi sulla retorica di Xi Jinping dimostrano come questa sia uno strumento per contribuire a costruire l’immagine del leader che è forte, capace di condurre la nazione verso la sua rinascita, che procede eliminando sulla sua strada ostacoli come la corruzione, e incarna allo stesso tempo un modello di virtù morale, di guida vicina alle persone bisognose, un uomo del popolo.

La costruzione della figura del leader passa attraverso dei topoi comuni fin dall’antichità che ne ricostruiscono la vita fin dagli esordi in cui già la figura del leader si intuiva. Il leader viene ripreso in immagini che lo ritraggono nella giovinezza, in atteggiamenti operosi, con la famiglia, vicino ai contadini, durante gesti di generosità, poi nell’affrontare le difficoltà che si frappongono al raggiungimento della meta, nei periodi difficili, e infine vittorioso con il superamento di tutto e il successo finale.

Oltre ai 60 discorsi tenuti da Xi Jinping nelle occasioni ufficiali e che contengono la parola “sogno” e ai volumi che raccolgono estratti delle prolusioni e degli scritti di Xi (oggetto della sua tesi di dottorato), Beatrice Gallelli ha anche analizzato foto e video; in particolare il video “China enters a new era” che utilizza ancora la retorica del sogno descrivendo la visione “mondiale di una Cina che diventa propulsore del mondo, grazie anche all’iniziativa che intende costruire una nuova Via della Seta che porterà prosperità anche a tutti i paesi coinvolti. Fra i concetti chiave della politica estera vi è infatti quello di costruire una comunità dal destino comune.

Le immagini del video parlano da sole e sono metafore visive altrettanto potenti: esse mirano a suggerire il concetto di una grande famiglia cinese: vi appare anche una ragazza in abiti tibetani al fine di rafforzare il concetto di inclusione delle minoranze e di unicum in cui tutti sono “figli della Cina”.

Le metafore sono dunque un modo per far passare e filtrare dei concetti, nel caso della comunicazione politica di Xi sono caratteristiche del suo “stile linguistico” e intendono contribuire alla costruzione dell’identità nazionale e alla legittimazione del partito.

Beatrice Gallelli “Doing things with methaphors in Contemporary China”
rivista Annali – Serie Orientale
convegno Texts in Between Action and Non-Action. Genesis, Strategies, and Outcomes of Textual Agency
Edizioni Ca' Foscari

EDIZIONI CA'FOSCARI

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Secondo questo orientamento editoriale, le Edizioni Ca’ Foscari nascono nel 2011 con il proposito di favorire la diffusione dei risultati della ricerca all’interno dell’Ateneo e da qui alla comunità scientifica nazionale e internazionale, basandosi sulle opportunità offerte dalle tecnologie digitali.

 

 

FEDERICA FERRARIN