Iran fuori dagli stereotipi nel lavoro di Daniela Meneghini

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Illustrazione di Chiara Peruffo

Un racconto scarno, ma di straordinaria bellezza, un Iran fuori dagli schemi giornalistici, un giovane maestro che si trova assegnato alla scuola di un villaggio dove l’anfora da cui bevono i bambini si crepa creando un problema da cui si originano tante avventure; ed una traduzione delicata e semplice, orchestrata da Daniela Meneghini, docente di lingua persiana del Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea, che ha coinvolto e diretto i suoi studenti.

L'Anfora è la traduzione di un testo  'Khomre' di uno dei maggiori autori dell'Iran contemporaneo, Hushang Moradi Kermani, vincitore di numerosi premi internazionali e i cui libri sono stati tradotti in moltissime lingue con successo. Il testo è ora tradotto in italiano per la prima volta per le Edizioni Ca’ Foscari nella collana Translating Wor(l)ds (diretta da Nicoletta Pesaro) ed è arricchito da una sensibile illustratrice (Chiara Peruffo) che ha colto e rappresentato la poesia e le durezze della storia. Il volume, pur collocandosi nell’ambito accademico scientifico che caratterizza la casa editrice di ateneo, è anche un’apertura verso un pubblico più ampio e non scientifico, mantenendo comunque caratteristiche e rilevanza di sperimentazione didattica e di ricerca.

E' un racconto delicato e interessante, con un certo grado di suspance, una lettura piacevole; se ne apprezza soprattutto la sensibilità priva di giudizio dello scrittore, che scorre in tutte le pagine, oltre al tratto nitido e poetico con cui viene descritta la vita del paese.

“In generale, - racconta Daniela Meneghini -  i libri di questo autore rappresentano alcune realtà dell'Iran autentico, fuori da alcuni degli schemi cari all'occidente, e in questo senso (per me che conosco bene le traduzioni pubblicate in Italia ma anche all'estero di narrativa persiana) trovo che l’onestà e l’originalità del suo lavoro abbiano un significato che va oltre quello letterario”.

La storia è ambientata in un piccolo villaggio fra le montagne dell'altipiano iranico e racconta di una scuola in cui i bambini nell'ora di ricreazione bevono da un'anfora che ogni mattina viene riempita dai ragazzi più grandi con l'acqua del ruscello. Una mattina l'anfora viene trovata con delle crepe e da quel momento cominciano una serie di avventure per risolvere il problema. Le avventure mostrano uno spaccato della vita del villaggio e delle relazioni fra i suoi abitanti, con le difficoltà delle famiglie più povere, la fatica del maestro, straniero e istruito, ad inserirsi in quel mondo un po' diffidente e chiuso, lo slancio di alcuni per risolvere il problema e la malafede di altri. Lo scorrere del racconto è leggero e divertente anche nei momenti un po' drammatici.

Abbiamo chiesto alla prof. Meneghini perché consiglierebbe questa storia – “perché è una storia molto poetica, che descrive il microcosmo della vita familiare e di una piccola comunità in cui tutti si conoscono, con personaggi di varia natura, persone meschine, altre generose, sullo sfondo delle stagioni che si susseguono scandendo il ritmo della vita.”

L’Anfora è anche un progetto che ha valore su più livelli: è un lavoro scientifico e di ricerca, ma è anche un lavoro culturale sostenuto dall’Istituto Culturale iraniano. Esso ha fra l’altro una valenza didattica poichè gli studenti della laurea magistrale in Lingue e culture dell’Asia e dell’Africa Mediterranea (Eleonora Barichello e Silvia Pessot con la collaborazione di Gholam Najafi) si sono cimentati nella traduzione sotto la guida di Daniela Meneghini, lavorando ad una prima stesura dal persiano che è stata poi revisionata e curata dalla docente.

L’Anfora mostra un Iran fuori dagli schemi, non stereotipato, mostra un Iran al di là dei luoghi comuni triti e ritriti della donna con il velo e dei conflitti del sistema patriarcale (che ovviamente esistono) e porta in Italia un pezzo di quella letteratura persiana contemporanea che è ricchissima e ancora poco conosciuta” – spiega Meneghini.

“Proprio per questo abbiamo voluto invitare Hushang Moradi Kermani alla prossima edizione di Incroci di civiltà, perché sarà un’occasione di presentare, come è nello spirito di iincroci, un autore ancora sconosciuto in Italia e farci raccontare attraverso i suoi libri una letteratura ricchissima di cui c’è molto ancora da scoprire”.

Hushang Moradi Kermani  (1944), riconosciuto come uno dei maggiori scrittori iraniani contemporanei, è stato insignito di numerosi premi letterari in Iran e all'estero. L'Anfora è la prima traduzione in italiano di un suo racconto, un testo in continua ristampa (almeno 15 a tutt'oggi per oltre centomila copie vendute), un libro che ha avuto dentro e fuori dai confini dell'Iran, un successo enorme e da cui è stato tratto un omonimo film premiato con il Pardo d'Oro di Locarno. Molta della sua produzione è dedicata ai ragazzi di cui lo scrittore sa osservare e descrivere con sguardo sensibile e attento l'innocenza, le aspirazioni, la sofferenza. I ragazzi sono infatti i protagonisti dei suoi racconti più popolari (Qessehā-ye Majid - I racconti di Majid del 1975, Bachchehā-ye qālibāfxāne I ragazzi della fabbrica di tappeti del 1981, Mehmān-e māmān - Gli ospiti di mamma del 2002).Dai suoi libri oltre a L'Anfora, sono stati tratti film e serie televisive di grande successo che ne hanno consolidato la fama.

 

 

FEDERICA FERRARIN