Italia - Cina, cinquant'anni di rapporti diplomatici

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Presidenza della Repubblica, Attribution, via Wikimedia Commons

Cinquant’anni fa, il 5 novembre 1970, i rappresentanti dell’Italia e della Repubblica Popolare Cinese (RPC o anche Cina) firmarono a Parigi il comunicato congiunto per lo stabilimento delle relazioni diplomatiche tra i due paesi e il giorno seguente (6 novembre) tali relazioni ebbero ufficialmente inizio.
La scelta della capitale francese non fu ovviamente casuale: la Francia, infatti, era stata la prima tra le maggiori nazioni europee a spezzare l’isolamento diplomatico di Pechino nei confronti di gran parte del mondo, riconoscendo la RPC il 27 gennaio 1964.

Come hanno messo in luce vari studi ed analisi (tra gli altri, De Giorgi, Samarani, Di Nolfo, Fardella, Giunipero, Graziani, Pini, Romano), la normalizzazione delle relazioni bilaterali fu il risultato finale di un lungo e complesso lavoro e sforzo avviato già nei primi anni Cinquanta, quando l’Italia non aveva relazioni diplomatiche con la RPC ma con la Repubblica di Cina (Taiwan): un lavoro e sforzo – innanzitutto di conoscenza e comprensione di quel lontano paese - che vide l’impegno in Italia dei partiti della sinistra, di settori del mondo cattolico, di associazioni imprenditoriali e culturali, e – per fare qualche esempio tra i tanti – di singole personalità come Pietro Nenni, Amintore Fanfani, Aldo Moro, Giorgio La Pira, Enrico Mattei, guidati anche dalla convinzione che una piena partecipazione della Cina alla società mondiale fosse una premessa necessaria al superamento dei rischi di conflitto comportati dalla Guerra fredda.

Il riconoscimento apriva una pagina nuova nelle relazioni bilaterali, contrassegnata dalla volontà condivisa di promuovere la cooperazione soprattutto in ambito economico e culturale.  Fu, però, soprattutto dopo l'avvio delle riforme di Deng Xiaoping alla fine del 1978 che si gettarono le basi per un rapporto più intenso. Nel 1979 il premier cinese Hua Guofeng si recava in visita a Roma, e l'anno successivo sarebbe stato il Presidente della Repubblica Sandro Pertini a recarsi a Pechino.

Le relazioni tra Italia e Cina si sono sviluppate in questo mezzo secolo in modo sostanzialmente positivo, scontando anche periodi di difficoltà dovuti all’andamento della situazione politica nei due paesi (basti pensare alla forte instabilità politica cinese negli anni Settanta o al frequente ricambio dei governi italiani e alla lunga crisi politica italiana degli anni Novanta) e ancora al raffreddamento dei rapporti tra Cina e Occidente a seguito dei drammatici eventi della “primavera del 1989” a Pechino. 

A una crescita rapida degli scambi economici negli anni Ottanta, soprattutto nel contesto della cooperazione allo sviluppo, fecero seguito nel decennio successivo le difficoltà delle imprese italiane a cogliere le opportunità di investimento create dalla grande apertura al mercato globale perseguita dalla dirigenza cinese in vista dell'ingresso della Cina nella World Trade Organization nel 2001. A partire dall'inizio del Ventunesimo secolo, si è assistito a una progressiva intensificazione delle relazioni economiche,  anche se nel tempo si è creato un accentuato squilibrio della bilancia commerciale a favore di Pechino. Ancor oggi, l’obiettivo primario dell’Italia resta quello del riequilibrio della bilancia commerciale con la Cina: le stime relative al primo semestre 2020 indicano che le nostre esportazioni hanno subito un’ulteriore riduzione mentre le nostre importazioni sono cresciute, portando il disavanzo della nostra bilancia a ca. 12 miliardi di euro. Secondo i dati del MAECI, la Cina è attualmente destinataria di circa il 2,6% dell’export italiano (10° posto) ma è il secondo paese - dopo la Germania - per provenienza delle nostre importazioni (8,9%).

Anche le relazioni culturali e scientifiche sono state in costante crescita. Sul piano dell'istruzione, in anni recenti i programmi "Marco Polo" e "Turandot" hanno favorito l'iscrizione di studenti cinesi nelle istituzioni scolastiche e universitarie italiane, mentre nel 2016 si è ratificato l'accordo del 2005 relativo al riconoscimento reciproco dei titoli di studio.

Nel complesso, in questi 50 anni i rapporti bilaterali sono stati imperniati sul piano politico sia sulle questioni bilaterali sia su quelle multilaterali ed in particolare nell’ambito delle relazioni Cina-Unione Europea. A partire dal 2004, tali rapporti sono stati inquadrati nell’ambito del cosiddetto “partenariato strategico globale”, finalizzato a conseguire gli obiettivi previsti dal Piano d’Azione per il rafforzamento della cooperazione economica, commerciale, culturale e scientifico-tecnologica tra Italia e Cina 2017-2020.
Nel marzo 2019 è stato poi firmato il Memorandum d’Intesa tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica Popolare Cinese sulla collaborazione nell’ambito della ‘Via della Seta economica’ e della ‘Iniziativa per una Via della Seta Marittima del 21° secolo’.
Tale memorandum, che ha sollevato numerosi commenti e parecchie critiche, individua come principali ambiti di collaborazione la costruzione di un dialogo sulle politiche relative alla connettività, allo sviluppo dei trasporti, logistica e infrastrutture, all'eliminazione degli ostacoli ad una maggiore collaborazione in ambito commerciale, degli investimenti e finanziaria. Il Memorandum, inoltre, enfatizza l’importanza di ampliare gli scambi interpersonali, sviluppare la rete di città gemellate, valorizzare il Forum Culturale Italia-Cina per la realizzazione dei progetti di gemellaggio tra siti italiani e cinesi registrati dall’UNESCO quali patrimoni dell’umanità; esso mira altresì a promuovere congiuntamente la realizzazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
Si prevede, a questo proposito, la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare della Repubblica Italiana alla Coalizione Internazionale per lo Sviluppo Verde nell’ambito dell’iniziativa “Belt and Road”, avviata dal Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente della Repubblica Popolare Cinese e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).

L’anno in corso (2020) avrebbe dovuto portare ad un nuovo ulteriore sviluppo della cooperazione bilaterale, in legame per l’appunto con le celebrazioni del 50° anniversario, nell’ambito dell’ “Anno della cultura e del turismo”, con numerose importanti iniziative programmate. L’emergenza sanitaria ha ne poi impedito la realizzazione in grandissima parte.

Guido Samarani, Laura De Giorgi