Indagare la relazione tra danza e memoria, ecco il progetto 'Mnemedance'

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Marzia Migliora, Stilleven, 2015  © Marzia Migliora. Courtesy l'artista e Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli
Marzia Migliora, Stilleven, 2015 © Marzia Migliora. Courtesy l'artista e Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

Per indagare la relazione tra danza e memoria e ripensare la storia della danza come una disciplina che può avere un impatto su altri ambiti artistici e nelle scienze umane, Susanne Franco, docente di Storia della danza, del teatro e della performance presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, ha proposto, con il sostegno del programma SPIN di Ca’ Foscari, il progetto di ricerca Memory in Motion, Re-Membering Dance History (Mnemedance, 2019-2022).

Con l’apporto del comitato scientifico, composto da Marina Nordera (Université de Côte d’Azur), Lucia Ruprecht (University of Cambridge) e Christina Thurner (Universität Bern) e Ariadne Mikou per la creazione del sito e la cura del sito (www.mnemedance.com) e delle molte video-interviste con danzatori e coreografi previste, Mnemedance si articola in una serie di seminari e convegni, che indagano come nella danza la memoria implichi sempre il movimento dei corpi che la attivano, la incorporano e la recepiscono. Il corpo è pertanto studiato come dispositivo di memorizzazione e archiviazione e il movimento corporeo come strumento per attivare strategie di conservazione e trasformazione dei significati nelle migrazioni temporali, così come nelle diaspore geografiche e culturali.
Rintracciare la memoria della/nella danza può contribuire a mettere in discussione le genealogie canoniche di interpreti, pratiche e tradizioni coreografiche e artistiche, che la storiografia ha stabilito spesso senza tenere conto di rimozioni, oblii o forme di resistenza.
Mnemedance critica, infine, l’assunto secondo cui la danza è una forma effimera e non riproducibile di conoscenza, analizzando il ruolo dei danzatori nell’elaborazione, conservazione, trasmissione e accessibilità dei saperi collettivi.

La conferenza internazionale online On Reenactment: Concepts, Methodologies, Tools (19-20 novembre 2020) organizzata da Susanne Franco e Cristina Baldacci, storica dell’arte contemporanea e docente di storia della fotografia presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, è il primo di una serie di eventi programmati nell’ambito di Mnemedance. È stata pensata per far dialogare studiosi di arti visive e di studi curatoriali, museali e di danza sulle questioni metodologiche e teoriche legate al reenactment di coreografie, gesti, opere d’arte impermanenti o incompiute, mostre celebri, dimenticate o mai realizzate e archivi da riscoprire e rendere accessibili.
Il reenactment, qui inteso come strategia artistica e come approccio anti-positivistico alla storia della danza e dell'arte, che mira a ridare significato al passato nel e per il presente, pone in primo piano le molteplici temporalità coinvolte nel rapporto con ciò che è stato, dunque anche con la memoria. Diverse forme di reenactment verranno indagate in stretta relazione con gli studi culturali, di genere, postcoloniali e dei media.

Programma:

Act I:
19 novembre
2020, ore 14-18

Act II:
20 novembre
2020, ore 14-18

Registrazione all'evento entro domenica 15 novembre, al sito www.mnemedance.com/conference-2020

L'evento si terrà in inglese

Federica Scotellaro