Recensione "Prenditi cura di lei"

L’autrice

Kyung-Sook Shin è un’autrice sudcoreana nata in una regione montuosa nella Corea del Sud. Ha il suo esordio nel 1985 con il racconto intitolato “Fiaba d’inverno”, seguito poi nel 1993 dalla raccolta di racconti “Dov’era un tempo l’harmonium”. “Prenditi cura di lei”, romanzo dai tratti biografici pubblicato nel 2008 e tradotto in gran parte dei Paesi del mondo, ha ottenuto uno strepitoso successo internazionale. In Italia il romanzo è pubblicato da Neri Pozza (2011). 

L’opera

Il titolo della opera in coreano è “엄마를 부탁해” traducibile letteralmente con: “prenditi cura di mamma”.
Il romanzo, subito dopo la pubblicazione, riscosse successo di critica a livello mondiale. Pur raccontando di realtà ben collocate a livello geografico, risulta infatti capace di coinvolgere emotivamente i lettori, e portar loro a carpire e a vivere in prima persona le sensazioni della difficile relazione tra genitori e figli.
Il romanzo si sviluppa in senso corale: in ogni capitolo il protagonista cambia ma persiste la tecnica narrativa della seconda persona, il che è abbastanza inusuale, ma molto efficace alla veicolazione del messaggio dell’autrice.

Sinossi

Il racconto si apre con la presa a conoscenza di Chin-Hon della scomparsa di sua madre So-nyo nella stazione di Seoul. Quest’ultima, in compagnia del marito, padre di Chin-Hon, era andata nella capitale sud-coreana per fare visita ai figli, ma una volta arrivata in stazione, succede l’imprevedibile; il padre prende l’autobus senza rendersi conto di una cosa: la compagna non è più con lui.
Con questa introduzione molto malinconica viene così presentata la realtà di ogni singolo figlio della coppia, e di loro padre. Appresa la sconcertante notizia, i protagonisti si attivano subito alla ricerca del loro affetto mancante. Ogni capitolo è ricco di flashback dove viene meglio delineata la personalità della madre tramite il caldo tepore dei ricordi di ogni membro della famiglia, e si conoscono più a fondo i personaggi della narrazione in tutte le loro varie sfumature caratteriali.

Conclusione 

Questo libro è un grido di sofferenza da parte di chi si è reso conto troppo tardi del valore della propria madre, un errore molto comune tra i giovani, che spesso danno per scontate tante, troppe cose.
La storia presenta caratteristiche del romanzo di formazione. Non si vuole rovinare al lettore neanche una pagina di questo romanzo, ma si può aggiungere che se ne consiglia la lettura a tutti coloro che hanno un rapporto conflittuale con i propri genitori e figli, ma non solo. Nella scrittura entrano in gioco emozioni molto forti: vi sono sia momenti di alta tensione che altri più pacati, raccontati dal velato senso dei ricordi, che avvicinano il lettore ai protagonisti, rendendolo più connesso in quanto esseri umani, figli e genitori presenti o futuri.
Il messaggio alla base è semplice: le cose che si amano, spesso ci si rende conto di amarle quando è ormai troppo tardi.

Arianna Caredda

 

 

1 Da notare come, 엄마를 부탁해, sia simile a 엄마 부탁해che letteralmente vuol dire: “mamma per favore” n.d.r.

 2 Alter-ego della scrittrice.