L’uomo senza talento

Munō no hito (無能の人)

Tsuge Yoshiharu 


Presentiamo il manga di Tsuge Yoshiharu, autore di diversi lavori tra gli anni ’50 e gli ’80 del secolo scorso e inattivo da allora. Tsuge viene considerato uno dei pionieri del watakushi manga, o “manga su di me”, con storie semi-autobiografiche e drammatiche. L’uomo senza talento, il cui protagonista è un alter-ego dell’autore, rientra in questo filone.

Si tratta di un capolavoro riscoperto. Pubblicato su COMIC Baku in Giappone in sei puntate tra il 1985 e il 1986, l’uomo senza talento è stato per lungo tempo sconosciuto al pubblico in Europa. In Francia solamente nel 2004 è stato tradotto e pubblicato, venendo nominato nel 2005 al 32° Festival di Angoulême per il premio come miglior pubblicazione dell’anno. L’opera rimane oggi inedita in molti paesi. In Italia bisogna attendere ancora fino al 2017 per una pubblicazione di Canicola Edizioni. Inoltre, nonostante sia una delle ultime pubblicazioni di Tsuge in ordine cronologico è stata la prima ad essere stata tradotta in lingua italiana, ma al successo di questo lavoro si deve la riscoperta del suo autore, ed è seguita la traduzione e pubblicazione di diversi altri suoi lavori.


I sei capitoli della storia seguono la vita di Sukegawa, un mangaka ormai non più giovane che ha goduto di un certo successo ma le cui opere sono considerate “artistiche”, “di nicchia”. Dopo aver deciso di non voler scrivere più per non togliere valore ai propri precedenti lavori, lo scrittore decide di impegnarsi nelle attività più svariate che affascinino la sua immaginazione. Rimasto colpito dallo stoicismo dei venditori nei piccoli negozietti di cianfrusaglie, decide di dedicarsi alla vendita di macchine fotografiche usate. Dopo un iniziale relativo successo in questa attività, tuttavia, dopo aver scoperto l’esistenza di una nicchia di collezionisti di pietre in Giappone legate alla meditazione suiseki, decide di aprire un chiosco in riva al fiume dove vendere i sassi più belli che vi raccoglie.


L’opera unisce iper-realismo è surrealismo nello scavare dentro i personaggi, mettendone in luce la fragilità, la rabbia e le frustrazioni sempre accese da dei momenti grotteschi, quasi comici. Oltre al nostro protagonista i personaggi del racconto sono sua moglie, che delusa dal marito e dalle sue incertezze sviluppa verso di lui un profondo disprezzo, acuito dalla povertà. Ancora il figlio piccolo che, malato e malnutrito mette in luce l’inadeguatezza del genitore per cui ciononostante prova evidentemente un grande affetto, oltre ai numerosi venditori di bric-à-brac e dei vari mercatini di strada che formano la rete di conoscenti di Sukegawa.


Dai dialoghi dei personaggi nascono degli spunti di grande profondità da cui emerge una critica del consumismo e della fretta oltre al desiderio del protagonista (e dell’autore) di emarginarsi, di svanire fino a voler diventare parte del paesaggio, a non essere notato, che lo porta ad un progressivo allontanamento, rifiutando di avere un ruolo preciso nella società.


Fonti: 

Tsuge Yoshiharu, tr.it. L’uomo senza talento, Canicola, Bologna: 2021 Atrabile, L’Homme sans Talent, 2018. https://atrabile.org/catalogue/livres/lhomme-sans-talent/



Enrico Pittalis