Golden swallow - jin yanzi

Riprendendo il celebre personaggio del film di King Hu Come Drink With Me, l'eroina interpretata dalla star Cheng Pei-pei, Zhang Che si dimostra cineasta originale e di grande successo. Uno dei film mitici dei dorati anni Sessanta ad Hong Kong.

GOLDEN SWALLOW - JIN YANZI

 

Hong kong/1968/108'
Prod: Run Run Shaw
Dir: Zhang Che
Int: Jimmy Wang Yu, Cheng Pei-pei, Lo Lieh, Chao Hsiu-yen, Wu Ma, Chin Miao

Uno dei capolavori di maggior successo del cinema di Hong Kong. Il regista Zhang Che riprende il personaggio reso celebre da King Hu in Come Drink With Me/Da zuixia (1965): Golden Swallow, sempre interpretata dalla bella Cheng Pei-pei. I legami con il capitolo precedente sono però piuttosto labili: ritroviamo la bella eroina in compagnia di Han Tao, un celebre spadaccino dall'integerrimo codice morale (interpretato da Lo Lieh, visto in, tra gli altri, Magnificient Trio/Bian cheng san xia, 1966). I due si allenano piacevolmente sotto una cascata. Vivono un'esistenza serena in una valle brumosa tra i monti. Ma la loro serenità viene presto infranta. Un gruppo di uomini armati li attacca, vogliono vendetta: qualcuno infatti, spacciandosi per Golden Swallow, ha dato inizio ad una spirale di inaudite violenze. Golden Swallow sospetta, a ragione, che si tratti dell'antico compagno d'armi Silver Roc; quest'ultimo scomparve dalla scuola per vendicare selvaggiamente la propria famiglia. Prima di lasciare la scuola, ha imparato a padroneggiare una serie di colpi mortali che il Maestro voleva tenere segreti.

Siver Roc (Jimmy Wang Yu, che sarà reso celebre da Zhang Che in One Armed Swordsman/Dubi dao, 1967) si aggira per la contea vendicando i torti. Si susseguono scene di inaudita violenza: un magistrato locale, per impadronirsi delle terre di un contadino, non esita ad accusare a torto il figlio di quest'ultimo di aver rubato e mangiato un'anatra. Per dimostrare la sua innocenza il ragazzino si apre il ventre con una lama e muore sussurrando "io non ho rubato!". Lo spietato personaggio non si ferma di fronte a questa dimostrazione di coraggio, e fa massacrare anche il padre. La madre si aggira per il villaggio alla ricerca dello spirito del figlio, ed è lì che Silver Roc la trova, e decide di agire. Il giovane, sotto mentite spoglie, si sta intrattenendo presso una cortigiana, Mei Niang, che ama virilmente, e da cui è teneramente amato; le loro effusioni sono interrotte appunto dalle grida di dolore della donna, resa folle dalla tragedia accorsale. La vendetta è atroce, spietata. Poco prima la furia di Silver Roc si era abbattuta su un castello intero. La scena è ambientata all'interno del palazzo, dove il nobile locale fa sezionare e torturare uomini colpevoli di tradimento. In particolare uno dei suoi bravi è colpevole di non aver avuto il coraggio di sterminare tutta la famiglia di un nemico. I carnefici stanno per tagliargli il corpo in due (mentre il giovane ripete che spera di poter servire ancora il signore in una prossima vita) quando Silver Roc entra svolazzando nella stanza, e lancia un coltello mortale al perfido magistrato. Il condannato si sente accusare di avere complici all'esterno, e per dimostrare la propria correttezza si sdraia sul tavolaccio del supplizio e si fa scendere con forza la macchina di tortura addosso (una specie di enorme ghigliottina), dividendosi in due il corpo.

Già da queste sequenze iniziali si può riconoscere lo stile sanguinolento e masochista del regista, che predilige mettere in scena bagni di sangue, mutilazioni, sventramenti. Silver Roc è solo nella stanza: combatte, e sconfigge tutti gli sgherri del signore. La telecamera inizia a seguire la mischia (questa come le seguenti) tremando: è portata a spalla, il che dà la forte impressione di velocità e movimento, così come della violenza che esplode dal centro del quadro. Altra tecnica proficuamente usata è la camera in alto, al soffitto: così il regista può mostrare, con dei piani piuttosto lunghi, il vorticare di Silver Roc e la plastica coreografia del combattimento. Zhang adotterà questa tecnica ancora in Vengeance/Baochou (1970), montando parallelamente scene di battaglia a scene dell'opera di Pechino. Sono così esplicitate le due referenze principali per le scene di combattimento della filmografia hongkonghese: l'opera di Pechino con le sue acrobazie ed i salti mortali orchestrati ad arte, e le tecniche guerresche/meditative delle arti marziali. Sono forti anche le influenze del cinema western italiano (a partire dalla colonna sonora che spesso ricorda, nel tema che introduce l'eroe, le musiche di Morricone) e il jidaigeki giapponese degli anni sessanta, soprattutto le saghe guerresche di Kato Tai e le scene di battaglia girate da Kurosawa Akira, con il tradizionale momento di stasi che prelude alla caduta di uno dei combattenti.

Di estrema musicalità, e dunque stilizzazione in rapporto alla violenza esplicita delle scene, è il loro ritmo. Come un cuore pulsante, la mdp in travelling laterale segue l'eroe che batte gli avversari: tutto è immobile, poi l'eroe si muove in fretta accolto da un grappolo di nemici che lo circondano, combattono, poi pausa, i nemici si chinano su se stessi, sofferenti, per un attimo prima di cadere a terra agonizzanti; l'eroe parimenti è immobile, resta fisso nella sua posa plastica, un attimo soltanto, prima di ricominciare a combattere sullo stesso ritmo inferocito. Il medesimo schema si ripete più volte, e soprattutto verso la fine del film: la mdp fissa in cima ad una scalinata nel bosco, riempita di sgherri del nemico di turno. Golden Swallow ed il suo amante salgono la scalinata, e la mdp non si muove, osservando estatica la salita dei due, interrotta dai nemici. Questi arrivano in gruppo, combattono, vengono respinti, c'è un momento di pausa stilisticamente coreografata, poi i feriti si accasciano al suolo e Golden Swallow riprende a pugnare. Idem per la scena a mdp fissa su un sentiero nel bosco. Si vede Silver Roc che si avvicina in lontananza, dai margini del sentiero (e dell'inquadratura) sbucano decine di nemici che piombano sullo stretto passaggio. Il cavaliere li affronta a grappoli, momento di stasi, sangue che schizza, Silver Roc in posa plastica, poi si ricomincia sino a quando l'azione non arriva diretta davanti ai nostri occhi, in primo piano.

Ritornando alla scena di cui sopra: Silver Roc stermina tutti gli avversari nel castello, e si volta con sguardo di disprezzo verso la sala (mdp grandangolo mostra tutto lo scenario) cosparsa di cadaveri. Prende una torcia, e con un'espressione disgustata dà fuoco al locale intero (l'eroe che compie giustizia suo malgrado, spinto dalla necessità di vendetta ovvero, come qui, da pura esibizione sadica per attirare a sé l'amata, è una figura ricorrente nel cinema di Zhang Che). Arrivato fuori, tutto il castello è a fuoco. Ne esce un gruppo di nemici: la mdp vacilla (è portata a spalla) e segue l'implacabile vendicatore che con pochi colpi ben sottolineati dagli effetti sonori sconfigge i nemici: la mdp sembra cadere al suolo, sporcarsi con la terra, travolta anch'essa dalla violenza della scena.

Altra particolare caratteristica di questi combattimenti, a differenza di quelli filmati da King Hu, è la loro violenza impressionistica: Zhang Che versa fiumi di sangue, e ha una distinta predilezione per le torture e gli smembramenti (qualche esempio è stato accennato sopra, ma si pensi anche a New One Armed Swordsman/Xin dubi dao, 1972 oppure a Crippled Avengers/Can que, 1978), così come per i corpi martirizzati degli eroi che celebrano un estremo masochismo valoroso.

Qui è Silver Roc a farne le spese. Si tratta di un bel personaggio, forte e coraggioso, ma tormentato da quella che pare un'insaziabile sete di vendetta e di violenza. Pur se teneramente legato alla cortigiana, ama ancora la bella Golden Swallow, e decide di far in modo che ella trovi lui. Comincia così a lasciare sulle scene dei delitti da lui commessi (sempre a fine di giustizia, ancorché sommaria) i fermacapelli con delicate rondini come decorazioni, armi mortali predilette dalle mani di Golden Swallow. Ma il primo a trovarlo è Han Tao, il di lei nuovo amante. Silver Roc è orgoglioso, capisce presto che l'uomo che gli si para davanti è l'attuale amante della vecchia fiamma Golden Swallow. I due decidono di allearsi in un primo tempo per sconfiggere la banda di nemici che minaccia la bella dama, per poi però combattersi in duello per conquistare il cuore di lei.

Si tratta di una variante del rapporto virile che tanto interessa il regista, tanto da farne cardine tematico di quasi tutti i suoi film. Zhang Che afferma di voler introdurre nel cinema Hong Kong una "strong masculinity" e una ribellione violenta "typical of modern man". Qui i due uomini si disputano virilmente i favori della bella eroina, la quale, interpellata sui suoi sentimenti, dice di non sapere cosa vuole. Alla fine di un mortale duello, i due si rispettano e lodano le reciproche virtù guerresche. Il tema dell'amicizia virile è fortissimo soprattutto in One Armed Swordsman e Magnificient Trio, dove gli eroi sacrificano la loro vita per correre in aiuto dei commilitoni in duello. Questi complessi grovigli di sentimenti involgono il rispetto reciproco, l'invidia delle rispettive tecniche di combattimento, l'amicizia e l'onore, tanto quanto il timore dell'onta nella perdita di quest'ultimo. Così spinti e violenti, essi possono sfiorare la passione omosessuale nell'esclusione completa della donna a favore di una unidirezionalità degli sguardi: in New One Armed Swordsman, l'eroe in questione non rivolge mai lo sguardo alla bella di turno, ma è mesmerizzato di fronte allo spadaccino che si professa suo amico e che lo segue e lo spia e lo incita per tutto il film a combattere per lui, con lui.file:///C:/Users/User/Desktop/Asiamedia/ASIAMEDIA/Asia%20media%20sito/hongkong/schede/golden.html#Anchor-1783

Qui, di enorme impatto è la scena finale che riassume l'ossessione del sangue e del masochismo eroico in Zhang Che: dopo il mortale confronto con Han Tao, Silver Roc ha ancora la forza per uccidere il nemico che, nascosto dietro i cespugli, aspettava il buon momento per approfittare della debolezza dei due eroi. Silver Roc è comunque vincitore: Golden Swallow gli rivela infatti il suo amore. Ella si allontana dal corpo morente di Silver Roc, lasciato alle cure sofferenti della cortigiana, giunta fin lì trascinata da Golden Swallow medesima. La bella era entrata sotto le spoglie di un cliente maschio nella casa di piacere dove lavorava quest'ultima. Come d'abitudine (vedi Come Drink With Me), nessuno la riconosce come una donna, solo il suo vecchio amante Silver Roc; questi le chiede di abbandonare i panni di uomo, e lei si scioglie sensualmente le chiome e così possono, infine, bere dell'alcool seduti fianco a fianco, come ai vecchi tempi. Un'ellissi cela ciò che accade dopo, anche se è presumibile che i due, maschio e femmina, abbiano ritrovato più d'un piacere dei tempi andati.

Golden Swallow si allontana con Han Tao. Silver Roc, con un pezzo della spada di Han Tao conficcato nel ventre, è sul punto di morte. Ma ecco che sente avvicinarsi un gruppo di uomini armati, presumibilmente gli sgherri dell'avversario appena sconfitto. Inizia un furioso combattimento. Il martirio di un guerriero vestito di bianco perpetrato da schiere di nemici è figura ricorrente nel cinema di Zhang: New One Armed Swordsman, Vengenace. Qui raggiunge il parossismo: un delirio di invenzioni sceniche descrive con precisione la caduta sanguinosa dell'eroe, che viene pugnalato più volte, ma continua a battersi con i manici dei coltelli che penzolano imbrattati di sangue dalla camicia. Viene colpito da frecce, legato da micidiali fruste. L'eroe ansima, sputa sangue, ma continua a combattere. La violenza è data dall'impatto visivo fortissimo del sangue che cola sui vestiti candidi, e che insozza le vesti stracciate dei nemici. La mdp dapprima è a spalla, barcolla, poi segue con precisione il protagonista che combatte. Zhang fa uso dal montaggio per descrivere i salti e i voli dei combattenti: un salto può essere significato dall'uso della reverse motion, oppure dal montaggio: una prima scena mostra il personaggio che spicca il volo, cut, la scena seguente mostra il salto (sovente in piano largo), cut, un piano più ravvicinato mostra l'atterraggio. Questa tecnica permette di evitare l'uso di complessi effetti speciali (si veda al contrario Tigre e dragone/Wu hu zang long –2000-, dove il regista Ang Lee non ha più bisogno del montaggio perché ora gli eroi, grazie alle moderne tecniche digitali, possono volare in piano sequenza) ed al contempo di dare forte impressione di velocità. È proprio sul montaggio che lavorerà King Hu, saltando sovente uno dei tre passaggi sopra descritti, virando dunque la rappresentazione verso una pura impressione stilizzata e sperimentale.

Il combattimento visto da lontano, colto dalla mdp che segue con un travelling fluido l'azione, permette invece di sfruttare la larghezza ed i colori spettacolari del Cinemascope. Alla fine di questa epica scena, capostipite dell'eroismo masochista fortemente erotico esaltato da Zhang Che, Silver Roc si erge su una roccia, ferito, colpito da frecce e coltelli, le braccia ancora legate da frammenti delle fruste nemiche, è tutto rosso sangue, vacilla, ma dice: "Sono ancora il cavaliere migliore!". Cut.

"Il migliore cavaliere": queste parole si leggono adesso sulla sua lapide; zoom all'indietro, i tre sopravvissuti sono nella valle brumosa dell'inizio. Ma questa volta, nessuna vendetta parallela è stata possibile. La coppia è esplosa, Han Tao se ne va promettendo di mai tornare, Golden Swallow promette di mai più lasciare la valle. La storia d'amore triangolare non ha trovato esiti. Se dunque in New One Armed Swordsman l'eroe ha per lo meno vendicato il suo confratello, prima tagliando il braccio al nemico (lo stesso che aveva causato la perdita del suo braccio) poi sventrandolo (l'amico era stato sventrato, appeso al soffitto, dai quattro angoli della stanza gli avversari lo tenevano saldamente legato), qui tutto è stato fatto da Silver Roc, e nulla resta al giovane Han Tao, che si riconosce sconfitto sul piano bellico quanto su quello sentimentale. Rigorosamente macho, fedele al codice d'onore guerriero e al patto virile stretto con il rivale, non resta al giovane che sacrificare la propria felicità e partire. Ugualmente alla bella Golden Swallow non resta che riconoscere il proprio sbaglio (l'indecisione) ed espiarlo allontanandosi dal mondo. Non c'è molto spazio per le figure femminili. Nonostante qui Golden Swallow dia il titolo al film, ella non serve in fondo che come pretesto per il bel Silver Roc per combattere e mostrare il proprio valore, e come scusa per i due uomini per battersi. Qui infatti Zhang Che ha iniziato la sua opera di rinnovamento del genere (insieme con il romanziere Gu Long, dai cui romanzi sono tratti buona parte dei wuxiapian dell'epoca) per restituirlo alla comunità virile cui appartiene secondo tradizione, e per sostituire lo star system femminile con uno maschile, fino ad allora restato nell'ombra. A farne le spese è la stessa Cheng Pei-pei, che si vede rifiutare la preminenza del suo nome nel cartellone, nonostante sia proprio il suo personaggio a dare il titolo al film. Questo porterà ad una divergenza insanabile tra attrice e regista. È un sintomo della nuova onda di film virili e violenti che riempiranno gli schermi hongkonghesi per i decenni seguenti.

Sarà King Hu a dare alle sue combattenti quella dignità negata loro dalla maggior parte dei film Hong Kong post Zhang Che.

Note
Zhang Che, Huigu Xianggang dianying sanshi nian, 61. Citato in Poshek Fu, "The 1960s", in Fu, Poshek, Desser David, The Cinema of HK, Cambridge University Press 2000, p. 79.

Repressed desires and poetic flights of fancy are never good for bedfellows in the action picture (they are seen as feminine traits more properly developed in romantic melodramas or the wenyi pian), but Zhang turns his wuxia picture into such a study of conflicting personas, making Golden Swallow is the first psychological wuxia picture with wenyi elements. Stephen Teo, Hong Kong Cinema: The Extra Dimention, BFI Publishing, London 1997, p.100.

As is the case in many Zhang's later martial arts film centring on individualistic male protagonists –particularly the series starring David Chiang and Ti Lung- homosexual currents brew just below the surface whenever the hero meets another male hero. […] The one ingredient which signifies the homosexual passion between the two men is violence. Bordwell, David, Placet Hong Kong, Harvard University Press, Cambridge, 2000, p.102.

Bordwell parla di constructive editing, tattica che permette di costruire una continuità da elementi scollegati tra loro, grazie al montaggio ad alla sapiente alternanza di piani. Bordwell, David, Planet Hong Kong, Harvard University Press, Cambridge, 2000, p. 210.

Corrado Neri