Il film segue le vicissitudini di Aoyagi, che, dall’essere diventato un eroe per aver salvato una giovane popstar, si ritrova ad essere capro espiatorio nel complotto organizzato per assassinare il primo ministro del Giappone.

GOLDEN SLUMBER

 

Basta conoscere poco lo stile di Nakamura Yoshihiro ed un po’ i Beatles per capire già dal titolo che il filo conduttore del suo nuovo film è anche questa volta una canzone, come in Fish Story (Fisshu sutōri) e in The Foreign Duck, the Native Duck and God (Ahiru to kamo no koinrokkā).
Il film segue le vicissitudini di Aoyagi, che, dall’essere diventato un eroe per aver salvato una giovane popstar, si ritrova ad essere capro espiatorio nel complotto organizzato per assassinare il primo ministro del Giappone.
Tra episodi di tensione da thriller e ricordi di gioventù affiora una critica non troppo velata al sistema di giustizia nipponico e al potere dei media. Il regista voleva anche farci ragionare sul potere dell’informazione pilotata, oltre che a farci divertire e stare in suspance per un paio di ore. Nel corso del film i momenti drammatici si alternano a quelli comici, creando un ritmo molto piacevole, sebbene la presenza di qualche cedimento nella sceneggiatura e alcune lacune nei personaggi potrebbero portare lo spettatore a domandarsi: “ma come è possibile?”. La risposta è che se è utile ai fini della storia diventa possibile: anche una macchina che da anni è ferma in mezzo ad un campo può partire solo cambiando la batteria.
Il tutto ci porta ad un finale coi fuochi d’artificio e non in senso figurato. Forse questi fuochi d’artificio sono più un avvertimento per lo spettatore che un mezzo per portare a compimento la trama: vogliono avvisare di alzare gli occhi al cielo, e staccarli dagli schermi televisivi che ci vogliono abbindolare con le loro false verità. Liberiamo le menti e godiamoci i fuochi d’artificio e anche questo bel film.

Golden slumber
(Goruden suranbā)
Giappone, 2010, 139' Dir. Nakamura Yoshihiro

Riccardo Bragato