Le "parole cadute": il rakugo e la tradizione del monologo teatrale giapponese

Il rakugo [落語] è una forma teatrale tradizionale giapponese, che ha la particolarità di essere interpretato da un solo attore-narratore. Letteralmente significa “parole che cadono”. Il rakugo-ka (hanashi-ka, narratore) racconta una storia interpretando tutti i personaggi, facendo uso a diversi registri vocali, tonalità ed espressioni del volto.

Le origini di questa forma di teatro sono probabilmente legate alla narrazione orale dei monaci buddhisti, per intrattenere il pubblico. Successivamente si affermò una forma di intrattenimento per le classi alte e progressivamente con la comparsa della “classe media” dei chōnin, artigiani e commercianti, durante il periodo Tokugawa, più precisamente probabilmente durante il periodo detto Genroku, si affermò come una forma di spettacolo popolare, per le tematiche affrontate - spesso di natura farsesca, legate agli usi “semplici” della gente del popolo - e l’uso del dialetto, mantenendo però anche delle caratteristiche “alte”, in particolare per la precisione delle sue forme. 

Prima che si affermasse con le sue caratteristiche attuali, brevi scene comiche che raffiguravano argomenti popolari venivano spesso recitate in strada. Oggi il teatro del rakugo si chiama yose e il palcoscenico, estremamente semplice, è chiamato koza. Le storie raccontate sono estremamente brevi, imparate a memoria e perfezionate dal rakugo-ka che le recita al pubblico senza mai alzarsi, seduto sui talloni su un cuscino - nella posizione detta seiza -  indossando il kimono e senza mai alzarsi. Unico ausilio, un tradizionale ventaglio di carta (扇子 sensu) e un lembo di tessuto (手拭い tenugui), che possono rappresentare oggetti reali della finzione narrativa.

Ci sono differenze tra il rakugo di Tōkyo e quello di Ōsaka o di Kyōto, come anche vi sono delle rappresentazioni più “classiche”, legate alla tradizione orale, che si rinnova continuamente poiché la rappresentazione cambia a seconda del rakugo-ka, che lo ha imparato dal maestro, aggiungendo però il suo particolare stile maturato negli anni di apprendistato. La storia di Momotarō viene spesso raccontata nel rakugo, come anche racconti popolari quali Jugemu, Neko no sara, Shibahama, Meguro no sanma, Manjū kowai, Botan dōrō. Vi sono poi delle forme di rakugo moderno, che invece presentano anche storie scritte appositamente, con tematiche più vicine alla sensibilità contemporanea. Recentemente il rakugo è inoltre riuscito ad affermarsi anche attraverso diversi mezzi espressivi, ad esempio tramite trasmissioni televisive e podcast dedicati.

Un’altra interessante novità delle forme di rakugo dei giorni nostri è quella presentata da alcuni maestri, tra cui il Maestro Sanyutei Ryuraku, che dal 2008 ha iniziato a recitare le storie in lingue diverse dal giapponese, tra cui il cinese, l’inglese, il francese, lo spagnolo e l’italiano, riuscendo così a presentare questa forma di arte ad un nuovo pubblico, senza bisogno di filtri e traduzioni. 

Si presenta un breve video tratto da un’esecuzione in italiano della storia popolare oyakozake del Maestro presso l’Orientale di Napoli.

RAKUGO~oyakozake~Italian ver./落語「親子酒」イタリア語("L'Orientale" University of Naples/ナポリ東洋大学)

Fonte: Morioka, Heinz, and Miyoko Sasaki. Rakugo: The Popular Narrative Art of Japan. Cambridge, MA: Harvard University Asia Center, 1990.