Un film che in Corea ha raggiunto record di affluenza senza precedenti (oltre sei milioni di spettatori) in pochi mesi di programmazione, Ch'ingu è stato anche ben accolto all'estero, sia dalla critica (Montreal Film Festival 2001 e Vancouver International Film Festival 2001) che dal pubblico.

 

CH'INGUFrienddi Kwak Kyung-taek

 

Regia: Kwak Kyung-taek. Sceneggiatura: Kwak Kyung-taek. Fotografia: Hwang Ki-seok. Scenografia: Oh Sang-man. Montaggio: Park Gok-ji. Musica: Choi Man-shik, Choi Sun-shik. Interpreti: Yoo Oh-sung (Joon-suk), Jang Dong-gun (Dong-su), Suh Tae-hwa (Sang-taek), Jung Woon-taek (Joong-ho), Kim Bo-kyeong, Ju Hyeon, Ki Ju-bong. Produttore: Suk Myung-hong. Produzione: Cineline II e JR Pictures. Distribuzione: Cineclick Asia (Interclick co., ltd.). Corea del Sud, 2001, 35mm, colore, 115'.

 

Pusan 1976. Quattro amici dodicenni condividono tutto, dalle nuotate al mare alle riviste pornografiche, alle corse a chi è più veloce.
1981. Gli stessi amici diciassettenni continuano ad uscire insieme e a coprirsi a vicenda le spalle nelle scazzottate a scuola, ma nella loro amicizia cominciano ad insediarsi piccole rivalità che condizioneranno il resto della loro vita. Joon-suk (figlio di un capo malavitoso) il più forte e veloce, e si occupa di proteggere Sang-taek, il timido topo di biblioteca. Dong-su (il cui padre ha un'impresa di pompe funebri) è una testa calda, e Jung-ho (la cui madre vende prodotti al mercato nero) è il pagliaccio del gruppo. Terminati gli anni del liceo Joong-ho e Sang-taek vanno all'università e perdono di vista Joon-suk e Dong-su. Quando si ritrovano alcuni anni dopo Joon-suk è tossicomane e Dong-su (che nel frattempo si è unito ad un gruppo malavitoso) in carcere. Gli anni passano, e Joon-suk (che ha ereditato l'attività del padre) trova nel vecchio compagno di scuola Dong-su il suo peggior rivale. Quando Sang-taek sta per partire per un periodo di studi all'estero, fra i due ha già cominciato a prendere forma una specie di guerra...

 

La storia di Ch'ingu è una storia vera, basata sulla vita del regista e dei suoi amici d'infanzia. Ha come tema principale quello dell'amicizia fra ragazzi, nelle sue sfumature, e del suo sviluppo nell'arco di alcuni decenni. Con il passare del tempo le vite dei quattro amici (che da bambini sembravano uniti in tutto e per tutto) si evolvono in modi diversi; loro stessi finiscono per prendere strade diverse che li porteranno anche a conseguenze estreme, ma l'amicizia, la lealtà e l'affetto che li lega da sempre non verranno mai intaccati. Anzi, l'amicizia che li lega sarà ciò che sopravvive a qualsiasi difficoltà, senza limiti di nessun genere, anche dopo la scomparsa di uno di loro. Un'amicizia intesa come valore fondamentale che trascende il tempo, oltre che il bene e il male, e che permetterà ai protagonisti di vedersi con gli stessi occhi di sempre, a prescindere da quello che saranno diventati.

Un film che in Corea ha raggiunto record di affluenza senza precedenti in pochi mesi di programmazione (oltre sei milioni di spettatori, battendo il record stabilito qualche mese prima da J.S.A.), Ch'ingu è stato anche ben accolto all'estero, sia dalla critica (Montreal Film Festival 2001 e Vancouver International Film Festival 2001) che dal pubblico.

Si tratta indubbiamente di un film che tocca punte di violenza estrema: le lotte fra bande rivali sono sempre cruente, a mani nude, con armi da taglio o mazze (questo perché in Corea il governo proibisce categoricamente le armi da fuoco ai privati, quindi fortemente limitando anche i poteri del crimine organizzato). Ma benché gli scontri fra fazioni della malavita di Pusan facciano da sfondo alla narrazione, non sono il fulcro del film, che è quindi molto diverso dai semplici film sui gangster che saturano il mercato coreano.

Ch'ingu è un viaggio all'indietro nel tempo, verso un'epoca quasi idilliaca, in cui i quattro protagonisti vivono in una semplicissima ed impagabile armonia. È una riscoperta di emozioni, affetti ed amicizia descritti in modo accorato ed equilibrato dal narratore: senza mai scendere nello sdolcinato, l'alter ego del regista ci dà al tempo stesso una rappresentazione semplice ma profonda dei quattro amici, una rappresentazione visiva di Pusan particolarmente artistica, e una fedele rappresentazione della Corea degli anni '70, '80 e '90.

Un sapiente uso di scene a rallentatore, di fermo immagine sottolineati dalla voce narrante che continua a parlare fuori campo, una fotografia basata sul contrasto cromatico diverso ogni volta che il periodo di tempo narrato cambia, rendono Ch'ingu un film di estrema bellezza, dalle immagini raffinate e toccanti, e da una struttura narrativa pulita e chiara.

.Un omaggio che Kwak Kyung-taek ha reso ai suoi amici realmente esistiti, e che resteranno indimenticati

Silvia Tartarini