Lin Zexu è un grande affresco storico, sontuoso ed epico, che veicola le idee nazionaliste e patriottiche care al regime. In particolare, riesce bene a spostare il fuoco dell'attenzione, che dapprima è incentrato sulle vicissitudini politiche di Lin, sulla popolazione, sì da divenire un film corale.

LIN ZEXUdi Zheng Junli e Cen Fan

 

Cina, 1959, col
Con: Zhao Dan, Gao Zheng, Wei Lida

 

Diretto da Zheng Junli (1911-1969), famoso attore che nel dopoguerra si dedica con successo alla regia (v. Crows and Sparrows). Alcune sue pellicole precedenti erano state duramente criticate, così Zheng studia a fondo le linee del partito e riesce a diriger questo grande affresco storico, che fu accolto con grande successo di pubblico e di critica (comunista). La sceneggiatura è di Lu Dang e Ye Yuan.

Zhao Dan (1915-1980), che qui interpreta Lin Zexu, è una delle figure di punta del cinema cinese, protagonista maschile di film storici come Crossroads, Street Angel, Life of Wu Xun, Crows and Sparrows e Li Shizhen. Se nei primi incarnava la gioventù, le sue speranze e le sue disillusioni, dagli anni quaranta in poi ha prestato il suo volto alle più importanti figure stoiche della tradizione cinese, diventando una sorta di simbolo dello spirito nazionale. Attivo durante la guerra sia in campo cinematografico che teatrale, è stato un attivo promotore della cultura di sinistra e ha subito la persecuzione politica da parte del Guomindang. Non è uscito indenne dalla Rivoluzione Culturale, quando i suoi trascorsi con Madame Mao, Jiang Qing, gli hanno causato non pochi problemi.

Lin Zexu è un grande affresco storico, sontuoso ed epico, che veicola le idee nazionaliste e patriottiche care al regime. In particolare, riesce bene a spostare il fuoco dell'attenzione, che dapprima è incentrato sulle vicissitudini politiche di Lin, sulla popolazione, sì da divenire un film corale. Si confronti, per contrasto, il film storico girato ad Hong Kong Spirit of the Nation. Lin Zexu presenta non pochi punti di contatto con Naval Battle of 1984, che tratta la seconda guerra dell'oppio.

L'ispettore Lin Zexu è inviato a Canton per supervisionare le truppe e arrestare il flusso crescente di oppio che dilaga nei porti. I malvagi inglesi fanno entrare enormi quantità di droga con la complicità dei funzionari corrotti. Lin si finge un mercante; fa l'elemosina a una cantante cieca, ma arriva un uomo che le prende immediatamente i soldi. Lin fa per recuperarli, ma la donna in lacrime dice: "è mio marito". Lin segue l'uomo fino ad una fumeria d'oppio clandestina. Le fumerie dovrebbero infatti essere chiuse, ma la polizia non fa rispettare la legge. Lin, che Zhao Dan ritrae con il suo consueto fascino sornione, il sorriso sempre sulle labbra e lo sguardo deciso, prende dure misure e agisce con pugno di ferro. Costringe gli inglesi (che erano convinti di poterlo comprare, perché a tutti i cinesi interessano i soldi, credono gli illusi!) a consegnare l'oppio e fa costruire una fortezza per difendere le coste. Un inglese tenta di scappare, coperto da compiacenti mandarini locali; ma la popolazione locale, infuriata per i continui soprusi, lo cattura e lo consegna alla polizia. Le manovre di Lin Zexu hanno successo: aiutato dal popolo, con cui ha un rapporto di schietta amicizia, riesce ad attirare le navi inglesi, che hanno deciso di attaccare, in trappola. Due pescatori si fingono traditori della patria, e conducono gli inglesi in un golfo dove le barche si incagliano sul fondale basso; dalle colline adiacenti si leva l'urlo di guerra degli intrepidi soldati che sparano con i loro cannoni nuovi fiammanti contro l'invasore imperialista. Scene di massa, decine di comparse, senso epico delle battaglie. Topos ricorrente dei film storici dell'epoca, tanto cinesi quanto hongkonghesi (v. Sorrows of the Forbidden City), vi è una critica durissima alla politica dei Qing. La corte è rappresentata sontuosamente, l'imperatore, burattino nelle mani dei suoi consiglieri, è sempre seduto sul suo distante, alto trono a osservare spettacoli di canti e danze femminili. Le malelingue della corte accusano ingiustamente Lin Zexu di volersi accaparrare il potere, e l'imperatore decide ch'egli venga separato dai suoi più fidi collaboratori. Poi la situazione precipita: gli inglesi, per vendicare la sconfitta di Canton, risalgono le coste della Cina e attaccano le città costiere, domandando risarcimento per le perdite causate loro da Lin Zexu. Il pavido imperatore ordina che quest'ultimo sia destituito del suo rango. Una sequenza molto impressionante, girata con grande intuizione per gli spazi e le geometrie, descrive questo momento: una volta ricevuto l'editto imperiale, tutti i funzionari si sollevano da terra tranne Lin, intontito dalla ferale notizia; e poi si fa avanti e, con le mani tremanti ma decise, si toglie il cappello e un funzionario gli leva il segno del suo grado, la penna sulla sommità del cappello. Il volto di Lin racconta il tormento interiore, la vergogna, la furia. La nazione è venduta allo straniero, per codardia, immobilità, avidità. Il sostituto di Lin fa distruggere le fortezze da lui create e smobilita l'esercito. Gli inglesi non rispettano i patti e attaccano la Cina. Qui arriva il moneto culminante del film, quando la sconfitta viene trasformata in vittoria. La voce off che descrive gli eventi, solenne e grave, narra di come il popolo abbia preso spontaneamente le difese delle proprie terre. Lin è solo e triste nella sua dimora, e prima di partire per l'esilio che gli è stato inflitto riceve la visita della popolazione locale; è una sequenza drammatica, in cui Zhao Dan riesce a trasmettere l'umiltà e il dolore del suo personaggio; il popolo si inginocchia, ma Lin li fa alzare immediatamente, e chiede loro di non far entrare nessuno straniero in città. Quando gli inglesi attaccano in forza (grandi panoramiche, quadri totali che orchestrano grandi movimenti di massa) le città costiere, sotto la pioggia battente il popolo (uomini e donne, giovani e vecchi) risponde con bastoni, sassi e coltelli: saltano dagli alberi, tendono imboscate, combattono contro il nemico con tutte le loro forze. Le ultime sequenze: Lin Zexu si allontana, a cavallo, verso l'esilio. Masse di proletari circondano spauriti soldati inglesi, abbattendoli. Una truppa inglese corre disordinatamente al di là di una collina, sì che si vede la bandiera vacillare, e poi cadere. Piano frontale: il popolo arriva, fiero, correndo, e la massa senza nome, eroica e vittoriosa, si ferma davanti alla telecamera in posa con le bandiere spiegate e la voce off dice: "Questo fu l'inizio della resistenza popolare contro l'imperialismo e il feudalesimo".

La caratteristica tutta cinese di trasformare le sconfitte in vittorie è stata stigmatizzata da Lu Xun nel suo celebre racconto "La vera storia di Ah Q", portato sullo schermo agli inizi degli anni Ottanta (v. True Story of Ah Q)

Secondo l'ottica comunista, che Zheng mette coerentemente in scena, la battaglia non è del singolo eroe; quest'ultimo lascia infatti spazio alla gente comune, che diviene così la vera protagonista del film. si avverte un forte senso di vergogna e rabbia che domandano vendetta. Pur se evidentemente ideologico, il film riesce comunque a ritrarre il suo protagonista come una figura a tutto tondo, con qualche squarcio lirico, come per esempio quando domanda al suo collega in partenza di voler recapitare alla moglie una lettera, oppure la lacrima spessa che gli scivola dalle palpebre quando apprende dell'attacco inglese e della vanità di tutti i suoi sforzi. Il ritmo della storia è solenne e fastoso, grazie alla imperante voce off, alle riprese in esterni e alla efficace direzione delle comparse che, si è visto, diventano progressivamente il vero protagonista di questo romanzo di formazione della consapevolezza ideologica delle masse.

Corrado Neri