Casa di Giulietta

Il turismo intangibile, patrimonio immenso a cui dare valore

Ciset protagonista anche quest’anno a tourismA, il salone dell’archeologia e del turismo culturale che ha avuto luogo a Firenze. E come sempre ha organizzato un appuntamento dedicato al turismo culturale, in particolare al ‘turismo dell’intangibile’, definizione con la quale si intendono tutte quelle esperienze che permettono al visitatore di godere del patrimonio culturale che non si vede, ma che è parte integrante del territorio e delle destinazioni. 

Il talk ha concentrato l’attenzione su come dare valore al patrimonio non fisico, cioè al turismo letterario, a quello legato alla musica, alla valorizzazione del know how artigiano e i tipi specifici di canto e danza. Sono stati presentati casi internazionali e italiani e i risultati di ricerca e alcune buone pratiche dai referenti Ciset Mara Manente, direttrice, Federica Montaguti, ricercatrice senior, e Sabrina Meneghello. Tanti gli ospiti che hanno racconto le loro attività nel campo del turismo intangibile. Tra essi, viadelcampo29rosso, l’associazione genovese con bottega che progetta percorsi guidati nella città ligure alla ricerca dei luoghi e delle suggestioni evocate dai grandi cantautori e poeti genovesi; Carmen Gurinov con la sua associazione ‘Viaggiatori curiosi’ nel padovano accompagna i turisti alla riscoperta dei mestieri dell’acqua; Solimano Pontarollo di Casa Shakespeare di Verona che ha raccontato come la promozione del territorio può passare attraverso la realtà e la fiction che si intrecciano, portando come contributo la trasformazione di Verona per il mito shakespeariano e la proposta della nuova tecnologia al servizio del territorio con lo Shakespeare Interactive Museum; Elena Rocco, ideatrice e fondatrice di Radio Magica, che ha introdotto le mappe parlanti, parte di un progetto di valorizzazione basato sul design for all. Infine Elisa Meglioli e Yuki d’Emilia, borsiste di ricerca Ciset, hanno evidenziato quanto sono importanti savoir faire, feste e tradizioni per il segmento, sempre in crescita, dei turisti esperienziali.

La scelta di puntare il riflettore sul patrimonio invisibile è stata dettata, da un lato, dal fatto che diverse destinazioni a livello internazionale stanno crescendo proprio in relazione a forme di turismo culturale prevalentemente legate ad aspetti intangibili della cultura; dall’altra, da una domanda turistica che richiede un sempre maggior coinvolgimento, fisico ed emotivo, con la destinazione e la sua comunità.

Vi sono innumerevoli esempi a livello internazionale, alcuni anche in Italia, in cui luoghi del paesaggio ordinario sono resi straordinari agli occhi del pubblico da narrazioni e tradizioni, fino ad arrivare alla musealizzazione. Basti pensare al turismo letterario dei luoghi (inesistenti) di Jane Austen e JK Rowling (‘Harry Potter’), al film induced tourism che ha interessato 80 milioni di turisti, peraltro molti dai Paesi emergenti (fonte TCI Research) e lanciato destinazioni prima semi-sconosciute come l’Irlanda del Nord o contribuito all’incredibile successo dell’Islanda.

Se a volte l’invisibile prende forma da sé (vedi il balcone di Giulietta) tuttavia valorizzarlo a fini turistici richiede un approccio che non si trova spesso in Italia. Innanzitutto serve un mindset che riconosca nelle “storie”, nel know how e nelle persone che ne sono depositarie delle attrazioni: come dimostrano le ricerche svolte nell’ambito del progetto SLIDES - Smart strategies for sustainable tourism in LIvely cultural DEStinations, di cui CISET è partner, in Italia solo di recente si è iniziato a riconoscere i ‘maestri artigiani’ e siamo ancora lontani da albi del patrimonio intangibile che sono invece già riconosciuti in molti altri Paesi, non solo europei.