Turismo e potenzialità inespresse. Presentata a Roma la ricerca di Banca d’Italia

L'Italia è tra i paesi a più antica vocazione turistica e agli inizi degli anni Ottanta, quando il turismo era limitato ancora a poche destinazioni internazionali, era seconda solo agli Stati Uniti per incidenza sulla spesa turistica globale. Eppure, nonostante sia il primo paese per luoghi riconosciuti come patrimonio dell'umanità, ha ancora enormi potenzialità da sviluppare. A tal proposito Banca d'Italia ha presentato l'11 dicembre a Roma una ricerca che indaga proprio le possibilità di crescita del comparto.

"Turismo in Italia. Numeri e potenziali di sviluppo" è il titolo dell'incontro che ha visto la presentazione della ricerca da parte di Andrea Petrella, e due tavole rotonde moderate dal giornalista Dario Di Vico. Alla prima ha preso parte anche Mara Manente, direttore di Ciset, che ha discusso delle caratteristiche della domanda e le capacità ricettive attuali analizzando la figura del turista digitale e 'connesso', poco incasellabile nelle schematizzazioni turistiche tradizionali.

Oggi il turismo vale oltre il 5% del PIL e oltre il 6% degli occupati del Paese. Negli ultimi vent'anni ha conosciuto una straordinaria espansione a livello mondiale, sostenuta dalla riduzione dei costi di trasporto e dalla crescita dei livelli di reddito anche nelle economie emergenti, con l'affermazione di nuove destinazioni, che hanno attratto un numero crescente di turisti. A fronte di queste tendenze globali, la quota di mercato dell'Italia - al pari di quella di altre destinazioni turistiche mature - si è inevitabilmente contratta. Il calo, pur se in parte fisiologico, è stato più intenso per il nostro Paese che per i principali concorrenti europei.

Solo dal 2010 si sono registrati alcuni segnali di recupero, in parte favoriti da un miglioramento della competitività di prezzo e dall'insorgere di tensioni geopolitiche che hanno scoraggiato i viaggi in diversi paesi concorrenti divenuti a più alto rischio di attacchi terroristici.

Fra i tratti distintivi di questo recupero si può senz'altro annoverare il rinnovato interesse dei turisti stranieri per le vacanze - in special modo quelle di natura culturale - nel nostro paese. In senso opposto è invece da segnalare la dinamica calante delle entrate turistiche per viaggi d'affari, risentendo della frenata dell'economia internazionale e ancor più di quella nazionale.

Come si legge nella ricerca "Nell'intero territorio nazionale la valorizzazione delle aree ad alto potenziale turistico può contribuire in misura decisiva a contenere l'affollamento delle mete di maggiore richiamo. La ripresa dei flussi dell'ultimo decennio è stata infatti trainata soprattutto dal turismo culturale, che tende a concentrarsi in poche località". Tutti aspetti su cui lavorare per destagionalizzare la domanda turistica e spostare quote di turismo in altre località ancora poco conosciute.