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Europeana Space diffonde la cultura del riuso creativo

Intervista a Leonardo Buzzavo sul progetto Europeana Space, appena concluso con successo

La cultura nell'era del digitale è fatta di una quantità sterminata di risorse. Come gestirle e valorizzarle? Di questo si è occupato un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea, al quale ha preso parte Leonardo Buzzavo, professore di Strategia al Dipartimento di Management

Obiettivo di Europeana Space è stato proprio quello di favorire la creazione di nuove opportunità di crescita economica basata sul riutilizzo creativo delle risorse digitali in ambito culturale. Il team cafoscarino si è occupato di studiare il potenziale di mercato delle proposte provenienti dalle sei aree tematiche del progetto. Il progetto è stato valutato positivamente "oltre le aspettative" e quindi diventa anche una buona pratica che potrebbe ispirare altre attività di ricerca nell'ambito del management della cultura.

Professor Buzzavo, il progetto Europeana Space si è concluso da pochi mesi. Esiste qualche dato sulla creazione fattiva di nuovi posti di lavoro o sviluppo economico nell'ambito della gestione delle risorse culturali digitali, uno degli obiettivi del progetto?

"Uno degli aspetti salienti del progetto è aver stimolato l'incubazione di alcune idee di business interessanti, emerse nei singoli hackathon organizzati nell'arco del triennio, mediante dei workshop dedicati. Il supporto di incubazione ha previsto un mix di mentoring, relazioni e visibilità finalizzati ad aumentare le chance di sviluppo di tali progetti. Mentre è ancora presto per poter trarre dei giudizi definitivi, è significativo notare che sette progetti si sono meritati un supporto fattivo di incubazione. Includono aspetti quali tecnologia per visualizzare immagini artistiche in pannelli pubblicitari o grandi schermi all'aperto, motori di ricerca semantici per archivi digitali, uno store per mandare immagini artistiche sotto forma di cartolina, contenuti editoriali rivolti a target specifici come ad esempio donne professioniste che normalmente non sarebbero facilmente indotte ad interfacciarsi con musei e archivi".

Cosa si intende per riuso creativo di contenuto digitale?

"Le tecnologie digitali hanno determinato un'esplosione di contenuti disponibili quali immagini, video, testi, coreografie, opere d'arte e così via. Per riuso creativo si intende la possibilità di curare e organizzare una selezione di questi oggetti per realizzare attività specifiche che possono comprendere un determinato progetto espositivo, un'attività ludica, un percorso educativo, un'attività in chiave commerciale. In altre parole soggetti, enti e/o imprese possono operare una ricombinazione di determinati contenuti che consentono di coinvolgere determinati target, magari con una forma di monetizzazione di contenuti". 

Il progetto ha visto la collaborazione di moltissimi paesi. Un paese come l'Italia, terra fertile e già sede di opere d'arte in modo eccezionale, beneficia realmente di una trasformazione digitale dell'arte?

"Credo di sì. Dopo un periodo in cui molti hanno pensato che il digitale rappresentasse una dimensione sostitutiva della fisicità, siamo entrati in una fase nuova ed estremamente interessante in cui digitale e fisico si fondono in una nuova sintesi. In questo quadro gli strumenti digitali diventano una forma di amplificazione della dimensione fisica sia in chiave spaziale che in chiave temporale. Questo consente sia una più efficace forma di promozione ma anche la creazione di diversi livelli di fruibilità ad un target più ampio e variegato". 

Tra i risultati del progetto compare un portale, come funziona e per chi può essere utile? 

"Il portale E-Space si rivolge in modo particolare a titolari di contenuti, professionisti di beni culturali e aggregatori facilitando il processo di riuso creativo. Il portale consente di scoprire contenuti interessanti con meccanismi di ricerca specifici, creare e curare collezioni e mostre in un proprio "spazio", riusare contenuti e realizzare app mediante i relativi protolli (API), aggregare arricchire e collegare i dataset con i metadati identificativi dei contenuti, participare e interagire con una community di individui ed entità interessate all'incrocio tra cultura e creatività".

Spesso i progetti europei si esauriscono alla fine della loro durata. In questo caso il sito e le molteplici attività collaterali hanno un grosso potenziale per i cittadini, le famiglie, le scuole, i musei e altri luoghi di cultura, sono previsti ulteriori progetti futuri collegati a Europeana Space?

"Europeana Space è nato con un forte spirito divulgativo che si è sostanziato in innumerevoli eventi, workshop e attività di disseminazione. Oltre al già citato portale con i suoi servizi, è stato creato anche un corso online (MOOC) in grado di condividere aspetti salienti appresi durante il progetto riorganizzati con finalità educative. L'idea è quella di ridurre le barriere per il riuso creativo di beni culturali digitali fornendo tutorial e demo di app e strumenti, educando le persone a pensare ai beni culturali non solamente come qualcosa da contemplare ma anche con cui interagire e con cui essere creativi. Riuscire a trovare forme di sostenibilità e di monetizzazione dei contenuti può dare un nuovo futuro all'enorme palinsesto di beni culturali disponibili nel mondo e sperabilmente dare una marcia in più all'Italia".

 

Erica Villa