Perchè raccontarsi fa bene in primis all'azienda che lo fa

La narrazione è un momento decisamente introspettivo. Accade qualcosa di magico. James Joyce, parlerebbe di epifania. Comunque sia lo stupore nel ritrovarsi, di riaccendere magari un entusiasmo sopito e quel ripercorre, tutti insieme, il cammino fino a quel momento fatto, diventa l’occasione per mettere a fuoco dove l’impresa si trova e soprattutto, dove vuole andare.

Raccontarsi è questo. È prendersi del tempo dall’operatività quotidiana. È mettere insieme emozioni e strategia, dal momento che questi non sono elementi incongruenti, ma binari paralleli per l’esistenza e l’evoluzione dell’impresa stessa. Attraverso il rivivere dei momenti si possono estrarre insegnamenti utili per la pianificazione strategica di un futuro auspicato. È per questo che un’azienda rimane affascinata da questo processo di presa di consapevolezza che il racconto è in grado di attivare. Se nella maggioranza dei casi, i progetti di narrazione corporate nascono da un’esigenza di raccontarsi all’esterno, ecco che invece gli immediati e significativi risultati si hanno all’interno dell’impresa stessa.

Raccontarsi è uno straordinario momento di condivisione. È per questo che non può essere ad appannaggio di nessuna funzione aziendale, ma un’attività trasversale all’intera impresa. Sarà anche un’attività di marketing. Sarà anche un’attività di comunicazione. Sarà anche un’attività commerciale. È decisamente però un’attività per l’impresa, nella sua totalità, nella sua unicità di organismo vivente. Perché è questo che è un’impresa. Un’organizzazione vitale. Un’organizzazione che ha un’identità, dei valori e un qualcosa da condividere. Quel qualcosa non è né il prodotto né il servizio che un’azienda realizza, ma il motivo fondante per il quale è stata costituita. Attraverso il racconto si va in profondità, alla riscoperta di quel motivo, magari oggi leggermente offuscato.

È per questo che raccontarsi per un’impresa fa bene. È come prendersi del tempo per mettersi in ascolto di se stessi. Porsi quegli interrogativi tanto semplici quanto mai scontati, come quello di chiedersi chi si vuole diventare da grandi.